Resoconto sull'Assemblea di Chianciano – l'Ordine del giorno conclusivo
di Stefano D'Andrea
L'assemblea di Chianciano del 22 e 23 ottobre ha riscosso un grande successo.
Intanto, hanno partecipato circa 150 persone. Un numero non irrilevante, se consideriamo che l'Assemblea era stata copromossa da Rivoluzione Democratica, per mezzo del sito Sollevazione, nonché dal nostro sito. E' stato un tentativo di "uscire dal web" che ha avuto senza dubbio successo.
In secondo luogo, le relazioni sono state di alto livello, chiare e interessanti. I presenti, venuti da molte città d'Italia – tra gli altri, ho conosciuto persone provenienti da Milano, Roma, Torino, Modena, Piacenza, Tarquinia, Frosinone, Foligno, Perugia, da diverse cittadine della Toscana, dal Salento, da Napoli, da Palermo – erano tutti entusiasti delle relazioni e persuasi di aver imparato qualche cosa. Insomma l'Assemblea è stata un'assemblea-convegno e come convegno è pienamente riuscita.
Ma l'assemblea è riuscita soprattutto come assemblea in senso stretto. Gli interventi dei presenti sono stati molto spesso acuti e di rilievo. Nessuno degli intervenuti ha accolto i tradizionali punti di vista globalisti che hanno ucciso la sinistra negli ultimi venti anni ("un altro mondo è possibile"; "per un'altra europa"; urge l'unità delle moltitudini perché esse si sollevino contro l'impero; e altre idiozie prive di significato).
In particolare sabato sera dopo cena abbiamo discusso a lungo e siamo giunti ad approvare per acclamazione un Ordine del giorno che soddisfa pienamente le mie aspettative.
Io avevo a cuore soprattutto una presa di posizione netta a favore dell'uscita dalla Ue. Sia nella mia relazione sia in altri interventi ho cercato di argomentare, non soltanto che non si può uscire unilateralmente dall'euro (si tratta di una modifica dei Trattati europei che richiede il consenso degli altri stati), mentre si può uscire dalla UE; bensì anche che la sovranità monetaria, è soltanto un aspetto della sovranità politica tout court.
Pur recuperando la moneta sovrana noi non avremmo la possibilità di invertire la rotta e ricominciare ad attuare il programma economico sancito nella nostra Costituzione. La struttura liberista, mercatista e monetarista della UE lo impedirebbe.
Dunque fuori dal debito ma anche fuori dalla UE per recuperare la sovranità nazionale in materia economica.
Che significa più precisamente, recupero della sovranità nazionale?
Significa che il popolo italiano riconquista la possibilità di disciplinare la materia economica; una possibilità che oggi non ha perché la sovranità in materia economica è stata ceduta alla UE, con i risultati catastrofici che sono dinanzi agli occhi di tutti.
In particolare sovranità nazionale significa: possibilità di limitare la libera circolazione del capitale; possibilità di introdurre una tassazione delle rendite superiore alla tassazione del lavoro; possibilità di reintrodurre la stabilità del rapporto di lavoro; possibilità di reintrodurre monopoli pubblici; competizione tra imprese e non necessariamente la malefica concorrenza; possibilità di aiuti di stato a settori produttivi reputati vitali o importanti; possibilità di misure protezionistiche per l'importazione e l'esportazione; possibilità di protezione per il piccolo commercio e per le professioni; tassi di interesse interni per politiche di aumento dell'occupazione; possibilità di svalutare la moneta (con tutti i benefici che ne possono di volta in volta derivare); possibilità di reintrodurre la scala mobile e l'equo canone.
