Vita da blog. La destra e la sinistra
Spesso i Blog sono interessanti luoghi di confronto e scambio di idee. Soprattutto è interessante, per comprendere certe tipologie umane, leggere e partecipare ai commenti dei Blog stessi nei cosiddetti Forum. In questa quarta puntata di Vita da Blog utilizzerò uno scambio di opinioni su una discussione di Facebook, nella pagina della testata on-line Megachip.info, in cui veniva segnalata l’uscita del nuovo volume scritto da Giulietto Chiesa e Pino Cabras (Barack Obush, editore Ponte alle Grazie). Partiamo da qui.
05 luglio alle ore 17.12
Giuseppe scrive:
Bravo Giulietto! Bravo Pino! Ancora qualche sforzo e tra un paio di anni potrete scriverne un altro, di libro: O!Bachmann (è così che si chiama quella Signora antiabortista, creazionista, ecc., che ha scavalcato a destra la Palin, no?).
05 luglio alle ore 22.11
Megachip Redazione scrive:
@ Giuseppe, risponde Pino Cabras. Provo a interpretare il sarcasmo, ma forse fornirai tu l'interpretazione autentica: intendi dire che nell'attaccare Obama (il meno peggio) si fa un favore a politici da incubo (il peggio) che ce lo farebbero rimpiangere. Il rischio c'è. Ma nel libro cerchiamo di analizzare il livello gravissimo di responsabilità dell'inquilino attuale della Casa Bianca in alcune scelte di campo che in nulla lo differenziano dal predecessore, specie nelle azioni di guerra, nel mantenimento dell'apparato "securitario" del Patriot Act, nelle scelte economiche prone a Wall Street, nel rimangiarsi pezzo a pezzo ogni promessa di "green economy", nel rinunciare a ogni intervento strutturale sulla crisi che sta distruggendo la classe media. Troviamo che la scelta del "meno peggio" sia spesso un viatico al peggio. Il movimento del Tea Party rivela umori terribili, ma va letto con attenzione, perché vi gravitano anche politici non riducibili a Palin e simili (penso a Ron Paul e suo figlio Rand Paul), che difendono bene interessi e valori totalmente trascurati da Obama.
06 luglio alle ore 7.54
Giuseppe scrive:
Caro Pino, sì, interpreti bene il mio sarcasmo, peraltro di struttura elementare. Me ne scuso subito, così cominciamo bene. Non amo il ricorso a quella figura retorica, troppo cheap; anche se non priva di meriti, primo fra tutti la sinteticità. Il fatto è che io sono incazzato. Straordinariamente incazzato. E non con la "destra" italiana, tanto cialtrona da superare il grottesco. Sarebbe come incazzarsi con un bambino. Con un serpente a sonagli. No, sono incazzato con chi dovrebbe insegnarle la serietà. Vedi, Pino, io da tempo mi interrogo -e interrogo senza risultato- sui connotati di destra e sinistra, senza virgolette; perché credo che dalla loro definizione si dovrebbe poi partire per identificare quelle con le virgolette. Ho provato a guardare l'umanità da Sirio, da Alpha Centauri; non da Wall Street o dalla Piazza Rossa. Mi pare di aver individuato due categorie: chi interpreta l'unica legge indiscutibile dell'universo, quella del più forte, a valore di facciata; e chi inserisce nell'equazione, sulla scorta dei moderni evoluzionisti, un fattore "nuovo", l'intelletto, con il fine di riduzione per quanto possibile dell'alone di sofferenza immanente ai viventi. Insomma, chi va in Africa per arricchirsi sulla fame e chi ci porta il suo capitale per farla crescere; chi sbatte il cane sull'autostrada e chi rischia la vita per raccoglierlo. Ecco, mi pare che da qui si possa partire per fissare finalmente un connotato alla sinistra, al di là della posizione presa dai deputati al primo Parlamento francese e amenità simili. Da qui può farsi discendere tutto il resto: il fatto che "sinistra" è tensione, non stato; non è mai acquisita, deve lottare in continuazione per preparare un piedistallo più alto per la destra prossima ventura; per la destra che non mancherà di venire, perchè l'istinto primario dei viventi è la sopravvivenza, dunque il potere; la pancia, non l'idea, che deve essere sempre faticosamente costruita. Il fatto che "sinistra" è sforzo di distribuzione del potere contro la spinta naturale al suo accentramento. Il fatto che "sinistra" è chi contrappone, alle menzogne strumentali della "destra", la "verità", non menzogne di valenza opposta. Ebbene, arrivato a questa idilliaca -si fa per dire- narrazione, devo subire da parte di quella che dovrebbe essere una delle punte intellettuali della "sinistra", quella alla quale io stesso ho cercato di dare il