Mercantilismo, lebbra planetaria
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
Basta poco per capire gli effetti distruttivi degli squilibri commerciali strutturali, che non si sono affatto sanati in questi dieci anni di crisi. Anzi, i debiti globali si sono accresciuti ancora, perché la liquidità immessa dalle banche centrali è servita per finanziare gli squilibri.
Un sistema economico e finanziario è sano solo quando i conti esteri dei diversi Paesi sono in equilibrio.
Se in un anno, il Paese A vende una certa quantità di merci e servizi al Paese B, ed il Paese B vende altrettanto al Paese A, i loro conti sono equilibrati. Si sono scambiati merci e servizi per il medesimo importo, diciamo di 100 Corone, e nessuno ha né crediti né debiti.
La situazione è diversa se il Paese A vende al Paese B per 100 Corone, mentre il Paese B vende al Paese A solo per 50 Corone. Per pagare, il Paese B deve utilizzare il risparmio dei suoi cittadini, e trasferire 50 Corone di ricchezza interna al Paese A. Se non c’è risparmio sufficiente, dovrà indebitarsi con le banche del Paese A. Alla fine dell’anno, ci si è scambiati merci per 150 Corone, e c’è un debito di 50 Corone del Paese B verso il Paese A. Se questo squilibrio commerciale prosegue per un altro anno, il debito di B verso A arriva a 100 Corone. Se anche il terzo anno c’è questa situazione, il debito arriva a 150 Corone: cresce in modo inarrestabile, perché gli squilibri sottostanti sono strutturali.
Ci sono naturalmente anche gli interessi da pagare: ecco quindi il secondo effetto nefasto: il Paese B non solo è indebitato e deve restituire le rate del capitale preso a prestito, ma deve trovare anche le risorse finanziarie per pagare gli interessi. Sono tutti soldi sottratti agli investimenti ed ai consumi. Il Paese B diviene sempre più indebitato finanziariamente e la sua economia reale sempre più misera e dipendente dalle importazioni.
Non basta. Le banche del Paese A, per poter erogare i crediti al Paese B, le 50 Corone che ogni anno servono al Paese B per comprare merci e servizi, hanno bisogno di sempre nuova liquidità: devono chiederla alla propria Banca centrale. Questa la fornisce a condizione di prendere come collaterali a garanzia i crediti verso il Paese B.
Tutto si ingigantisce: le banche del Paese A, che hanno prestato i fondi al Paese B, cominciano a preoccuparsi, e cercano protezione dai rischi che derivano da questi crediti. Stipulano contratti derivati: sulla valuta in cui sono stati erogati i prestiti, per evitare il pericolo di svalutazioni; sulle variazioni dei tassi di interesse, per evitare minusvalenze nel caso che i tassi di mercato salgano; e naturalmente chiedono una assicurazione sul rischio che il Paese B fallisca, attraverso i Credit Default Swap. Per ogni Corona di squilibrio commerciale, e quindi di debito, si creano altrettanti contratti derivati che coprono diversi rischi, moltiplicando in modo esponenziale le attività finanziarie.
Il sistema finanziario si accolla i rischi dei derivati, facendosi pagare una sorta di premio assicurativo: finché va tutto bene, incassa premi e distribuisce dividendi. Ma, come è successo spesso, se un Paese fa default, non riesce a pagare i creditori e fallisce a sua volta. Questa è lebbra, il contagio che si trasmette senza che ci sia difesa.
Purtroppo, c’è anche di peggio: il mercantilismo provoca epidemie planetarie, distruggendo le economie reali. Per competere in un sistema mercantilistico globale, in cui la crescita è determinata dalla capacità di vendere le proprie merci sul mercato planetario, l’economia del Paese A si struttura per produrre molto di più di quanto serve al suo consumo interno: produce per vendere all’estero. Non solo crea una eccedenza produttiva rispetto al fabbisogno interno, il che è di per sé un fattore di dipendenza dai mercati esteri, ma per battere la competizione di prezzo cerca di abbassare i salari. Questa deflazione salariale nel Paese A comporta una riduzione della domanda interna e quindi una ancor maggiore dipendenza dai mercati esteri, ed una minor domanda di merci e servizi prodotti dal Paese B. Si accentuano gli squilibri, invece di sanarli.
Ecco perché il Mercantilismo è una lebbra planetaria: vive di squilibri commerciali, richiede sempre nuovo debito, moltiplica le dimensioni della finanza derivata, distrugge la domanda interna ed impedisce il riequilibrio.
Sono decenni che va avanti così, da quando nel 1971 è saltato il sistema deciso a Bretton Woods. Ci sono Paesi A che accumulano attivi, nuovi crediti, e Paesi B che accumulano passivi, nuovi debiti. Donal Trump sa bene che gli Usa non possono andare avanti accumulando ogni anno un deficit federale di 1000 miliardi di dollari di deficit, arrivando nel 2030 ad un rapporto debito/Pil del 140%, a cui si deve aggiungere uno squilibrio strutturale della bilancia dei pagamenti correnti di oltre 800 miliardi di dollari annui.
I Paesi A sono cresciuti vendendo ai Paesi B: ma la loro ricchezza è fasulla, perché dipende dalla capacità di questi ultimi di continuare a comprare in deficit ed a pagare i debiti. La lebbra non colpisce solo i debitori, ma anche i creditori.
In questi ultimi dieci anni, abbiamo cercato di uscire dalla crisi del 2008 creando i presupposti per una crisi ancora più grave: con più mercantilismo e con più competizione ottenuta riducendo i salari.
La destabilizzazione sociale, politica ed istituzionale colpisce ormai molti Paesi, sia i debitori che i creditori e toglie forza alle istituzioni internazionali e sovranazionali.
Le stesse banche centrali non sanno più che cosa fare.
Le asimmetrie del commercio mondiale ingigantiscono i debiti, destabilizzando il sistema finanziario.
In un sistema strutturalmente squilibrato non si salva nessuno.
Mercantilismo, lebbra planetaria.
Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2019/02/01/mercantilismo-lebbra-planetaria-1.html#.XFkz32nSLIV
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