L'Unione europea, sotto la finzione di libertà individuali, che in realtà sono libertà delle imprese (libera circolazione dei capitali, dei servizi e delle merci) e prese per i fondelli per i lavoratori (libertà di circolazione del lavoro significa che se perdi il lavoro in Puglia non devi rompere le scatole se in Olanda si è liberato un posto di lavoro pronto per te), ha privato i popoli della libertà di disciplinare la materia economica e quindi di edificare a proprio piacimento – riuscendo o fallendo – una o altra civiltà. Il popolo italiano deve riprendersi quella possibilità, che è la libertà per eccellenza di un popolo. Se non lo farà, non soltanto resterà schiavo; ma ben presto non esisterà come popolo, perché l'Italia si dividerà.
Queste idee, che ho difeso con insistenza, persino simpaticamente (spero e credo) eccessiva, hanno trovato seguito e sono state accolte con convinzione; anche da chi, magari, non aveva compreso fino in fondo il carattere esclusivamente mercatista, liberista, monetarista, nichilista, satanico e antipopolare della UE. Ciò significa che le nostre idee hanno un futuro. Bisogna soltanto enunciarle chiaramente e diffonderle. A questo compito ora cominceremo a dedicarci, organizzando assemblee cittadine.
ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO
«Il capitalismo occidentale attraversa una crisi storico-sistemica, di cui uno dei fattori scatenanti è stata la totale finanziarizzazione dell’economia. Il sopravvento dei settori predatori e speculatori delle classi dominanti ha prodotto la distruzione delle conquiste storiche del movimento operaio, lo sfascio dello stato sociale, lo scardinamento degli assetti istituzionali, giuridici e democratici degli stati nazionali.
In Italia questo processo è stato particolarmente virulento. Calpestando la Costituzione, l’insieme dei partiti politici (poco più che comitati d’affari della grande finanza speculativa globale), con l’ingresso nell’Unione europea e l’adesione all’euro, ha determinato una vera e propria cessione di sovranità a favore di oligarchie finanziarie di cui la Bce è garante di ultima istanza.
Queste oligarchie europee, decise a difendere ad ogni costo il clepto-capitalismo globale, col ricatto del debito pubblico, vogliono imporre al nostro paese un autentico massacro sociale e ulteriori cessioni di sovranità. Tutti sanno che la “manovra” recentemente varata dal governo Berlusconi è solo un palliativo. Col pretesto di ridurre il debito pubblico, altre e più devastanti ne verranno, magari varate da governi di “emergenza” o di “centro-sinistra”.
Contro questa sequenza di terribili politiche deflattive e antipopolari sta sorgendo in italia un forte movimento popolare contro il pagamento del debito, con la presenza di moltissimi giovani che lottano per il loro futuro e per cambiare alle radici questo infame sistema che sta distruggendo lo stato sociale e le stese basi della democrazia.
Nella grande manifestazione nazionale del 15 ottobre due cose sono emerse con chiarezza: “noi il debito non lo paghiamo” è diventata senso comune, un idea maggioritaria. D’altra parte essa ha certificato che i partiti tradizionali, anche della sinistra, non sono più rappresentativi di questo processo in corso di cui siamo solo agli inizi e che cerca la strada di una nuova soggettività per scardinare questo sistema di potere corrotto e consenziente alle politiche europee dominanti che ci impongono lacrime e sangue.
L’assemblea di Chianciano Terme del 22 e 23 Ottobre:
1. appoggia attivamente la campagna inclusiva per non pagare il debito, assieme a tutte le forze sociali e politiche che fanno parte del blocco del 1 ottobre.
2. sostiene come necessarie l’uscita dell’Italia dall’Unione europea e dalla NATO, la riconquista della sovranità politica, di cui quella monetaria è aspetto decisivo, quindi l’uscita dall’euro.
3. Istituisce un comitato di coordinamento nazionale provvisorio con l’incarico di preparare la prossima assemblea entro la fine di gennaio 2012, e di stilare, in vista di quest’ultima, una bozza di Manifesto politico generale.
4. Accoglie la proposta di dare vita ad un Comitato scientifico che affronti la questione della crisi e fornisca nuovi elementi per fondare su basi solide la prospettiva di un’alternativa sociale e politica.
5. Esprime solidarietà a tutti i movimenti sociali ed anche a tutti gli attivisti che recentemente sono stati vittime della ritorsione e della repressione da parte delle autorità.
