Riunione FSI Lazio a Cave (Roma)
Il giorno 22 Aprile 2018 si è tenuto un incontro informale del FSI-Lazio presso Cave, a casa della socia Silvia Bertini. L’incontro è stato effettuato con l’obiettivo di:
– Riunire i soci per creare ulteriore affiatamento dopo l’esperienza elettorale;
– Condividere e commentare i principali punti e attività da portare avanti nei mesi a venire.
I presenti sono stati: – Stefano Rosati – Leonardo Rubini – Nino di Cicco – Silvia Bertini – Federico Musso – Claudia Vergella – Luca Paciotti. Data la natura informale dell’incontro erano presenti anche le rispettive compagne/compagni. Sono stati condivisi i seguenti punti: – Sede per FSI: Stefano Rosati comunica che a breve andrà a vedere una sede in piazza Barberini gentilmente messa a disposizione dal socio Giulio Perugini. Silvia Bertini fa sapere che a partire dal 2019 potrà mettere a disposizione una sede non ufficiale presso casa sua a Cave (RM), in particolare un ufficio dotato di rete internet e stampante. Questa potrebbe essere sfruttata per coordinare i militanti su Frosinone e Latina. – Volantinaggi e Banchetti: Fino al 27 Maggio 2018, giorno in cui si svolgerà l’Assemblea Nazionale di FSI, saranno effettuati il numero massimo di banchetti e di volantinaggi per pubblicizzare l’Assemblea. I soci sono già attivi per decidere luoghi, giorni e orari. – Referendum sul trasporto pubblico a Roma dove FSI aderirà, come “Riconquistare l’Italia”, alle iniziative promosse da comitati contrari alla liberalizzazione e privatizzazione del trasporto pubblico locale nell’area capitolina. Rosati sottolinea la necessità di effettuare un nostro volantino sul tema da distribuire nei nostri banchetti e di affiancare i comitati per il no in alcune loro iniziative. – Spettacoli teatrali Si promuove lo spettacolo di Riccardo Paccosi di FSI, “IL RATTO DI EUROPA”, che avrà luogo in Viterbo e Rieti rispettivamente il 18 e 19 Maggio 2018. Si valuterà la possibilità di portarlo anche a Roma. – Promozione di documenti e temi di FSI. Si propone di continuare l’ottima esperienza dei soci Toscani e Lombardi, creando, da qui alla prossima Assemblea nel 2019, occasioni di incontri pubblici su Roma e Provincia per esporre i documenti di FSI e temi legati al tema della sovranità. Una prossima seduta informale, da allargare anche ad altri soci laziali, sarà convocata tra giugno e settembre 2018.
Silvia Bertini
Si pubblica la relazione fatta dalla socia Anna maria Moretti sulla situazione ATAC:
In occasione del Referendum per la liberalizzazione del tpl stanno nascendo diversi comitati a difesa di un trasporto locale pubblico a totale gestione comunale. Attualmente Atac è una SpA con il Comune di Roma come suo unico azionista. L’azienda effettua trasporto su gomma insieme ad un’altra società consorziata, la Roma Tpl e tutto il trasporto su ferro: tram, metro e ferrovie concesse, quest’ultime di proprietà della Regione Lazio. In occasione dell’assemblea costituente del comitato per il No “Atac Bene Comune”, presieduto dal consigliere On. Fassina, sono emersi diversi fattori di criticità sia aziendali che relativi all’assetto urbanistico di Roma. Il debito Atac in gran parte è nei confronti del Comune, di Roma Tpl e di FS. Nel caso dei primi due creditori la questione è complessa e legata al debito del Comune di Roma maturato nel corso di varie giunte e che attualmente non può essere preso in carico dalle casse comunali. A Dicembre 2017 l’attuale giunta ha votato l’apertura della procedura di concordato per Atac. A inizio marzo il giudice fallimentare ha giudicato insufficienti le azioni di risanamento messe in atto dall’azienda. Di fatto si è proceduto ad un innalzamento dell’orario di lavoro del personale viaggiante, ad una modifica dei turni del personale operaio, ad una massiccia ripresa delle viste mediche sugli inidonei temporanei e all’apertura delle richieste di part time del personale amministrativo. A tutto questo si associa il ruolo dei sindacati confederali che di fatto non chiariscono quali saranno le altre strategie aziendali per il piano industriale definitivo. A questa premessa vanno fatte ulteriori considerazioni. In occasione dell’assemblea del comitato Atac Bene Comune sono intervenuti l’urbanista Berdini e l’Ingegnere dei trasporti Antonio Alei. Entrambi hanno riportato con chiarezza i problemi di viabilità della città di Roma tutt’altro che a misura di traffico veicolare scorrevole, ancor meno per il transito di mezzi pubblici, sia di superficie che sotterranei. Dai primi anni del ‘900 la crescita urbana della città è stata scarsamente regolamentata e qualsiasi tentativo è stato poi denaturato da nuovi piani regolatori. L’urbanizzazione ha così visto la crescita esponenziale delle borgate e l’occupazione di terreni agricoli lasciando come uniche vie di raccordo le strade poderali che andavano ad unirsi alle vecchie vie principali (Cassia, Flaminia, ecc.). Attualmente Roma risulta occupare una superficie maggiore di altre metropoli europee ma con una minore densità di popolazione che risulta essere distribuita in modo disomogeneo praticamente a “macchia di leopardo”. Con questa situazione urbana a cui si associano: il problema della scarsità di corsie preferenziali, la difficoltà a fare gallerie per nuove metro e lo smantellamento della rete tranviaria, qualsiasi azienda che opera il trasporto pubblico a Roma può farlo solo a deficit. Questo anche ammettendo il pagamento dei titoli di viaggio da parte di tutti i viaggiatori perché, di fatto, è un introito fluttuante che rientra marginalmente nella programmazione di sviluppo a lungo termine. La fonte primaria delle aziende di trasporto è il Fondo Nazionale del Trasporto Pubblico ma negli anni lo Stato ha stanziato sempre meno soldi, soprattutto in occasione delle emergenze nazionali, decreti salva banche compresi. Lo Stato gira i soldi alle Regioni e poi ai Comuni. Anche in questo passaggio si può perdere qualcosa sempre a causa della morsa del pareggio di bilancio che, di fatto, comprime le possibilità di spesa degli enti locali ponendole facilemente a rischio debito. In conclusione: il trasporto pubblico di Roma ha bisogno di aggiornarsi alle nuove esigenze della città, ove possibile deve essere agevolato nel transito e nello sviluppo, deve avere nuovi e chiari obiettivi del management e del suo finanziatore primario senza pensare al profitto. Per tutto questo deve restare pubblico, in modo da poter essere garantito su tutto il tessuto urbano, anche laddove non converrebbe farlo arrivare come può essere nel caso dei Km fatti “a vuoto” o per la difficoltà di transito che di fatto rallentano la velocità commerciale.
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