Gazebo sovranista a Trento
In un torrido pomeriggio ormai estivo (temperatura prossima ai 30 gradi) io, Matteo Ioriatti e Angelo Ramagini (quest’ultimo con gran cuore e 2 ore e mezza di treno per la sola andata) ci troviamo a Trento centro per inaugurare il nostro gazebo nuovo fiammante. Installiamo la postazione verso l’una, mentre persone accaldate si avvicendano frettolosamente verso mete indefinite; prepariamo gazebo, tavolo, bandiere, volantini e stampe dei documenti programmatici. Un primo avventore incuriosito si presenta ancora mentre siamo in fase di montaggio, e dopo quattro chiacchiere amichevoli se ne va con un nostro volantino. una seconda persona si fa avanti poco dopo per poi andarsene con un volantino e l’intenzione di approfondire i nostri siti. Cominciamo poi a distribuire volantini ai passanti, molti dei quali ci orbitano attorno a debita distanza non appena notano i volantini che abbiamo in mano, qualcuno finge di iniziare una telefonata, alcuni rispondono malamente con un netto diniego al volantino, qualcuno ce lo rende non appena, dopo aver chiesto di cosa si tratta, sente le parole “politica” e “partito”. Altri lo prendono e li osserviamo mentre proseguono il loro cammino leggendo il volantino. Altre persone si fermano incuriosite alla nostra postazione e se ne vanno poco dopo con il volantino. Verso le 16:30 Angelo parte per la seconda razione da due ore e mezza di treno verso le remote valli Altoatesine, io e Matteo smontiamo la postazione e andiamo a berci due birre fresche per sopperire a tutto il sudore versato a causa del caldo. Nell’insieme un’esperienza decisamente positiva, non tanto per la quantità (in verita abbastanza ridotta a causa degli orari non proprio felici) di volantini consegnati e di persone con cui abbiamo preso contatto, quanto per aver imparato o perlomeno rafforzato alcuni importanti insegnamenti: – solo parlando con le persone possiamo migliorare la nostra capacità di diffondere le nostre idee – ogni persona, anche quella che viene a farti una critica, ha qualcosa da insegnarti; per lo meno si impara come rispondere alle critiche – l’idea di portare il simbolo FSI in maniera ricorrente nelle vie cittadine non può che abituare le persone alla sua presenza e quindi sentirsi, via via, più incuriositi – la strada della militanza attiva è la strada giusta: è solo con la nostra passione militante che mostreremo di essere migliori, ed è così che vinceremo.
Avanti tutta, ci libereremo!
Federico Monegaglia
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