6. Sollecita il Comitato di coordinamento che dovrà stendere la bozza di Manifesto di accogliere le sollecitazioni emerse sulla centralità della battaglia per i Beni Comuni, tra cui l’ambiente e la comunicazione».
[A[approvato per acclamazione]
Ciao Stefano,
sono contenta di questo successo e dell'ottimo "inizio"!
P.S. Qui non c'è nessuno che detto "idealisti da strapazzo" come nel mio blog?
;)
Cara Alba,
ho letto il commento che citi e la tua risposta della quale ti ringrazio.
L'uso della formula "idealisti da strapazzo" è oltremodo significativo. Non sembra, infatti, che l'autore del commento salvi uno o altro idealista. Un idealista è sempre da strapazzo. E' un punto di vista. Io invece credo che un uomo che non sia idealista non è un uomo: è una larva.
C'è poi nel commento l'evidente assorbimento della psicologia del consumatore. Il consumatore è libero di scegliere tra le merci che trova sullo scaffale. Che egli possa produrre un bene non gli viene in mente. Allo stesso modo il consumatore di politica crede che esista un obbligo o comunque una necessità di stare con l'uno o con l'altro partito offerto dal mercato (ormai visibilmente dei capitali). Non gli viene in mente che egli può concorrere con altri a costituire un altro partito. Nemmeno si pone il problema morale: io che non mi sono impegnato con altri a costituire un partito alternativo al partito unico delle due (ora tre) coalizioni sono legittimato a criticare i partiti (le fazioni del medesimo partito) esistenti? O sono condannato a tacere?
Moralismo, individualismo, utilitarismo, realismo dello schiavo. Questa è la psicologia che emrge dal commento. Speriamo che il Tizio anonimo non abbia figli, perché altrimenti gli andrebbero tolti. Come può un essere del genere educare un bambino e farne un uomo?
Concordo sulla schiettezza e onestà dell'assemblea cui ho partecipato con notevole interesse.
Imponente il grado di disillusione verso le forze politiche attuali che compongono il Partito Unico (al governo o all'opposizione, poco importa).
Spero che i semi che sono stati piantati diano presto dei frutti. Ce lo meritiamo.
Io sono esterno e non ho assistito alla conferenza, ma concordo sull'uscita dall'euro e dall'Europa posticcia dei burocrati nelle mani della classe globale neodominante.
C'è qualche governante europeo, immancabilmente liberaldemocratico, che può avere il coraggio di spingere il suo paese a fare un simile passo, denunciando tutti i trattati europei a partire da quello di Roma del 1957, dal quale questo processo ha avuto origine?
Sappiamo bene che siffatto personaggio non esiste, e non può esistere in un sistema liberaldemocratico, né a destra né a sinistra nella finzione scenica della politica ufficiale.
E allora per "uscire dall'euro" e dall'Europa posticcia al servizio dei meccanismi riproduttivi del Nuovo Capitalismo (non solo finanza e moneta, ma molto d'altro) è necessario prima fare i conti con la liberaldemocrazia imperante.
Ha scritto Costanzo Preve, nel suo saggio dedicato al Nemico Principale e pubblicato anche in Francia (Rebellion), che sul piano politico questo nemico è rappresentato proprio dalla liberaldemocrazia – democrazia di matrice liberale fondata sull’istituto della rappresentanza, volendo definirla un po’ meglio, un sistema fino ad ora prediletto dal capitalismo contemporaneo.
Il rovesciamento dei regimi liberaldemocratici nei paesi dell'Europa dell'Unione sembra essere la precondizione per poter compiere, poi, il passo decisivo dell'uscita dall'euro e della denuncia dei trattati-capestro, che hanno l’effetto maligno di vincolare i paesi mettendogli il giogo e lasciandoli alla completa mercé della classe globale (come ben testimonia il caso italiano, che ci riguarda e che si sta sviluppando in questi giorni e in queste ore).
