La Cina si apre all’Import, ma quanto?
di SICUREZZA INTERNAZIONALE
Nella nuova era costruiamo insieme un futuro condiviso. Questo è il tema della China International Import Expo, inaugurata direttamente dal presidente Xi Jinping a Shanghai il 5 novembre.
Si tratta la prima fiera a livello nazionale al mondo incentrata soltanto sul mondo delle importazioni. Un evento il cui valore va aldilà del solo incremento dei flussi di importazioni di beni e servizi sul mercato cinese e mira a mandare un messaggio chiaro e di natura politica. Tale messaggio è stato evidenziato dalle parole del presidente Xi Jinping nel suo discorso inaugurale: la Cina intende avviare una nuova tornata di politiche di apertura e “spontaneamente” apre il suo mercato al mondo intero.
La Cina si apre, mentre gli Stati Uniti si chiudono. Questo sembra essere il sotto-testo della China International Import Expo che vede la partecipazione di più di 3600 aziende espositrici provenienti da 172 paesi e una superficie espositiva di 300 mila metri quadrati. I prodotti esposti per quantità e valore rappresentano un record per le fiere cinesi. I prodotti ad entrare in Cina per la prima volta sono stati 5000 e comprendono molte specialità e prodotti tipici dei diversi Paesi del mondo. Durante la fiera, inoltre, Pechino ha creato una serie di “eventi collaterali” che comprendono incontri b2b di matching tra imprese e una piattaforma di servizi online permanente per la cooperazione.
Nel suo intervento, il presidente Xi Jinping ha ripetuto molte delle promesse che aveva già fatto al Boao Forum for Asia lo scorso 10 aprile. La Cina aumenterà le sue importazioni con un impegno che non è temporaneo, ma di lungo periodo e la China International Import Expo diventerà un appuntamento annuale, ha dichiarato il leader cinese.
Nei prossimi 15 anni, gli acquisti di beni e servizi stranieri da parte della Cina ammonteranno rispettivamente a 30 e 10 trilioni di dollari e anche i settori finora rimasti più chiusi nei confronti degli investitori stranieri – sanità, istruzione, servizi finanziari, telecomunicazioni, settore minerario – verranno aperti.
Xi Jinping ha anche annunciato che accelererà la creazione di una zona di libero scambio sull’isola di Hainan, mentre Shanghai otterrà maggiore autonomia nella gestione delle procedure giuridiche legate al “libero commercio”.
Le promesse del Presidente della Cina non suonano nuove alla Camera di Commercio Europea che rappresenta le aziende europee con presenza sul mercato cinese che le considera troppo vaghe e generiche. La Camera di Commercio Europea, nel suo post sul social media cinese Wechat, ha criticato fortemente il contenuto del discorso del presidente Xi Jinping affermando che la mancanza di dettagli specifici su come Pechino intenda mantenere le promesse fatte possa erodere facilmente la fiducia delle aziende europee nell’apertura del mercato cinese.
Secondo la Camera di Commercio Europea, il modello previsto da Pechino per cui le aziende straniere operano le aree economiche speciali – zone ben delimitate e “blindate” rispetto al resto del Paese – crea una distanza difficile da superare tra produttori e consumatori.
Molti analisti occidentali ritengono che le promesse di apertura e di facilitazione dell’accesso al mercato ripetute più volte da Xi Jinping – da Davos a Boao a Shanghai – devono ora essere seguite da azioni concrete di cui non vi è ancora traccia tangibile.
L’importanza strategica di una Fiera incentrata esclusivamente sull’import organizzata dalla Cina non può che rimandare alle tensioni della cosiddetta “guerra commerciale” in corso tra Cina e Stati Uniti. Xi Jinping ha reso la China International Import Expo un momento importante per ribadire la posizione del suo governo a favore di una Cina che crede fermamente nella globalizzazione e si erge a difensore del commercio multilaterale. Occorre cooperazione, non scontri, c’è bisogno di mutuo vantaggio e non di una vittoria unilaterale, ha dichiarato il presidente Xi Jinping nel suo discorso di apertura.
Nell’intervento non vi sono stati riferimenti diretti al presidente degli Stati Uniti Donald Trump o ai dazi e alla politica “America First” dell’amministrazione Trump, tuttavia appare chiaro come il posizionamento della Cina descritto dal suo Presidente si ponga in netta contrapposizione, almeno verbalmente, con le tendenze unilateraliste e protezionistiche statunitensi attuali.
Le tensioni tra Cina e Stati Uniti – dopo mesi di reciproca imposizione di dazi su beni e servizi – hanno visto una lieve de-escalation con il colloquio telefonico tra i due leader il 1 novembre scorso. Trump e Xi Jinping si sono accordati per la possibilità di un incontro bilaterale ai margini del G20 di Buenos Aires – dal 30 novembre al 1 dicembre – che potrebbe portare a una distensione dei rapporti bilaterali.
Il fondatore del gigante del web cinese Alibaba, Jack Ma, ha definito, nel suo intervento durante la China International Import Expo, la “guerra commerciale Usa-Cina la cosa più stupida del mondo”, affermando che il “commercio è volto alla pace e alla comunicazione” e che nel futuro, grazie alla tecnologia, non esisteranno più guerre commerciali.
L’Italia ha partecipato alla China International Import Expo con una delegazione corposa di 200 aziende che con una superficie espositiva a disposizione pari a 5300 metri quadrati e con la partecipazione diretta del vice presidente del consiglio e ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio.
Sicurezza Internazionale è il primo quotidiano italiano dedicato alla politica internazionale.
Consultazione delle fonti inglesi e cinesi e redazione a cura di Ilaria Tipà
FONTE: http://sicurezzainternazionale.luiss.it/2018/11/06/la-cina-si-apre-allimport-quanto/
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