Il Fronte Sovranista Italiano partecipa all’incontro di Patria e Costituzione a Napoli
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Ieri, lunedì 5 novembre 2018, alle ore 16,30, è stata presentata l’associazione “ Patria e Costituzione” a Napoli. Alfredo D’Attorre ne ha illustrato col prof. Geminello Preterossi scopi e indirizzi politico culturali. Sono intervenuti Alessandro Visalli di NSE, Ugo Boghetta di Rinascita, Domenico De Blasio di Senso Comune, il sottoscritto di FSI, Tonino Scala di Sinistra Italiana.
Gli interventi, con varie declinazioni, sono partiti tutti prendendo atto della deriva liberista del modello di società che va costruendosi negli ultimi anni. Le parole liberismo, neoliberismo, ordoliberismo, sovranismo, nazionalismo, democrazia, sono state pronunciate spesso.
La sala era piccola, e non c’è stata che una minima partecipazione da parte dei cittadini. Oltre, infatti, a
i relatori, erano presenti, del FSI Campania, la Coordinatrice Rosa Spadafora, Maurizio Ferrara, Leone Calza – che mi hanno rivolto sguardi di benevole protezione durante l’intervento – due miei amici che spontaneamente si sono offerti di accompagnarmi, ma, fra il pubblico, di persone appartenenti alla cittadinanza, c’erano non più di quattro o, al massimo, cinque persone.
D’Attorre ha evidenziato come la parola patria sia stata utilizzata provocatoriamente, sottolineandone, dunque, sostanzialmente, se ho ben inteso, il suo carattere quasi anacronistico. Durante il mio intervento, pertanto, ho cercato, invece, di rimarcare il valore che esso ha, insieme alla Costituzione, sottolineando che la patria è il territorio abitato da un popolo ed al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni, ossia per i valori che lo contraddistinguono e che la Costituzione non è altro che la consacrazione per iscritto di quei valori, l’insieme delle regole e dei principi che i nostri padri, i nostri nonni, memori delle esperienze nefaste delle due guerre mondiali, sviluppatesi sullo sfondo del liberismo economico risalente alla fine XIX secolo, hanno ritenuto di doverci tramandare per indicarci la strada da percorrere. Per far comprendere il valore della Costituzione ho sottolineato che molte libertà che ci paiono scontate, come quella di riunione che stavamo esercitando, non sono, oggi, esercitabili in alcuni paesi del mondo, e nelle mie intenzioni vi era la volontà di sottolineare come la Costituzione, nei suoi aspetti di minor immediata percezione ma che ne caratterizzano l’essenza, sono proprio nel nostro Paese messi in discussione. Non so se sono riuscito nell’intento, ma probabilmente no, perchè nel mio discorso introduttivo mi è parso di cogliere segni di disapprovazione da parte di D’Attorre. Ho sottolineato, comunque, che il modello di società liberista proposto dai Trattati europei e dall’UE è in insanabile conflitto con quello ad economia mista previsto dalla Costituzione, contrapponendosi con i primi l’idea di libero mercato regolato dalla mano invisibile ( Von Hayek) all’idea di un sistema economico che alla mano invisibile sostituisce, invece, la mano pubblica ( Keynes). Ho cercato di sottolineare che la strada indicataci dai nostri Padri Costituenti ha come presupposto da rifiutare proprio il liberismo che, oltre a caratterizzare il modello di società proposto dall’UE, aveva già caratterizzato il modello di società prima del 1948, che la Costituzione non è stata mai integralmente attuata e che il FSI si propone non solo di ripristinare la sovranità che caratterizzava la Prima Repubblica, ma di attuare definitivamente il progetto proposto dalla nostra Carta costituzionale, interrotto all’inizio degli anni ’80, rimasto incompiuto e che sta vedendo una sostituzione con un modello di società lontano dalla nostra cultura.
Ho indicato, pertanto, il programma del FSI, partendo dalla repressione della rendita finanziaria, utilizzando, tuttavia, malamente il termine di “abolizione” invece di “repressione”, la necessità di ripristinare il controllo della libera circolazione dei capitali, utilizzando, ancora una volta, forse, un termine non propriamente esatto, ossia quello di “divieto” di libera circolazione di capitali invece di “ controllo” , la necessità di attuare politiche moderatamente protezionistiche in ordine alla circolazione delle merci, il tutto al fine di tutelare il lavoro, subordinato ed autonomo, includendo in quest’ultimo le libere professioni, le pmi, gli artigiani. Ho dimenticato di illustrare gli altri obiettivi programmatici del Partito, concludendo che il FSI intende, conclusivamente, recedere dai Trattati, ripristinare il sistema vigente durante la Prima Repubblica – riferimento che, da un punto di vista comunicativo, è risultato inefficace e dannoso – in una parola attuare la Costituzione – da intendersi come faro tramandatoci dalla vecchie generazioni – attraverso la formazione di una nuova classe dirigente, attraverso il coinvolgimento, all’interno di un partito popolare, dei cittadini, sollecitandoli ad esercitare i diritti politici fra i quali rientra non solo il diritto di elettorato attivo ma anche e soprattutto quello di concorrere all’organizzazione politica del Paese – per concorrere alla sua organizzazione economica ed infine sociale , secondo la sequenza indicata dagli artt. 2 e 3 Cost. – iscrivendosi ad un partito e concorrendo, in tal modo, alla formazione della su indicata nuova classe dirigente che, essendo di estrazione popolare, formatasi al suo interno attraverso il partito, potrà essere in grado di attuare la volontà del Popolo e, pertanto, di garantire pari dignità sociale a tutti i cittadini, attraverso la tutela dei loro diritti fondamentali, come previsto dall’art. 3 Cost..
Sono rimasto profondamente insoddisfatto dal mio discorso in quanto, nonostante lo avessi ripetuto più volte ad alta voce per acquisire scioltezza e comunicatività, durante la sua esposizione mi sono venuti a mancare, inaspettatamente, gli elementi di collegamento e logici fra le sua varie parti.
D’Attorre, al quale, portando i saluti del Presidente, ho espresso, nella introduzione, l’entusiasmo del FSI per la costituzione di una associazione che con la sua denominazione lascia trasparire di volersi iscrivere nell’alveo del sovranismo nazionale ed al quale ho espresso l’augurio che voglia fornire il suo contributo per la formazione di una nuova e seria classe dirigente, ha concluso evidenziando che questa non deve proporsi con un mero ritorno al passato, ma con qualcosa di nuovo, seppur con gli elementi del “vecchio”.
L’impressione ricevuta dal sottoscritto è, dunque, che un’ala della sinistra italiana abbia voluto sperimentare il grado di rappresentatività dei partiti e dei movimenti che si propongono come emergenti.
Puntuali e competenti gli interventi, fra il pubblico, del socio Maurizio Ferrara, che ha colto l’occasione della presenza dei miei due amici – un ingegnere ed un avvocato – per attrarli al FSI, rispondendo alle loro domande.
Conclusivamente sono comunque orgoglioso di aver esercitato i miei diritti politici. Il FSI rappresenta le risposte a tutte le domande che mi sono posto dal 2012 ad oggi.
Raffaele di Palo
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