La NATO è inutile. O forse no.
di Marco Trombino
Recentemente anche fonti informative occidentali accreditate hanno confermato che il Gasdotto Nord, realizzato per trasportare gas naturale dalla Federazione Russa alla Germania, sia stato fatto saltare in aria da operatori ucraini, indicandone anche i nomi [1]; è stato spiccato anche un mandato di cattura da parte della magistratura tedesca nei confronti di un sospetto avente questa cittadinanza[2]. Ormai a sostenere la versione secondo cui sarebbero stati i Russi stessi a sabotare una loro infrastruttura, rimettendoci miliardi di dollari, ci sono rimasti solo gli Ucraini: nei paesi cosiddetti “occidentali” nessuno sostiene più una posizione tanto stupida, che non fa breccia nell’opinione pubblica tranne in quel segmento che fa finta di crederci perché pensa che sia nel suo interesse farlo.
Il fatto che l’infrastruttura strategica tedesca sia stata attaccata e distrutta da un Paese straniero ha un’implicazione. Si tratta di un atto che ha tutte le caratteristiche dell’aggressione militare e che dovrebbe, a rigore di logica, far scattare il famoso articolo 5 della NATO tale per cui se un membro dell’alleanza, in questo caso la Germania, viene attaccato, tutti gli altri hanno il dovere di difenderlo; tanto più che l’aggressore, ossia l’Ucraina, è ancora un Paese esterno alla NATO pur essendone un candidato. Un assalto militare ad una infrastruttura civile strategica non lascerebbe indifferente paesi come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti d’America o la Francia, se si pensa che gli USA si appellarono a tale articolo dopo i fatti delle Torri Gemelle (2001) anche se erano stati attaccati da un’entità non-statuale, ossia un’associazione terroristica che, per quanto criminale e spregevole fosse, era pur sempre un’organizzazione privata.
Nel caso del Gasdotto Nord non solo il governo di Berlino non ha chiesto l’intervento della NATO per difendere gli interessi strategico-economici del proprio popolo, ma non ha nemmeno cominciato a mettere in discussione l’adesione dell’Ucraina alla medesima alleanza. Si è visto confermare da fonti occidentali che gli assalitori della loro infrastruttura sono… gli alleati dell’Occidente stesso, e ha lasciato cadere nel vuoto eventuali conseguenze.
Ad un osservatore esterno verrebbe da pensare che la NATO sia un’organizzazione inutile, se non riesce a tutelare la sicurezza dei propri membri. Ma a guardare bene non è così.
La NATO serve eccome. È lo strumento armato attraverso il quale gli Stati Uniti d’America impongono la propria volontà militare ai loro vassalli. Che poi questi Paesi siano felici di essere vassalli è in buona parte vero, ma è un altro discorso. Durante i fatti dl 2001 gli USA si erano appellati all’articolo sulla difesa collettiva e gli altri membri si erano accodati, spedendo le proprie truppe in Afghanistan, subendo decine di morti e rimediando una sconfitta militare gravissima che ha messo in luce l’impreparazione militare e l’inconsistenza tattico-strategica dell’alleanza. Il fine della NATO è tutto qui: fare in modo che un egemone indichi il percorso ad un gregge obbediente. E, in questo, funziona alla perfezione. I fatti del Gasdotto Nord siano di lezione a chi sostiene in Italia che il nostro Paese dovrebbe “ritagliarsi una mobilità autonoma all’interno dell’Alleanza Atlantica come fa Erdoğan”. Se non lo permettono a Berlino, figuriamoci come sarebbe permesso all’Italia. La NATO è un consesso dove vige la regola che ci stai o te ne vai, e se ci stai devi obbedire. Senza compromessi. La vicenda del Gasdotto Nord non lascia spazio a nessun’altra interpretazione.
[1] https://www.wsj.com/world/europe/nord-stream-pipeline-explosion-real-story-da24839c
[2] https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2024/08/14/news/nord_stream_arresto_sabotaggio-14556060/
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