Il Fronte Sovranista Italiano presenta “Il Puzzle Moro” di Fasanella a Rieti
Ieri pomeriggio per noi è iniziata così : “Ci sono pochi parenti, meno male!”, ovviamente non abbiamo nulla contro i nostri familiari, ma ieri, forse per la prima volta ad un nostro evento, erano più le facce poco conosciute che quelle note. Per noi è stata una bella soddisfazione. Molte persone ci conoscevano già, qualcuno ha chiesto informazioni, molti hanno lasciato i loro contatti. Sono già quattro anni che organizziamo incontri, conferenze, dibattiti, e l’ansia della partecipazione e delle presenze c’è sempre, è innegabile. La preoccupazione non nasce dalla vanità, ma dalla onesta voglia di farci conoscere e apprezzare. Vederci crescere e migliorare ad ogni passo ci riempie di orgoglio e ci rende più sicuri: ci organizziamo meglio, collaboriamo e condividiamo di più, e forse riusciamo a sollevare Stefano da qualche incombenza organizzativa. Mi chiedono spesso perché militi nel FSI, e la risposta è sempre più convinta: perché lì ci sono le persone migliori che conosco, le più determinate, le più visionarie, quelle con lo spirito di sacrificio maggiore, il loro esempio è sotto i miei occhi tutti i giorni. Forse la politica è questo: ispirazione, visione chiara di un progetto a lungo termine, comunità e condivisione. Questo mi insegna il FSI. Dopo l’ intervento di Stefano Rosati, Giovanni Fasanella delinea con chiarezza quello che è stato il nodo principale attraverso il quale si è sviluppata tutta la vicenda Moro: l’assoluta determinazione con cui i cosiddetti paesi “amici” hanno provato con ogni mezzo, lecito ed illecito, a mutilare la nostra Sovranità. Il caso Moro non è solo una “questione privata” di politica interna, ma l’intreccio, attraverso più di un decennio, di interessi internazionali che hanno condizionato la vita politica del nostro Paese; interessi sostenuti da una parte dello Stato connivente con essi, di traditori che hanno appoggiato loro a discapito della crescita politica, economica e sociale dell’Italia; ma, da Mattei a Moro, c’è stata una classe politica capace di opporsi alle ingerenze internazionali, e difendere il proprio paese. Questo non dobbiamo dimenticarlo mai. Stefano conclude la presentazione con una citazione dalle lettere dal carcere di Aldo Moro: “io ci sarò ancora come punto irriducibile di contestazione e alternativa”. Noi ci auguriamo di essere degni della sua eredità.
Antonella Rossi
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