La General Motors licenzia 14 mila dipendenti e chiude impianti. Trump furioso dichiara guerra
di SCENARIECONOMICI (Fabio Lugano)
La General Motors, colpita dalla crisi nelle vendite auto, decide di chiudere 5 fabbriche fra USA e Canada e di licenziare 14.000 dipendenti.
Fra i primi impianti a chiudere a Marzo ci sarà quello di Lordstown, che impiegava 1600 operai della cittadina, dove veniva prodotte le Chevrolet Cruze.
Probabilmente non una delle auto più belle del mondo, ma comunque faceva lavorare una fetta importante della popolazione della città e del circondario, che avrà delle ricadute negative molto forti nei dintorni, con diverse aziende che hanno annunciato licenziamenti e situazioni drammatiche per famiglie in cui entrambe i coniugi lavoravano nell’impianto. Per dare un’idea dell’impatto la sua chiusura porterà alla perdita di 1/4 delle entrate fiscali della città. La motivazione è quella di risparmiare risorse per poter investire nell’auto elettrica e nella guida autonoma, ma non tutto è andato come desiderava Mary Barra, la CEO di GM, che, tra l’altro, vuole investire nell’elettrico, ma intanto ferma la produzione dell’interessante ibrida Chevrolet Volt.
Questa scelta va esattamente all’opposto delle aspettative di Trump, che non ha preso bene la decisione e si è fatto subito sentire:
Very disappointed with General Motors and their CEO, Mary Barra, for closing plants in Ohio, Michigan and Maryland. Nothing being closed in Mexico & China. The U.S. saved General Motors, and this is the THANKS we get! We are now looking at cutting all @GM subsidies, including….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 27 novembre 2018
Trump si dice “Molto amareggiato” per la decisione della GM e del suo CEO, ed annuncia il taglio di tutte le sovvenzioni, comprese all’elettrico e la invita a licenziare invece dagli impianti in Cina. Inoltre ha mandato il suo direttore del consiglio economico, Kudlow, a protestare direttamente dalla Barra, per trasmetterle la sua rabbia.
L’ostilità di Trump è stata trasmessa bene agli azionisti invece che subito avevano premiato, con la solita cieca avidità la scelta della Kudlow, ma che alle parole di Trump hanno capito che la mossa rischia di non pagare per la società di Detroit.
Dopo un guadagno iniziale il titolo a iniziato a cadere per tornare al valore iniziale. Se la Barra voleva far guadagnare gli azionisti a breve, non ci è riuscita. Vedremo se cederà alle pressioni di Trump.
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