10 fatti che raccontano a che punto è l’incredibile mondo delle criptovalute e delle blockchain in 10 aneddoti
di BUSINESS INSIDER ITALIA (Giuditta Mosca)
Il mondo delle critpovalute è frizzante, in continuo movimento, così come quello delle Blockchain. Un ecosistema variegatissimo, anche se agli onori dei media arriva solo in parte.
Al momento in cui scriviamo le criptovalute sono 1.640, scambiate su 11.468 diversi mercati. Hanno un valore di capitalizzazione totale di 333,3 miliardi di dollari e, nell’arco di 24 ore, ne vengono scambiate per un controvalore di 15,1 miliardi. Il Bitcoin, la regina incontrastata, detiene il 38,1% del mercato (Dati coinmarketcap.com)
La letteratura a supporto di entrambe queste tecnologie è corposa e a tratti complessa da comprendere appieno anche per gli addetti ai lavori. Per rendere più comprensibile il fenomeno e, in quale modo entra o entrerà nelle nostre vite, prendiamo spunto dall’attualità più recente, e costruiamo un quadro di insieme grazie a 10 esempi reali.
1. Le banche italiane
Il 4 giugno 2018 l’Associazione bancaria italiana (Abi) ha annunciato che 14 istituti di credito, battenti il tricolore, hanno avviato i test di una Blockchain. Questa notizia offre uno spunto importante: criptovalute e Blockchain sono sì un tutt’uno, ma quest’ultima può vivere senza la prima. Infatti le 14 banche non vogliono né creare né diffondere una o più criptovalute ma vogliono abbattere i costi delle transazioni, garantendone nel contempo sicurezza e aumentandone l’efficienza operativa.
Nella nota ufficiale Abi si legge che gli scopi dei test sono: “Verificare la possibilità di ottenere vantaggi derivanti dalla trasparenza e visibilità delle informazioni, dalla maggiore velocità nell’esecuzione delle operazioni e verificare la possibilità di poter effettuare verifiche e scambi direttamente sull’applicazione”.
2. I pionieri pagano per tutti
Non tutti i pionieri hanno trovato l’oro ma quasi tutti hanno contribuito a disegnare una mappa del tesoro utile ai posteri.
Il Bitcoin farà la fine di Napster, il sistema peer to peer per la condivisione che permetteva lo scambio di file musicali, caduto sotto il peso delle palle di cannone del copyright, almeno secondo Brad Garlinghouse, Ceo di Ripple, azienda che fornisce un protocollo per il trasferimento di fondi in tempo reale. Il fatto che Garlinghouse sia uno che se ne intende non ci autorizza a credere che dalla sua bocca esca solo oro colato e, contemporaneamente, il Bitcoin può anche defungere ma l’idea di una valuta che possa esistere al di là della benedizione dei governi e delle banche centrali no. Può soltanto evolvere e incontrare il favore dei regolatori.
3. Entità diverse unite nel nome dei pagamenti
L’americana Akamai e la giapponese Mitsubishi UFJ Financial Group (Musg) hanno annunciato una rete di pagamenti basata sull’architettura Blockchain. Il gruppo americano fornisce un ambiente per la distribuzione di contenuti su internet, mentre Mufg è una holding bancaria. L’intento comune è quello di creare un canale distribuito di pagamenti che offra sicurezza, trasparenza e scalabilità in grado di supportare più di un milione di transazioni al secondo, con relativo sgravio di costi sia per gli istituti di credito che aderiranno al circuito, sia per i clienti finali.
4. Ci vuole un fisco bestiale
Lo scorso 30 maggio i deputati spagnoli hanno sostenuto all’unanimità un’iniziativa per scrivere norme chiare relativamente alla Blockchain e alle criptovalute, in questo caso soprattutto i Bitcoin. Verrà quindi creato un ambiente di test (chiamato “sandbox normativo”) che tenga conto della necessità di mantenere la natura disintermediata delle criptovalute, della necessità di rinforzare le startup del fintech e che non permetta a chi ne farà uso di sottrarsi alle adempienze fiscali.
5. 110 milioni di buone ragioni
La startup irlandese Circle ha raccolto investimenti per 110 milioni di dollari a metà maggio del 2018, per creare una criptovaluta poco volatile, ovvero non troppo in balìa delle oscillazioni vertiginose del proprio valore. Circle è attiva anche in Italia dal mese di settembre del 2017 e, tra i suoi finanziatori della prima ora, figura anche la banca d’affari Goldman Sachs. La nuova valuta si chiama Circle Usdc e sarà agganciata al valore del dollaro americano, per mantenere una stabilità maggiore. Analisti e tecnici confidano nel fatto che questa sarà la prima di una lunga serie di criptovalute che ne imiteranno il modello.