L’uscita di un certo numero di paesi, non più liberaldemocratici e soggiogati, dalla moneta unica e dalle strutture europee in mani globalista, avrebbe effettivamente l’effetto di compromettere in modo significativo i meccanismi riproduttivi del capitalismo contemporaneo, riguardando un'area del mondo ancora importante per la riproduzione del sistema nel suo complesso e per la continuazione dei processi di globalizzazione economica.
Il problema è: sarà possibile rovesciare i regimi liberaldemocratica in paesi come l’Italia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo (quelli oggi più in crisi e più “esposti” ai ricatti e agli espropri neocapitalistici), senza provocare un intervento repressivo e militare affidato alle strutture della Nato (che è un altro strumento di dominazione della classe globale)?
Temo purtroppo di no …
Cari saluti
Eugenio Orso
Ho partecipato all'assemblea con la mia compagna nella giornata di sabato. L'aria frizzante del mattino toscano ha fatto il paio con il clima d'attesa per questo incontro che ci siamo portati da Roma. Avevamo la necessità di dare un senso d'insieme ai fiumi di parole letti nei mesi precedenti, o forse anni, riguardo concetti economici e di conseguenza politici, crisi finanziarie, speculazioni, guerre d'espansione, controllo dell'informazione, progetti politici alternativi. Ma soprattutto sapevamo di aver bisogno delle spiegazioni e informazioni di persone più esperte e preparate di noi. Non mi vergogno di ammettere che anche i più elementari concetti di natura economica non ci erano per nulla chiari (già il districarsi tra le bollette ci procura un certo fastidio, figurarsi il confrontarsi con concetti quali inflazione, domanda aggregata, surplus eccetera). I nodi vengono al pettine quando, nelle infinite discussioni con amici, parenti e conoscenti, ti proponi di far capire agli altri quello che CREDI di aver faticosamente compreso nel corso delle tue letture, e ti ritrovi con quel sottile e devastante senso di incompletezza perchè capisci di non aver capito. Quindi abbiamo ammesso di aver bisogno di studiare, di chiarire molti concetti, e non per sterile cognizione fine a se stessa, ma perchè abbiamo la volontà di confrontarci con le persone che conosciamo, renderli partecipi e provare se possibile a cambiare la loro visione tristemente appiattita riguardo la costruzione dell'euro e di conseguenza la gestione politica del nostro paese. Mi piace pensare di essere la "scheggia impazzita" o meglio, per dirla con gli immensi Area, la Cometa Rossa del mio piccolo e grande nucleo di persone. Sono convinto che il raggiungimento di determinati obiettivi politici passi per la trasmissione di persona in persona delle informazioni necessarie, ma il voler mettere mattone su mattone non ammette incertezze nei passaggi. Quel poco o tanto che si vuole condividere deve essere necessariamente COMPRESO.
Per cui grande è stata la nostra attenzione durante lo svolgersi degli interventi, ed è inutile dire che sono stati a dir poco preziosi per i nostri scopi. Indispensabili gli interventi del Prof. Cesaratto e del Prof. Bagnai, e veramente potente quello di Stefano D'Andrea. L'obiettivo mio personale è quello di continuare ad approfondire i temi affrontati anche grazie ai video postati in queste ore sul sito ecodellarete.net , vero e proprio materiale didattico a disposizione. Concludo ringraziando gli organizzatori dell'assemblea e i collaboratori intervenuti nei mesi precedenti a supporto del progetto.
Non ho potuto essere presente a Chianciano, e vorrei sapere se pensate di rendere disponibili i documenti/testi dei singoli interventi. Grazie.
LP
Ho partecipato al Convegno rimanendo soltanto il Sabato, sono rimasto molto soddisfatto, naturalmente le mie scarse conoscenze economiche non mi hanno fatto comprendere appieno le argomentazioni degli economisti, studierò.
L'Articolo di Preve citato dall'Amico Orso è reperibile qui: http://www.comunismoecomunita.org/?p=1571
Maurizio