mio contributo (con risultati disastrosi), una bordata di azioni da tifoseria: prima le atrocità dei ribelli libici "spalleggiati da Obama", poi "Obush". E mi vengono in mente tutte le arricciate di naso degli "intellettuali" su chi, a "sinistra", a modo suo, riesce a raccogliere consensi (Santoro, Travaglio, Saviano, ecc.). Mi vengono in mente tutti i distinguo fatti all'interno della "sinistra", che le impediscono, di fatto, di diventare un'alternativa. Mi viene in mente che, a prescindere da quello che Obama è riuscito a fare (poco in termini reali; tantissimo in termini di inversione di tendenza), a prescindere dal fatto che chiunque non volesse chiudere gli occhi sapeva, fin da prima delle elezioni, quali sarebbero stati i mostruosi vincoli ai quali sarebbe stato sottoposto; a prescindere da tutto questo, Obama è stato eletto DALLA GENTE, sia pure con il placet dei poteri forti, ai quali -poteva non essere così?- ha dovuto firmare cambiali in bianco. Non assomiglia questo a una sorta di democrazia? Troppo poco? Può darsi. Dobbiamo per questo delegittimarlo, aprendo la via ad un'altra stagione imperiale da incubo? Tutto da discutere. Io ci andrei molto, molto cauto. Aspetterei di vedere se siano già pronte alternative strutturali. Prima di continuare con questa zuffa da tifoserie. Che nulla, ripeto nulla, ha a che vedere con l'immagine che mi sono creato della sinistra. Spero che questo spieghi le ragioni della mia furia e dello scivolone sarcastico.
[Segue un contrappunto dialettico tra Barbara e Giuseppe, che purtroppo non inserisco per motivi contingenti di spazio]
06 luglio alle ore 15.41
Valentina scrive:
Non sono d'accordo con te Giuseppe e penso che il discorso di Pino non faccia una grinza, non solo da un punto di vista tecnico, ma nella sostanza. La realtà purtroppo è questa, bisogna farla finita con questa idea di destra e sinistra, non sono più concetti utilizzabili per analizzare la società attuale. Servono nuovi occhi e nuovi paradigmi culturali e politici, finché si continuerà a restare attaccati ai vecchi schemi la comprensione degli eventi sfuggirà inesorabilmente. Pino e Giulietto offrono nuove interpretazioni che aiutano a capire la realtà dei fatti.
06 luglio alle ore 22.49
Giuseppe scrive:
[… rispondendo a Valentina …] qui abbiamo un problema: "nuovi occhi e nuovi paradigmi culturali" sono proprio quello che io cercavo spostandomi da Wall Street su Sirio; i "vecchi schemi di comprensione degli eventi" sono proprio quelli che io rimproveravo -a torto o a ragione- a Giulietto e Pino. […] Valentina, "farla finita con questa idea di destra e sinistra" è una frase molto alla moda; ma secondo me è priva di senso. Certo, bisogna farla finita con gli infiniti stereotipi di "destra" e "sinistra" che ognuno -ogni gruppo- riferisce alle proprie percezioni, esperienze, letture dei fatti. Diversi da quelli degli altri. Discutere di destra e sinistra in questa chiave diventa puro esercizio semantico. Ma prova per un momento a pensare a una definizione come quella tentata da me (o da altri, se si degnassero…) una volta accettata dai molti. Non sarebbe una bella scorciatoia? In fin dei conti, questo è il mestiere dei linguaggi: associare immagini e concetti a simboli. Convenzione. Strumento operativo. E perchè mai a quel punto non si dovrebbe parlare di destra e di sinistra? Non sarebbe un buon modo per riconoscersi? Con pari dignità, intendiamoci, la morale non sarebbe ancora entrata nel discorso. Ma farebbe comodo sapere chi, per scelta ideologica, sbatte via il cane e chi lo raccoglie. E poi, magari, schierarsi. O no? E perchè allora nessuno, almeno a quanto mi risulti, propone definizioni? Perchè, temo, la massa non tenta nemmeno di capire il problema; e a molti di quelli che lo capiscono fa gioco la confusione. "Pino e Giulietto offrono nuove interpretazioni che aiutano a capire la realtà dei fatti", dici. E io, conoscendo abbastanza uno (abbiamo entrambi settant'anni, una vita alle spalle, un figlio che non vediamo mai…ricordi, Giulietto?), un po' l'altro, sono pronto a sottoscrivere il tuo giudizio (anche se sostituirei a "realtà" "narrazione"). Non lo fanno, ED E' QUESTO IL MIO PUNTO, quando titolano un articolo "Ecco le atrocità dei ribelli sostenuti da Obama", o un libro "Barak Obush". La mia non vuole essere una critica alle persone, ma al modo in cui, con questi atti, si discostano dalla mia percezione delle loro figure.
