La baggianata delle generazioni
di Marco Trombino
Le recenti elezioni regionali tedesche nei Länder della Turingia e della Sassonia hanno fatto scalpore per i risultati che hanno visto affermarsi, con numeri molto significativi, partiti dissidenti quali AfD (Alternative für Deutschland) e BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit). In questo articolo non si analizzano i motivi di tale successo né i programmi delle due liste citate, ma si disamina l’aspetto demografico emerso da alcuni sondaggi.
È doverosa la premessa per cui AfD rappresenta un partito essenzialmente liberista, che non rinuncia alla solita smodata fiducia nei “mercati” per ottenere risultati economici e sociali che 30 anni di globalizzazione ci hanno dimostrato essere impossibili. Se Riconquistare l’Italia si trovasse di fronte un partito del genere nel nostro paese, lo riconoscerebbe immediatamente come avversario, anche solo per via delle istanze economiche.
Detto ciò, tutti i sondaggi di opinione concordano sul fatto che AfD ha raccolto una quantità enorme di consensi tra i giovani [1], con percentuali più alte di quelle delle fasce d’età anziane. Esattamente questo è l’aspetto su cui vale la pena spendere qualche considerazione.
In questi ultimi anni l’informazione del sistema ha cercato di farci credere che i giovani dei paesi occidentali rappresentino la generazione più “liberale” della storia, quella più innamorata degli ideali “woke”, la più compatta, la più liberista e immigrazionista, la più allineata alle istanze globaliste. Addirittura si è arrivati ad attribuirgli i nomi più stravaganti (e tutti anglosassoni, guarda caso) come “millenial”, “generazione X”, “generazione Z” e forse altre. I recenti risultati elettorali tedeschi dimostrano che queste categorizzazioni sono tutte baggianate.
L’attribuire etichette alle generazioni risponde ad una strategia propagandistica ben precisa. È un trucco per indurre il pubblico a pensare che se appartieni ad una certa fascia d’età appartieni ad una certa categoria, quindi devi avere un certo comportamento. Siamo di fronte ad uno stratagemma sottile e indiscutibilmente intelligente, ma che in Germania è andato a sbattere contro la realtà. In Turingia si scopre che i giovani, a larga maggioranza, ne hanno le tasche piene della globalizzazione; poi, che stiano facendo una scelta elettorale sbagliata è indubbio, ma non avrebbero scelto di votare AfD o BSW se pensassero che la vita in un mondo globalizzato e finanziarizzato sia il migliore dei mondi possibili. I risultati dei sondaggi di cui sopra parlano chiaro. Non c’è nessuna “generazione xyz globalista”, ci sono semplicemente cittadini che hanno certi ideali e cittadini che ne hanno altri, indipendentemente dalla fascia d’età, dal sesso, dalla professione, dalla regione di residenza e possiamo scommettere anche dal colore della pelle: non sarebbero possibili numeri così imponenti tra i partiti di protesta se anche giovani tedeschi di origine straniera non li votassero.
Allo stesso modo bisogna aspettarsi la stessa tendenza anche in Italia. Non è vero che i giovani italiani siano tutti indirizzati al globalismo; c’è una quantità, probabilmente crescente, di giovani che non ne possono più di essere presi in giro dal sistema. Sono meno visibili perché i media del potere ne nascondono l’esistenza e perché non sono organizzati. È urgente organizzarli. Ed è fondamentale che i ragazzi capiscano che la soluzione dei loro problemi sociali non sta nel votare la prima AfD che sbraita, ma nella demolizione del sistema economico che ha voluto il loro disagio. Un sistema che si chiama capitalismo liberista.
[1] https://www.nzz.ch/english/why-are-young-germans-voting-for-the-far-right-ld.1846613
Quelle regioni della Germania sono quelle con il maggior calo della popolazione. Pochi immigrati e tanti emigrati (interni). Probabilmente a lasciare quei luoghi sono anche più donne che uomini. Quindi il votante tipo di Afd è: un uomo, solo, di etnia tedesca, che non vuole lasciare il suo paese natale, molto incazzato con l’occidente che lo costringe a vivere male, pro Putin non perchè nostalgico del URSS ma perchè in fondo spera che possa distruggere l’occidente.
Purtroppo non ci dice molto della maggioranza dei giovani che abita nelle grandi città, ma è sicuramente un avanguardia dello stile di vita che un giorno sarà di tutti gli occidentali.