Nasce “Salvaguardia”, il Comitato che vigila sui “malori improvvisi”
da QUOTIDIANO WEB (Giulia Bertotto)
Salvaguardia: Andrea Bergamo, vicepresidente del Comitato Salvaguardia, cittadino sposato che vive a Dolo (Venezia), si occupa da sempre di economia, ma dopo gli anni sconvolgenti della pandemia e della campagna vaccinale, qualcosa in lui è profondamente cambiato e ha deciso di offrire il suo aiuto perché “è difficile rimanere insensibili agli innumerevoli articoli di giornale che riportano continui casi di morte per malori improvvisi”.
Un dubbio che lo assillava è diventato un richiamo della coscienza, un dovere civico, e ha preso la forma di un comitato di indagine e di sostegno. Lo abbiamo intervistato per far conoscere questo importante progetto appena nato.
Quando nasce il Comitato Salvaguardia e qual è il suo obiettivo?
Il Comitato Salvaguardia è davvero molto giovane, è iniziato ufficialmente, da deposito dell’atto costitutivo, il 13 aprile 2023. I fondatori sono la dottoressa Elena Alberton nel ruolo di presidente e Francesca Zemella nel ruolo di consigliere, io in quanto portavoce. Queste due persone sono purtroppo drammaticamente coinvolte con la loro esperienza personale di perdita di un figlio a causa di un malore improvviso. Le indagini che ufficializzino la causa di morte sono ancora in corso. Enrico, il figlio di Elena aveva 41 anni, Saverio il figlio di Francesca ne aveva 27. Due eventi fatali di diversa natura ma con lo stesso epilogo.
Enrico ci ha lasciati improvvisamente, senza sintomi di particolare gravità, Saverio ha avuto un decorso meno improvviso ma comunque non atteso.
Due eventi inaspettati che hanno fatto nascere in Elena e Francesca la volontà di trasformare un momento doloroso in un progetto di solidarietà volto a salvare vite.
In effetti è difficile rimanere insensibili agli innumerevoli articoli di giornale che riportano continui casi di morte per malori improvvisi.
Dal 30/05/2023 ad oggi sono piu di 170 gli articoli diversi che ho raccolto, apparsi sulle testate nazionali, cartacee e online, riguardanti decessi di persone al di sotto dei 60 anni, con una prevalenza dell’età 40-50, tutte in buon stato di salute.
Per lo più si tratta di casi dove apparentemente è coinvolto l’apparato cardio-circolatorio, ma non mancano eventi che riportano edemi polmonari.
Polmoni e apparato cardiocircolatorio richiamano inevitabilmente la recente pandemia: possono essere quindi eventi riconducibili al long covid19? Oppure a degli effetti a lungo termine dei vaccini covid19? O a cause genetiche e iatrogene tra loro combinate?
Sono molte le domande che sorgono e che necessitano risposte al fine di salvare vite.
Richiedono di conseguenza specialisti disposti a considerare ogni eventualità: attualmente stiamo cercando di costituire un gruppo di lavoro, ma non possiamo parlare ancora di uno o più consulenti scientifici ufficiali. Anzi lanciamo un appello al fine di trovare professionisti che sposino la causa.
Attualmente l’unico vero è proprio consulente è l’avvocato Laura Migliorini, con una esperienza particolare nell’ambito sanitario.
Perché lei ha deciso di abbracciare la causa del Comitato Salvaguardia?
Anche se non sono coinvolto dal punto di vista personale mi sembra importante dare il mio contributo. In questi anni abbiamo assistito ad un costante tentativo dall’alto, di lacerare il tessuto sociale italiano, credo che quindi la migliore risposta sia quella, per quanto possibile, di farsi carico delle problematiche che vivono gli altri. Principio che è anche il cardine di una società civile.
Il termine “salvaguardia” significa vigilare su qualcosa, e noi vogliamo vigilare su questi innumerevoli decessi senza spiegazione, perché non finiscano nell’oblio, senza verità e quindi senza giustizia. Naturalmente lo scopo è anche quello di vigilare su chi rischia la vita, evitare quindi che queste tragiche perdite umane si ripetano.
Il 20 aprile 2023 su Il giornale d’Italia un articolo dal titolo Malori improvvisi censurati: i giornalisti della Lombardia protestano contro Bertolaso per la limitazione della libertà di stampa affermava “ “I malori improvvisi vengono censurati“, a dirlo è l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e Gruppo Cronisti lombardi, i quali hanno indetto una manifestazione, sostenuti dall’Ordine dei giornalisti, a Milano. Il 20 aprile si sono ritrovati sotto Palazzo Lombardia, sede della Regione, in piazza Città della Lombardia per protestare contro Guido Bertolaso. Questo perché, a loro dire, la regione censura i malori improvvisi”
Il fenomeno preoccupante dei malori improvvisi, – che dalla stampa apprendiamo, ma a cui non fanno seguito indagini istituzionali e una presa in carico da parte degli organi competenti e del governo – non deve essere una questione ideologica; tra questi malori vi saranno certamente cause più disparate, imputabili a stili di vita, malattie congenite, fattori ambientali di diverso tipo, ma non deve essere esclusa a priori l’eventuale causa vaccinale. Lo scopo del comitato è quindi quello di mettere insieme un’equipe di specialisti di vario genere che possa indagare, sia essere di supporto alle famiglie che vengono colpite da questi drammi, sia dal punto di vista legale sia psicologico. E’ un lavoro enorme, tra burocrazia infinita e innumerevoli ostacoli, ma siamo convinti che sia doveroso farlo.
Come mai avete fondato un altro comitato invece di aderire a quelli già esistenti?
Il Comitato Ascoltami si occupa di danni da vaccino, noi ci occupiamo di coloro che non ci sono più, degli esiti fatali. Quindi innanzitutto dallo stabilire quale sia la causa del decesso. Stiamo costituendo il team che dovrà essere composto da medici, psicoterapeuti, legali. Ovviamente non è facile trovare professionisti che supportino una causa come questa, sulla quale c’è omertà, paura e propaganda ormai da alcuni anni. Cerchiamo persone non ideologizzate, che non vogliano né dimostrare a priori la tossicità dei vaccini anti-Covid, né fuggire questa possibilità. Occorre stare attenti anche alla stampa: doversi giornali titolano con l’espressione “malore improvviso” come acchiappa-click e poi si legge che la persona in questione ha perso magari la vita in un incidente. Occorre essere molto seri, responsabili e studiare ogni caso singolarmente. In ogni caso certamente siamo aperti al dialogo e alla collaborazione con altri comitati e associazioni.
Il fine sarà poi quello di presentare questi dati agli organi competenti?
Per il momento vogliamo farci conoscere, far sapere all’opinione pubblica che ci sono organizzazioni attive in questo ambito di segnalazione e denuncia, ma soprattutto di appoggio e solidarietà. In un secondo momento, quando avremo dati cospicui ed evidenze rigorose approvate da un comitato scientifico, sarà il momento di presentarli a chi di dovere, a chi forse fino ad ora in questa storia il proprio dovere sanitario, civico ed etico non lo ha mai fatto.
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