Destra economica e sinistra ideologica: il solito abbraccio mortale sulla Siria
di OLTRE LA LINEA (Roberto Siconolfi)
Anche nei confronti della Siria si realizza l’abbraccio mortale e strangolatore di popoli effettuato dalle parti “reazionarie” e di “destra del capitale”, con quelle “umanitarie” e di “sinistra della politica”. Nella guerra in Siria si mette insieme un coacervo di interessi economici, politici e militari da un lato ed ideologici, culturali, e psicologici dall’altro.
Andando ad analizzare questa doppia conformazione vediamo innanzitutto come le strutture politiche “imperialiste” nazionali e sovranazionali si sono coalizzate nei confronti del cosiddetto “regime” di Assad.
USA, Francia, Inghilterra e NATO, si sono già pienamente mobilitate sulla scorta del ritrovamento “farlocco” delle armi chimiche. L’economia di guerra è fondamentale per vari motivi, innanzitutto per mantenere l’attività di varie multinazionali, come quelle delle armi, e poi per tenere l’equilibrio geopolitico in stato di perenne seppur leggero conflitto.
Crediamo, infatti, che l’attacco non andrà avanti fino a fondo, bensì sia parte di una più ampia strategia volta a tenere la Siria in uno stato di destabilizzazione permanente. Già l’anno scorso accadde che, sulla base di false prove mediatiche, la presidenza Trump decise il bombardamento “lampo” della Siria. Da allora il governo legittimo del presidente Assad era riuscito nell’annullamento quasi totale della resistenza sovversiva, o meglio del terrorismo interno, grazie anche ad un consolidato lavoro di supporto della Russia.
Ma questa situazione di normalizzazione, sempre più tendente al ristabilimento completo dell’ordine, non andava bene alla coalizione NATO e ai “poteri forti” ad essa collegati. Ritornando allo schema descritto all’inizio, ricordiamo che la Siria è uno dei pochi stati mondiali a non avere una banca Rothschild, e questo fattore, è sicuramente un altro punto dolente sul quale riflettere.
Per fortuna, all’interno di questa operazione di “guerra d’aggressione”, categoria camuffata nella neo-lingua “orwelliana” e “imperialista” in operazione di “polizia internazionale”, non ci sono stati grossi danni, considerato che il bombardamento è stato limitato e poco incisivo. Inoltre, buona parte dei missili da crociera lanciati, definiti sadicamente “belli, nuovi e intelligenti”, è stata abbattuta; a testimonianza di una certa difficoltà “bellica” della coalizione, come sottolineato anche dai media israeliani.
Il mainstream mediatico è poi il grande protagonista della vicenda. Bene ha fatto la diplomazia russa ad incolparlo per questo intervento. Se l’attacco in Iraq fu giustificato con l’esibizione della “famosa” fialetta al consiglio dell’ONU da Colin Powell, stavolta il pretesto è stato fornito dalla campagna di Fake News creata ad arte dai media.
Ricordiamo anche l’opera di disinformazione “costante” e “pervasiva” attuata dal famigerato Osservatorio per i Diritti Umani in Siria – che però ha sede a Londra. Ma “della Siria non si butta via nulla”, asseriscono i magnati della manipolazione mediatica, e le immagini “strappalacrime” dei bambini gasati sono state “girate” come in uno dei miglior studi di Hollywood.
Se lo sciacallaggio becero e reazionario dei “saccheggiatori di popoli” è una costante di tutta la fase post 1989, e un qualcosa che ha comunque dei cardini metastorici che si ripetono da sempre, peculiare è il ruolo svolto da quella coalizione di forze “ideologico-politica” che possiamo definire la “nuova socialdemocrazia totalitaria”.
Verrebbe da ridere, se non facesse piangere, sul fatto che i tifosi della sinistra, nostrana ed europea, non abbiano dormito sogni tranquilli al pensiero dell’affermazione del Front Nazional in Francia, per poi ritrovarsi un presidente guerrafondaio, e anche fortemente anti-migratorio, come Macròn.