[Seguono ulteriori contrappunti dialettici]
Simone Santini scrive:
Arrivo tardi con i commenti, e quindi forse fuori tempo, ma gli interventi di Giuseppe Pepe a mio avviso sono molto significativi e vorrei dire la mia rivolgendomi a lui. L'altro giorno mi è capitato di vedere un vecchio film (del 1975), "Cadaveri eccellenti", regia di Rosi e scritto da lui con Tonino Guerra e Lino Jannuzzi, tratto da un libro di Sciascia. Un commissario di polizia scopre un complotto politico stile strategia della tensione dietro una sequela di omicidi nei confronti di alcuni magistrati. Grazie ad una amico di gioventù diventato direttore dell'Unità può avvertire del complotto il segretario del PCI, ma durante il colloquio entrambi sono uccisi. La scena finale vede di fronte il direttore dell'Unità e un alto dirigente comunista. Il primo vorrebbe rivelare a tutti i fatti, ma il secondo è decisamente contrario ("Ma che vuoi? far scoppiare la guerra civile?"). Il direttore sconsolato commenta: "Dobbiamo dunque rassegnarci a non dire la verità?". E il dirigente: "Non sempre la verità è rivoluzionaria". FINE.
Quindi, Giuseppe, nei tuoi interventi io noto questo. Tu non parli di verità, o narrazione, o ricerca, o chiamiamola come si vuole, basta che abbiamo capito. Ad esempio. I ribelli libici compiono o no atrocità? Obama li sostiene o no? Se le prime due affermazioni sono vere, quanto meno riscontrabili, perché si dovrebbe criticare il titolo secondo cui "Ecco le atrocità dei ribelli sostenuti da Obama". Tu Giuseppe non critichi perché contesti i fatti, ma lo stile. Non vuoi delegittimare Obama perché quel che può arrivare dopo magari sarà peggio. Insomma, tu saresti il dirigente del PCI che di fronte al giornalista che vuole dire la verità lo ferma: Non vorrai mica la guerra civile??? Per te Giuseppe, forse, da uomo di sinistra, la verità non è sempre rivoluzionaria. Per me, che mi sono ritenuto un tempo di sinistra, se ci fosse la verità non ci sarebbe nemmeno bisogno di farla la rivoluzione…
Allora tu Giuseppe proponi una distinzione di campo tra destra e sinistra fondata su chi sbatte il cane in strada e chi lo raccoglie. Un atteggiamento compassionevole contro un atteggiamento opportunistico ed egoista. Ma che ne sappiamo noi delle motivazioni che hanno spinto quelle persone a lasciare il cane in autostrada? ed è davvero di sinistra uno che per raccogliere un cane mette in pericolo la vita sua e soprattutto quella di altri esseri umani per un possibile incidente? Ecco, in quest'esempio, che a prima vista parrebbe perfetto per dividere tra destra e sinistra, tutto si complica nel momento in cui si comincia a CERCARE LA VERITA'. Allora provo a proporti una diversa distinzione tra destra e sinistra (ammesso che si possano ancora chiamare così): tra chi si sforza di cercare la verità, e si fa carico della RESPONSABILITA' che questa comporta, perché può significare stravolgere tutti i propri riferimenti; e chi difende lo status quo, il sistema di potere, anche restando all'opposizione o rimanendo critici, e credendo per questo di mantenere la coscienza integra e linda, ma di fatto essendo una parte fondamentale del sistema di occultamento che impedisce il progresso verso la presa di coscienza (l'essenza della libertà) dell'essere umano. Scusa la lunghezza. Saluti.
