Il fallimento degli pseudo-sovranisti
di MARCO TROMBINO (FSI Genova)
Il termine “sovranismo” viene utilizzato dai media per indicare il populismo di destra, sia italiano sia soprattutto internazionale: si pensi ai casi di Orban in Ungheria e Bolsonaro in Brasile.
L’adozione impropria del termine da parte di partiti e personaggi politici che si definiscono “sovranisti” ma non lo sono, che dicono di essere critici con l’Europa ma poi ci restano, di voler uscire dall’Euro ma poi non escono, di essere avversi al sistema economico liberista ma poi lo adottano, oltre ad essere molto fuorviante nei confronti dell’opinione pubblica – che identifica nel sovranismo qualcosa che non lo è -, ha anche un effetto secondario piuttosto grave: in caso di fallimento del populismo di destra (ormai è solo questione di tempo…), il pubblico finirà sicuramente per ritornare elettoralmente ai vecchi partiti dichiaratamente liberisti.
Se questi governi, come il governo Conte in Italia, lasceranno la situazione sociale a quella che è, con sacche enormi di disoccupazione giovanile, un debito pubblico insostenibile e i conseguenti tagli alla spesa pubblica sui servizi essenziali al cittadino, gli elettori giungeranno alla semplicistica ma prevedibile conclusione che “si stava meglio quando si stava peggio”, e si getteranno nuovamente nelle braccia di quei partiti, PD in primis, che almeno hanno avuto l’onestà di dire chiaro e tondo che Euro ed Europa, con conseguenti storture liberiste ed affossamenti sociali, non si discutono e vanno accettati.
Siccome il populismo di destra non ha la capacità né i programmi politici per risollevare l’Italia dalla situazione recessiva in cui è precipitata nell’ultimo decennio, fatta di disoccupazione, lavoro precario, emigrazione di giovani qualificati all’estero e una evidentissima compressione salariale – i primi dati sugli effetti del tanto decantato “Decreto dignità” lo stanno confermando – è urgente sia imprimere nel pubblico l’idea che sovranismo significhi indipendentismo, e non altro, sia convincere l’elettorato medesimo che solo il superamento del sistema liberista possa garantire occupazione e progresso.
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