La rivoluzione liberale del grande partito unico europeista
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Nell’ufficio in cui lavoro siamo quasi tutti precari, eccezion fatta per il personale prossimo alla quiescenza. Ovunque mi giro vedo coetanei o disoccupati o appesi a un filo e con retribuzioni miserevoli. E siamo i fortunati, in quanto lavoratori dipendenti. Chi esercita la libera professione non guadagna neanche a sufficienza da potersi pagare i contributi della cassa professionale o dell’INPS.
Non c’è nulla di accidentale o di casuale in tutto ciò. È semplicemente il frutto di un ventennio di deregolamentazioni in ambito giuslavoristico e di liberalizzazioni dei settori professionali. È il risultato della “rivoluzione liberale” promessa da Berlusconi e realizzata in concorso con il centrosinistra, con un protagonismo particolare dei postcomunisti.
Un grande partito unico liberale ed europeista che, simulando una contrapposizione politica fittizia volta a rappresentare al popolo una parvenza di democrazia, ha realizzato il disegno delle élite tecnocratiche finanziarie che va sotto il nome di Unione Europea.
Del grande Partito Unico Europeista fanno parte anche la Lega che ha governato per vent’anni con Berlusconi e il proteiforme ed ambiguo M5S.
Distinti saluti.