6. Independence day
Il 31 maggio 2018 Tron ha lanciato la propria blockchain, in versione beta, decidendo quindi di staccarsi da quella di Ethereum, l’addio dovrebbe essere definitivo durante i primi giorni di questa estate. Tron è una criptovaluta legata al mondo dell’intrattenimento. Al momento attuale vale poco meno di 60 centesimi di dollaro (0,00000781 Bitcoin) e ha un valore di mercato vicino ai 4 miliardi di dollari americani.
7. Guadagnare è un gioco
Il colosso giapponese Gmo Internet Group fornisce una vasta gamma di servizi internet che vanno dall’infrastruttura ai media, passando dalla sicurezza e dalle piattaforme sociali. Alla fine del mese di maggio di quest’anno ha deciso di lanciare un’app, chiamata Crypto Chips, che permetterà ai videogiocatori di Whimsical War di ricevere ricompense in Bitcoin quando raggiungono un obiettivo del gioco e in base alla loro posizione nella classifica generale. Un’idea limitata a un solo gioco e a una sola criptovaluta, ma probabilmente capostipite di un sistema di remunerazioni che terrà banco nel prossimo futuro.
8. La voce olandese è fuori dal coro
Il Bureau for Economic Policy Analysis (Cpb) olandese ha presentato un rapporto sui rischi per l’economia, giungendo alla conclusione che le critpovalute non rappresentano un rischio. Questo a causa della loro bassa capitalizzazione. Questo non vuole dire, e il rapporto lo enfatizza, che la strada delle criptovalute sia priva di incertezze ma, allo stato attuale delle cose, va considerato che le persone preferiscono utilizzare le valute ufficiali per fare acquisti e transazioni. I problemi maggiormente evidenziati dal Cpb sono: finanziamenti al crimine, truffe e volatilità delle valute virtuali. Problemi reali su cui i legislatori dovranno chinarsi.
9. L’Olanda insegna, il Belgio fa
In Belgio è stato creato un sito web che ha un duplice scopo: da una parte vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, mostrando esempi pratici di truffe commesse in nome delle critpovalute e, dall’altra parte, è un sistema di denuncia delle truffe stesse. Tradotto in italiano il nome dell’iniziativa è “Troppo bello per essere vero”, con un evidente richiamo al vecchio adagio (non solo digitale) secondo cui nessuno regala niente e se un affare appare spregiudicatamente vantaggioso, allora c’è il grande rischio che sia un business farlocco.
10. Quanto varrà il Bitcoin tra 10 anni?
La domanda è tendenziosa e anche priva di scrupoli. Nessuno (o pochi) chiederebbero quanto varranno il dollaro, l’euro o la sterlina tra 10 anni, tanto meno le risposte possono essere ritenute attendibili. Previsioni (quindi tutt’altro che una scienza esatta) su un periodo così lungo appaiono anacronistiche e insensate. La domanda però è stata fatta a diversi analisti, e le risposte sono state diverse. Secondo l’economista americano, Kenneth Rogoff il Bitcoin tenderà a scendere fortemente; al contrario secondo i tecnici del comparto ci sarà una forte rivalutazione che inizierà quando gli investitori istituzionali punteranno dritti sulle criptovalute.
Cosa ci insegna tutto ciò?
Il mondo delle criptovalute è giovane e anarchico, con figlioli a volte poco prodighi che, quando apprendono a camminare con le proprie gambe, lasciano il nucleo in cui sono cresciuti per intraprendere la propria via. Dall’altra parte un numero sempre maggiore di governi ha compreso l’impossibilità di fermare il fenomeno e si appresta, peraltro con un certo entusiasmo, a regolamentarlo. Per il momento è un mondo volatile, fatto di grandi speculazioni, ma l’idea di un canale alternativo di pagamento e investimento decentralizzato e per lo più sconnesso da banche nazionali e sovranazionali appare essere la strada di un futuro forse non prossimo, ma inarrestabile. La Blockchain, dal canto suo, viene utilizzata per aumentare la sicurezza delle transazioni, ridurne il costo e offrire una (quasi del tutto) inedita trasparenza.
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