Politici e non “venditori di pentole”…
di NINO DI CICCO (FSI Roma)
Oggi ricorre il ventennale della morte di Amintore Fanfani, scomparso a Roma il 20 novembre 1999.
Senza dubbio uno dei giganti della Prima Repubblica, Padre Costituente, 5 volte presidente del Consiglio dei ministri, tre volte presidente del Senato, due volte segretario della Democrazia Cristiana e anche presidente del partito, Ministro degli affari esteri, dell’interno, del bilancio e della programmazione economica, unico italiano presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Tra i suoi contributi più importanti ricordiamo:
– la promozione del “Piano Fanfani” per l’edilizia residenziale pubblica che, attraverso la costruzione di alloggi per le famiglie a basso reddito, favorì il rilancio dell’attività edilizia e l’assorbimento di un considerevole numero di disoccupati;
– la nazionalizzazione dell’energia elettrica, attraverso l’istituzione dell’ENEL;
– l’estensione dell’obbligo scolastico fino ai 14 anni e l’istituzione della scuola media unica (con i libri di testo gratuiti per i non abbienti);
– l’aumento delle pensioni del 30% che portò le pensioni medie a circa centomila lire l’anno;
– l’avvio di numerose opere infrastrutturali, tra cui l’Autostrada del sole.
Dobbiamo a lui la formulazione del primo comma dell’art. 1 della nostra Costituzione:
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.
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