Non siamo condannati a veder peggiorare tutto per sempre
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Chi ripete compulsivamente che il mondo è cambiato e che le “ricette del passato” – cioè quelle adottate nel trentennio postbellico – non funzionerebbero (additando chi auspica un ripristino del protagonismo statale sull’economia come passatista) ignora o finge di non sapere che le “ricette moderne” neoliberali sono state concepite tre secoli fa e adottate per l’intero arco della storia contemporanea, eccezion fatta per quel trentennio glorioso. Il fatto che in quel trentennio si siano registrati i più elevati livelli di crescita economica e di benessere sociale della storia dell’umanità è un’evidenza da non considerare?
L’unica cosa che è cambiata è la nostra testa: ci hanno convinto che il mondo deve peggiorare perché stavamo troppo bene e in molti, troppi, hanno creduto a questa fandonia.
Il problema è che gli unici che guadagnano da questo sistema, cioè i detentori dei grandi capitali, sono gli stessi che controllano i mezzi di comunicazione di massa e per loro tramite i prodotti culturali di massa e gli intellettuali (opinion leader e influencer) che dovrebbero muovere critiche al sistema e proporre alternative.
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