Giuseppe scrive:
Approvo, Simone, il tuo tono sereno e pacato. Meno le tue conclusioni, che mi appaiono errate. A cominciare dalla sorta di sillogismo ribelli/Obama che tu proponi. E' noto che un sillogismo che contiene proposizioni vere può essere non valido. Questo mi pare il caso. Per brevità mi spiego con un esempio. Io sostengo finanziariamente l'azione di ActionAid a favore dei bambini del Terzo Mondo. Mettiamo che trapelasse che suoi operatori hanno commesso atti di pedofilia, e che qualcuno titolasse: "Ecco gli atti pedofili di operatori ActionAid, sostenuti da Giuseppe Pepe". E' il caso di rimarcare che non si sarebbe voluto affermare la "verità", ma colpire la mia figura? Ecco perchè critico questo titolo. Perchè implica "suggestioni" con le quali, al di là dei fatti (o, al meglio, a margine dei fatti), si vuole pilotare l'opinione della gente verso un preconcetto. E qui mi aggancio alla tua dissertazione sulla "Verità". Abbandonando l'approccio ipotetico: qui non si tratta più di percezione di atteggiamenti altrui, ma di descrizione dei miei. Se avessi avuto occasione di leggermi, sapresti quanto poco condivido l'affermazione "il fine giustifica i mezzi". Per me il fine, al contrario, VIENE QUALIFICATO dai mezzi. Mi hai quindi visto in maniera semplicemente speculare alla realtà. Quello che tu vedi in me è esattamente ciò che io condanno. Proprio perche condanno la distorsione della "verità" per fini che non posso che ritenere strumentali. Concordo dunque, in pieno, con la tua proposta di definizione di destra e sinistra, che metterò a rimpolpare la mia. Buona giornata.
P.S. A proposito del "cane in strada": ho detto "per scelta ideologica". Hai saltato il passo?
Simone scrive:
In effetti, Giuseppe, hai ragione. A livello teorico il mio sillogismo non funziona. Nella pratica politica, invece, il ragionamento rimane secondo me del tutto valido. Infatti, rimanendo al tuo esempio, se tu sei un sostenitore accorato ed in buona fede di ActionAid e scopri che i suoi operatori sono pedofili, come ti comporti? Saresti tu stesso il primo a gridarlo a gran voce perché insieme ai bambini anche tu sei stato una loro vittima? Oppure cerchi di tenere la cosa sotto silenzio, fai finta di nulla, diventi complice anche tu di tali pratiche perché sì, questi operatori saranno pure pedofili ma quelli che c'erano prima, oltre che essere pedofili, ai poveri bambini espiantavano pure gli organi…? Ed è evidente che un titolo "ecco le atrocità dei ribelli sostenuti da Obama" sia una semplificazione. Ma una semplificazione che funziona perché citare Obama non significa solo citare Obama ma un mondo che lui rappresenta. Che è intriso di ipocrisie e di fini che giustificano i mezzi. Si cita Obama per citare tanto la cupola dei banchieri "democratici" di Wall Street (perché ci sono anche i finanzieri "democratici", non solo quelli repubblicani, ed agiscono allo stesso modo se non peggio) quanto per estensione La Repubblica di De Benedetti che non pubblica i crimini dei ribelli libici, mentre, per un perverso meccanismo che nulla a che fare con la verità, magari li pubblica Il Giornale. Insomma, sono felice che anche per te, Giuseppe, il fine qualifichi i mezzi. Non ho dubbi che se gli operatori di ActionAid si macchiassero di pedofilia, saremmo insieme a gridare giustizia con tutte le nostre forze. Ma non capisco perché non siamo insieme quando il mondo rappresentato da Obama supporta (o sarebbe meglio dire promuove) una guerra criminale e oscena. Grazie per lo scambio.
