Voglia di leggerezza
di Alessandro Bolzonello
Basta, basta, basta.
Una parola ripetuta più volte in modo secco e ritmato.
Il messaggio è arrivato diretto, chiaro, senza possibilità di replica e discussione. E’ tempo di mollare la presa, di lasciare andare le cose, di fidarsi di ciò che avviene.
Questa situazione mi ricorda la reazione di un ragazzino qualche decennio fa di fronte alle mie sollecitazioni: “Basta, non voglio più pensare!”.
E’ il raggiungimento del limite dell’andare a fondo delle ‘cose’, dell’analisi e dell’approfondimento: non è necessario capire tutto e tutti. La vita fa il suo corso, indipendentemente da se stessi e dalla consapevolezza. Anzi, l’attività di pensiero può essere ridondante, distorsiva, bloccante, ostativa del procedere, dell’evoluzione
Tutto ciò è spiazzante.
Pormi domande è un tratto distintivo: “Perché il tal dei tali fa questa affermazione?“, oppure, “Perché avviene questo fenomeno?“, ancora, “Perché provo questa emozione?“. Ambire a cogliere pezzi di senso e di significato delle ‘cose’ è esito di un lungo percorso fatto di ascolto (di se stessi), osservazione (di quanto accade attorno), prova (nel toccare tasti inediti e nel mettere i piedi in posti diversi) e approfondimento (confrontandosi con le riflessioni altrui). Ne ho fatto una questione vitale, utile per difendermi e sopravvivere alle sollecitazioni della quotidianità, abilitante ad assumere ruoli e posizioni nella vita sociale e professionale.
Ma non basta. Anzi, rischia di essere fuorviante, alimenta la presunzione e l’illusione di essere determinanti nello sviluppo delle ‘cose’.
Si può solo ambire, nel caso in cui si posseggano buone capacità e si fruisca di una posizione di partenza favorevole, a stare dentro questo divenire, ricoprendo un ruolo nella sceneggiatura già definita. Ma non si è mai veri protagonisti, bensì strumenti di uno sviluppo che procede lungo la sua via.
La consapevolezza dei vincoli della cognizione è fondamentale. E’ il limite umano.
Lo sviluppo della storia ha condotto l’essere umano ad assumere una posizione che è andata troppo al di là, che non permette più di avere occhi limpidi e liberi di vedere la realtà, per quella che è. Fermiamoci. Anzi, facciamo un passo indietro. E’ il momento dell’attesa, della sospensione del pensiero.
Pubblicato su Invito a …
Foto: ventaglio al vento
Commenti recenti