Le multinazionali lasciano l’Iran per timore delle sanzioni Usa
di GLI OCCHI DELLA GUERRA (di Roberto Vivaldelli)
Mentre il presidente Donald Trump sembra essere pronto a trattare con Vladimir Putin l’uscita degli Usa dalla Siria al summit del 16 luglio in programma a Helsinki, Washington aumenta la pressione su Teheran. Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione Usa più di 50 multinazionali avrebbero manifestato la volontà di lasciare il Paese per via delle sanzioni che verranno imposte contro la Repubblica Islamica. Gruppi come Total, Peugeot e Siemens hanno annunciato che interromperanno i rapporti con l’Iran per timore dell’impatto delle sanzioni statunitensi – anche se i loro Paesi d’origine, come la Francia, continuano a sostenere la validità dell’accordo sul nucleare iraniano. A riportarlo è il Financial Times.
“Pressione massima sull’Iran”
“Stiamo stati chiari con i Paesi e le aziende di tutto il mondo – ha ribadito ai giornalisti Brian Hook, un funzionario del Dipartimento di stato – stiamo esercitando una forte pressione sull’Iran fino a che il regime non cambierà le sue politiche destabilizzanti”. Hook ha aggiunto che lo staff dell’amministrazione Trump ha già visitato 13 paesi in Europa e in Asia per “avvertire i governi e il settore privato dei rischi di continuare a fare affari con l’Iran”.
Donald Trump si è ritirato dall’accordo nucleare multilaterale con l’Iran lo scorso 8 maggio, sottolineando che gli Stati Uniti non potevano più accettare le ambizioni regionali di Teheran, il suo programma di missili balistici o il rischio che un giorno il Paese potesse dotarsi di un’arma nucleare. La scorda settimana, l’Ufficio Ofac (Foreign Office of Foreign Assets Control) del Dipartimento del Tesoro ha revocato le licenze che sono state emesse in connessione con il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), limitando drasticamente l’importazione negli Stati Uniti di moquette e prodotti alimentari di origine iraniana.
L’amministrazione Usa prevede, inoltre, dopo il 4 agosto, di imporre le sanzioni sospese precedentemente sul commercio delle automobili, dell’oro e di altri metalli. La seconda “ondata” di sanzioni, che partirà il 4 novembre di quest’anno, si concentrerà invece sul petrolio e sulla banca centrale iraniana.
Le contromosse dell’Iran e dell’Ue
Come riportato da PressTv, il ministro degli esteri iraniano e i rappresentanti dei cinque Paesi che sostengono l’accordo sul nucleare del 2015 – cioè Cina, Francia, Germania, Russia e Regno Unito – s’incontreranno venerdì nella capitale austriaca, Vienna, per discutere dei modi per mantenere in vita l’accordo internazionale dopo il ritiro degli Stati Uniti. “Alla riunione, che si terrà su richiesta dell’Iran, i ministri degli esteri dell’Iran e delle cinque potenze mondiali discuteranno un pacchetto europeo di proposte e meccanismi per proteggere l’accordo”.
Dalla Svizzera, dove in queste ore ha incontrato l’omologo svizzero Alain Berset, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha ribadito che “l’Iran rispetta le normative internazionali, inclusi i trattati di non proliferazione”. L’accordo, ha sottolineato Rouhani, ” è internazionale e multilaterale” e il ritiro di Trump “dimostra la mancanza di impegno da parte degli Stati Uniti nei confronti degli obblighi internazionali”.
Secondo l’ambasciatore Luca Giansanti, che ha pubblicato un’analisi al riguardo sul sito dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), “ovviamente non si tratta solo di tutelare interessi economici e commerciali. C’è ben altro in gioco per la Ue. In primo luogo la sicurezza della regione mediorientale (compreso Israele) e dell’Europa, che sarebbe compromessa dall’eventuale venire meno dell’accordo il cui obiettivo è di evitare che l’Iran sviluppi l’arma nucleare e che prevede il regime di ispezioni internazionali più intrusivo mai creato (per la cui vigenza non sono previsti limiti temporali), ma anche la tutela di un sistema multilaterale basato sulle regole, sul diritto e sui principi internazionali, cruciale per un sistema aperto come quello europeo”.
FONTE: http://www.occhidellaguerra.it/le-multinazionali-lasciano-liran-timore-delle-sanzioni-usa/
Commenti recenti