Giuseppe scrive:
E io non capisco, Simone, perché non si voglia accettare il fatto che la menzogna si batte con la "verità", non con menzogne di segno opposto, o con "suggestioni". Metodo che a me pare non solo inelegante, ma anche, alla lunga, controproducente. Certo che sarei il primo a gridare della pedofilia! Certo che grido delle responsabilità che gli USA continuano ad avere in questo sgangherato assetto mondiale! Ma non per ammiccamenti. Non per "suggestioni". Non è così che si fa; non è questo che serve. Quello che, mi pare, distingue le persone decenti da quelle che non lo sono è il rispetto delle regole del gioco. Lo sforzo spasmodico delle prime di rispettare, nelle esternazioni (TITOLI COMPRESI), il reale equilibrio dei fatti e delle responsabilità. Tutto mi induce a credere che le malefatte USA continuino NONOSTANTE, non PER VOLONTA' di Obama (l'unico appunto che gli si può muovere essendo che, con ogni evidenza, sapeva da prima che cosa lo attendeva). Mi addolora vedere questa opinione in qualche modo condivisa nel testo di "Barack Obush" (ci dice Pino) ma sovvertita nel titolo. Vorrei che la MIA parte, quella che ho scelto identificandola come prima ho fatto sommariamente, fosse al di sopra di queste schermaglie da tifoseria. Vorrei un mondo più "giusto", non l'impero di Obama piuttosto che quello di Putin & C. o quello di Oriente. Vorrei, certamente, che l'intera concezione del mondo occidentale cambiasse, che questa economia di mercato che è giunta al suo limite fisico dopo avere sfruttato tutti gli sfigati del mondo fosse ripensata. Ma non vorrei distruggere l'esile speranza che il sistema possa modificarsi dall'interno prima che si sia formata un'idea della possibile alternativa [grassetto e corsivo aggiunti, a mio avviso il vero punto di disaccordo profondo tra le due impostazioni che si sono contrapposte, nota di Simone]. Non in un momento in cui un ulteriore ritardo nel riassetto ambientale porterebbe -se già non ci siamo- alla catastrofe irreversibile. Quello sì sarebbe aprire la porta ad un ricambio di forze nello stesso sistema suicida. "Cambiare tutto perchè tutto resti uguale". Tutti in fila, verso la "fine del mondo". Obama non riesce a controllare Wall Street? A morte Obama! E poco importa che a sostituirlo possa andare chi Wall Street l'ha inventata e del clima se ne fotte… Wilson chiese scusa agli Americani per l'avallo dato alla creazione della Federal Reserve. Come mai è ancora lì, più grifagna e aggressiva che mai? Che sia stato perchè alla lotta tra "giusto" e ingiusto si è preferito il consueto, eterno, mediocre, scontro di tifoserie, con unico obiettivo quello di raccattare più briciole possibile? […] Grazie a te, per l'occasione che mi dai di chiarire la mia posizione.
Simone scrive:
Caro Giuseppe, credo che siamo arrivati al punto. Io non vedo in me, né in Pino o Giulietto, quello spirito da tifoseria di cui parli. Esattamente il contrario. E non vedo in noi il metodo di contrapporre menzogne a menzogne per raccattar briciole. Di nuovo, esattamente il contrario, come ho cercato di spiegare sopra. Credo sia rivelatrice del nostro profondo dissenso una tua frase, quando dici di non voler "distruggere l'esile speranza che il sistema possa modificarsi dall'interno". Tutti i discorsi che abbiamo fatto si condensano qua. Io non voglio modificare questo sistema dall'interno perché non credo sia possibile. Tu, benché la speranza sia sorretta da un esile filo, ci credi ancora. Non è cosa da poco, ritengo, perché riflette due modi di sentire e interpretare l'essere umano. Mi par di capire che tu divida l'umanità in egoista e generosa, fondamentalmente. E che, benché tu ti senta di appartenere ai generosi, riconosci che la forza vincente dell'umanità è quella egoista (in realtà, penso potrai essere d'accordo su questo, egoismo e generosità albergano e lottano per prevalere in ognuno di noi). Di fatto non hai fiducia nell'umanità, ritieni che alla fine sarà l'egoismo a prevalere. Così ritieni che quando per corsi e ricorsi storici, la parte più generosa prevale, almeno momentaneamente, può approfittarne per mettere qualche paletto che potrà ostacolare la parte egoista quando ineluttabilmente tornerà a prevalere. Pertanto ti infervori, ti "incazzi" dannatamente, quando qualcuno dei generosi ostacola i generosi tiepidi quando tentano di piantare i paletti, ritieni che quando torneranno gli egoisti avranno il campo libero, senza nemmeno qualche paletto ad intralciarli. Io penso che quei generosi, finti generosi, non mettano paletti. Non solo sono complici del sistema di potere, sono ESPRESSIONE DEL POTERE, addirittura la sua parte più insidiosa perché lo preservano attraverso l'inganno. Sono i guardiani del cancello. Io credo che l'umanità possa farcela perché penso che la parte generosa prevarrà alla fine, riuscirà a battere gli egoisti, ma cosa più difficile, a disvelare l'inganno dei finti generosi come Obama e soci. La finta parte generosa che vive in ognuno di noi, il VERO NEMICO.
