Braccialetti controlla-spazzini a Livorno
di ADNKRONOS
Gli spazzini di Livorno saranno dotati di un braccialetto che invierà un impulso elettronico ogni volta che svuoteranno un cestino dei rifiuti. La novità riguarderà presto i lavoratori della società che si è aggiudicata l’appalto dei servizi della pulizia stradale della città (anche se non i dipendenti dell’Aams, l’azienda municipale che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti).
Una decisione che ha scatenato una polemica facendo infuriare i sindacati. Il Comune è intervenuto spiegando che non si tratta di sistemi di controllo a distanza dei lavoratori e che ” parlare di modello Amazon è ridicolo”.
Il dispositivo mobile, che sarà sistemato al polso dei dipendenti dell’azienda, dialogherà con un secondo apparecchio fisso che verrà montato su tutti i cestini da svuotare. Quando l’operatore svuoterà il contenitore, dal braccialetto partirà un segnale alla volta di un apparecchio remoto a cui confermerà l’avvenuta operazione. Tutto ciò permetterà di verificare che il lavoro venga effettivamente eseguito.
I sindacati hanno subito protestato contro la novità sollevando grossi dubbi sulla legittimità dell’utilizzo dei braccialetti elettronici, ritenuti al tempo stesso eccessivamente invasivi e limitanti della dignità dei lavoratori. E, come forma di contrasto, si sta pensando di chiedere l’intervento sia dell’Asl che dell’Ispettorato del lavoro. I
Il Comune però non ci sta e attacca le organizzazioni dei lavoratori. “Le notizie diffuse dai sindacati – precisa in un post sul suo profilo Facebook il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (M5S) – sono prive di fondamento. Né Aamps, né le società che lavorano con la società partecipata dei rifiuti, né tantomeno questa amministrazione, permetterebbero mai l’uso di sistemi di controllo a distanza dei lavoratori, che sono contrari alla legge”.
“Quello che ci caratterizza invece è il rispetto per i soldi dei cittadini. Per questo abbiamo dotato i lavoratori di Avr di un dispositivo che certifica l’avvenuto svuotamento dei 2500 cestini dell’immondizia, che stiamo finendo di installare in città – spiega Nogarin – Nessun sistema di geolocalizzazione, né di monitoraggio della produttività dei dipendenti”.
“E’ invece un modo per verificare che un servizio fondamentale come lo svuotamento dei cestini, pagato dai livornesi con la Tari, venga svolto regolarmente – sostiene Nogarin – Questo dispositivo, tra l’altro, è già utilizzato da anni a Lucca dalla stessa Avr per certificare la raccolta porta a porta e fornire la tariffa puntuale gli utenti. Ma i casi in Italia sono numerosi. Prima di oggi, curiosamente, nessuno aveva sollevato polemiche. Parlare di modello Amazon è ridicolo e fuori luogo”.
Per la Fp Cgil si tratta invece di “una misura inaccettabile che lede la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”. “Ci sono già i superiori delle aziende – si sottolinea – a controllare se il servizio è svolto o meno, oltre che molti mezzi muniti di Gps. Ci sembra assolutamente inadeguato andare oltre queste misure, più che sufficienti. Come sindacato ci siamo già presi la responsabilità di costruire un contratto di lavoro che rispondesse alle esigenze aziendali e degli utenti che pagano le tasse. Non siamo disposti a cedere altro, né sul costo del lavoro né sui meccanismi di controllo”.
Secondo la Funzione Pubblica Cgil “i problemi nel comparto sono altri, a partire dalla salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto a fronte di un aumento di lavoro manuale, e sarebbe bene che le aziende e le istituzioni si occupassero di questo, anziché di controlli che a poco servono e che ledono la dignità dei dipendenti. Prima di apprendere la notizia avevamo chiesto un incontro all’Anci Toscana. A questo punto diventa indispensabile farlo quanto prima. Se non dovessimo ricevere risposte, siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione di tutto il comparto a difesa e tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nell’igiene ambientale”, conclude la Fp Cgil.
Quello che deve giustamente preoccupare non è solo un sistema illegale di controllo , sarebbe già molto grave, ma il suo abbinamento ad un sistema quello della raccolta porta a porta altamente inefficiente . I dati che vengono diffusi , a Reggio E. la modalità è presente da diversi anni ed è stata recentemente ampliata, sono tecnicamente assai discutibili in quanto generalmente abbinati alla raccolta differenziata fatta però prevalentemente con modalità prevalentemente diverse. Il presupposto ideologico della modalità di controllo illustrata è quello di sostenere che il metodo sarebbe ottimo ma le difficoltà sono da imputare agli operatori che non si impegnano per i meravigliosi risultati possibili. Altra importante notizia falsa illustrata è che mediante queste metodologie siano possibili tariffe puntuali, il risultato non è tecnicamente possibile per le tante modalità di smaltimento del rifiuto e la alta variabilità, per esempio si confonde la numerosità del vuotamento del contenitore dell’indifferenziata con la quantità conferita. Per gli “esperti” quindi 5 vuotamenti da 0,5 Kg/cad. sono enormemente di più di un unico conferimento da 10 Kg. . Il vantaggio? Ovvio l’azienda che fa la raccolta può avere un maggiore ricavo, tanto pagano i cittadini.