Il Governo altro-europeista e i sovranisti
di STEFANO D’ANDREA
Il discorso altro-europeista di Bagnai, tenuto in una tavola rotonda svolta nel Parlamento Europeo, mi è piaciuto e le indiscrezioni sulle proposte che Tria starebbe per rivolgere alla Commissione Europea – accantonamento del Fiscal Compact, deficit al 3% con in più lo scorporo degli investimenti in infrastrutture dal calcolo del debito – pure mi piacciono.
Si tratterebbe di una politica altro-europeista, che non condivido nella maniera più assoluta, nel senso che mi auguro che un giorno un Governo Italiano persegua una politica non europeista (o anti-europeista), volta a liberare l’Italia dai vincoli europei e a restaurare la piena efficacia di tutta la nostra Costituzione economica. Tuttavia, da questo governo non si può e non si deve attendere altro. Il programma è altro-europeista e quindi dobbiamo sperare che venga effettivamente perseguita con fermezza e capacità questa politica.
Bagnai ha affermato che “Se mi si chiede quante possibilità ci sono che questa mediazione politica possa avere successo io non rispondo, perché adesso sono un politico e normalmente i politici non rispondono. Ma io lavoro perché questa mediazione si faccia“.
Io credo che nella mediazione l’Unione europea concederà poco e niente e solo dopo lunghe trattative.
Lo credo, sia per l’idea che ho dell’Unione Europea e per come quest’ultima si è fino ad ora comportata, sia, soprattutto, perché suppongo che l’Unione Europea sappia (o almeno creda) che, se dirà no o sarà disponibile soltanto a una modesta e apparente revisione, il Governo Italiano o dovrà accettare la controproposta di mediazione al ribasso oppure non avrà la forza di attuare il piano B, venendo a mancare il consenso di una parte rilevante della maggioranza che lo sostiene, sia tra i pentastellati sia nelle file della Lega.
Se ci sarà mediazione al ribasso, noi anti-europeisti e socialisti patriottici – a causa del significato generico che il termine sovranismo ha assunto, devo precisarlo; fino a poco tempo fa, avrei detto semplicemente noi sovranisti – troveremo nuovi consensi.
Se non ci sarà mediazione al ribasso e il Governo cadrà, ne troveremo ancora di più.
Se poi il destino vorrà che io stia sbagliando sulla capacità di tenuta del Governo nel momento decisivo, perché, rifiutata la mediazione al ribasso, il Governo non cadrà e miracolosamente recederà dai Trattati Europei, avremmo finalmente la situazione in cui le nostre proposte politiche diverranno concrete e attuali (esse presuppongono, infatti, l’uscita, sicché oggi non sono concrete e attuali).
Insomma, se il Governo perseguirà con fermezza la politica altro-europeista, in linea di principio agevolerà la strada che dobbiamo percorrere.
Resta l’ipotesi che si addivenga a una mediazione vera e consistente, non al ribasso. Non me lo auguro, francamente. L’onestà intellettuale mi impone di essere sincero. Ma anche in questo caso, sebbene dopo un po’ di tempo, sarà più facile, grazie ai risultati parziali che certamente verranno, convincere i cittadini italiani che i vincoli sono vincoli e limiti e non possibilità e che, quindi, vale la pena, e anzi è doveroso, abbandonarli tutti e non mantenere i nuovi, sia pure più tenui.
Perciò noi criticheremo anche severamente questo Governo con riguardo a singoli provvedimenti o anche soltanto a dichiarazioni dei suoi esponenti, se non condivideremo i provvedimenti e le dichiarazioni, in particolar modo se ispirati al liberalismo economico. Ma, pur desiderando che un giorno un Governo Italiano persegua una politica anti-europeista, credo che dovremo sempre apprezzare le dichiarazioni seriamente altro-europeiste e ancor di più atti formali altro-europeisti:
l’altro-europeismo del Governo, per le ragioni sopra indicate, rafforza il sovranismo o socialismo patriottico.
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