Giuseppe scrive:
Beh, complimenti! Devo dire che in molti punti ci azzecchi nella tua analisi. E, in ogni caso, articoli infinitamente di più delle sciocche claques che scippano la loro briciola di potere con appoggi estasiati. Il mio vivo augurio è che non ci sia, nei tre che citi nè in altri a Megachip, quello "spirito di tifoseria". Se mi fossi convinto che c'è, avrei risolto il problema con un click. Invece credo che non ci sia; ed è proprio per questo che mi permetto di criticarvi quando mi pare di vedere uno scivolone: per tirarvi su. Quanto al merito, ho diverse osservazioni. Tu non credi che sia possibile modificare il sistema dall'interno. Bene, ci credo assai poco anch'io. Ma allora spacca tutto, ma proprio tutto; non solo ciò che ti sta antipatico. E soprattutto, prima, vedi un po' se è possibile capire con che cosa lo sostituisci. Un altro fattore nuovo è intervenuto (oltre all'intelletto…): la rottura dell'equilibrio ambientale. Non abbiamo più tempo per fare giochi, di palazzo o altro. Vogliamo metterla così? Sopravviviamo, poi si vedrà. Non certo delegittimando a destra e a sinistra. Sostenendo, se mai, chi pare voler tentare una inversione di tendenza nella corsa verso il precipizio. Dando voce, intanto, a chi persegue la "verità", soprattutto -ma non solo- in campo scientifico. Quella "verità" che non è di parte. Mai. La parte viene dopo. L'etica anche. No, Simone, io non divido l'umanità in generosa ed egoista. Come potrebbe un appassionato seguace di Dawkins, l'autore di "The Selfish Gene"? La divido in più o meno evoluta. Dove la parte più evoluta è quella che riesce a puntare al pollo domani invece cha arraffare l'uovo oggi. Tutto qui. E poi, lasciami riformulare tutta la tua conclusione. Nella quale, permettimi, hai fallito alla grande l'interpretazione del mio pensiero. Non ho mai detto, e non credo, che "alla fine sarà l'egoismo a prevalere" (intendendo per "egoismo", ovviamente, la mia minore evoluzione). Ho detto -o voluto dire, non ricordo le parole- che il processo è ciclico. L'istinto di base -quello, diciamo così, egoista- è certamente il più forte: lo portiamo nei geni. Quello "evoluto" è certamente più debole: non hai bisogno del mio aiuto per vedere che fame, paura, sesso, potere, ce l'hanno vinta di fronte all'Idea. Idea che però lievita, aiutata anche dall'inevitabile crescente prevaricazione del potere "egoista". Arriva allora un momento in cui chi la coltiva acquisisce il potere. Ne approfitterà all'inizio per fare riforme, gettare le basi per la istituzionalizzazione di valori che favoriscano la distribuzione del potere, la tutela dei deboli. Poi finirà, divorata da una controparte che ha ripreso slancio; o, più spesso, da se stessa. E ricomincerà il ciclo. Non parlerei di paletti. Se mai di piattaforme, sulle quali il nuovo egoismo dovrà montare. In un ciclo che vede sostanzialmente sempre vincente la "destra" (l'"egoismo") e pure tende -a regime corretto- verso un miglioramento della situazione. Che vede sostanzialmente sempre perdente la "sinistra": perchè, appena vince, si trasforma in "destra". Ecco perchè, se ricordi, ho detto che sinistra non è "stato", è "tensione". In conclusione: niente "generosi", veri o finti; niente "paletti"; niente "guardiani". Non nella mia narrazione. Buona notte.
Certa gente ha decisamente troppo tempo libero