L’umanitarismo falso-pacifista è la copertura ideologica delle operazioni NATO, a partire dai Balcani per arrivare all’Ucraina.
Il tutto, ovviamente, passando per le “maledette primavere” arabe, quando in combutta alle bombe franco-americane gruppi di giovani occidentalisti facinorosi, pur di “fumarsi due canne” ed inneggiare alle pseudo-libertà, hanno favorito la destabilizzazione di un’intera area sovrana.
Altro ruolo fondamentale è quello giocato in questa vicenda, come in altre analoghe, da tutti quei soggetti ai quali il sistema finanzcapitalista mondiale concede grandi margini di ricchezza economica e di manovra ideologica. Essi sono espressione dell’attuale “ceto intellettuale” e per comodità esplicativa e mediatica possiamo definirli “radical-chic”. A tutti gli effetti sono già essi gli esecutori del sistema autoritario, ipotizzato proprio da Luciano Gallino come uno sbocco “possibile ma scongiurabile”, ma che nella teoria del professore torinese si pensa sia ancora da venire.
In merito, celebre è la foto-campagna “col naso tappato” lanciata da Roberto Saviano, uno dei più grandi pervertitori del sistema e dell’armonia collettiva – ricordiamo i devastanti effetti emulativi nella Città di Napoli derivanti dal romanzo “Gomorra”.
Gli altri Fabio Volo, la Littizzetto, ecc, non meritano nemmeno tanta attenzione. C’è solo da meravigliarsi di come ci sia tanto seguito verso produttori di tale paccottiglia letteraria, e programmazione TV da “post- mezzanotte” con tanto di bollino rosso ed in palinsesto con la pornografia.
Vergognosa è anche la posizione assunta dal capo del M5S Luigi di Maio. Con il loro schierarsi a favore della NATO, il partito, o meglio la setta, della Casaleggio Associati si è guadagnata a piene mani il ruolo della “nuova sinistra globalista” e “guerrafondaia” giocato nel tempo dai vari Blair, Prodi, D’Alema, Clinton, ecc.
La questione di fondo è la seguente: volente o nolente questa gente sta scherzando con le vite umane, concetto che andrebbe ribadito a questi presunti partigiani della pace e della benevolenza. Immaginiamo cosa possa significare per davvero un conflitto mondiale, sul nostro territorio. Immaginiamo cosa sia, già oggi, un conflitto armato in paesi lontani ma non per questo meritevoli della “barbarie guerrafondaia atlantica”.
Adesso, solo per affermare la “superiorità civile americana” o quella “razziale da popolo eletto d’Israele” – ridete! – dovremmo consentire che si porti terrore e morte al mondo intero?
È ora che la sana gioventù europea, tutta, e che il genuino movimento di ribellione dei popoli d’Europa prenda coscienza della problematica ed inizi a trattarla nel modo più opportuno e sentito.
Per un rilancio integrale dell’azione politica di una vera Europea è fondamentale:
• Controbattere con le armi della critica in ogni terreno e spazio di democrazia disponibile o “ancora disponibile”!
• Contrapporsi alle fandonie diritto-umaniste in modo positivo e cioè affermando il diritto del popolo siriano, a poter vivere in pace e in armonia la propria sicurezza di stato sovrano!
• Difendere e rilanciare le possibilità di una nuova Europa. Un’Europa che si allontani da uno schieramento oramai obsoleto e senza senso, la NATO, e che possa guardare ad Est con la lungimiranza di una “visione geopolitica multipolare” e che assicuri la pace tra i popoli.
Se i media, e i paladini della sinistra “mondialista” ed “anti-popolare”, pur di difendere le loro posizioni di potere, hanno intenzione di trascinare l’Europa in un ennesimo conflitto mondiale, la risposta dovrà essere la rimozione definitiva di queste forze dalle nostre comunità.
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