Le sue teorie delle spallate, cioè dell’impiego in grande stile di masse di soldati, accompagnato dall’utilizzo delle artiglierie di medio e grosso calibro per scompaginare i trinceramenti avversari e ridurre le forze austriache fino a costringere alla resa per esaurimento delle riserve, appartenevano ad una concezione strategica largamente diffusa nelle scuole di pensiero militare europee.