Palazzo Chigi gioca in difesa sul dossier Cina: “Italia tiene a sua collocazione Atlantica”
di FORMICHE (Rino Moretti)
Nota diffusa da fonti della presidenza del Consiglio, a parole l’Italia dice di sostenere il Patto Atlantico, ma con i fatti si avvicina sempre più a Pechino. Gli Usa osservano con attenzione
Il governo prova a fare chiarezza sugli accordi con la Cina. Lo fa – come si usa in questi casi – attraverso una nota che recita l’attestazione “fonti di Palazzo Chigi”. Un modo per dire tutto, ma spesso anche niente, tanto più in assenza di atti ufficiali.
“Questa iniziativa, declinata su un piano economico-commerciale – spiega la nota – non vale a ridisegnare il quadro dei rapporti politici e la collocazione euro atlantica del nostro Paese”. Eppure – con gli avvertimenti arrivati dagli Usa negli ultimi giorni – il governo sembra ragionare in maniera piuttosto ottimistica rispetto alle ulteriori reazioni che potrebbero giungere da Washington. Un esempio è già giunto dalla dura presa di posizione avuta da Washington nei confronti di Berlino per la questione del 5G. E con l’Italia potrebbe essere anche più dura.
“Nella collaborazione con la Cina, come con ogni altro Paese, poniamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e quindi alla sicurezza cibernetica”. È quanto precisano fonti della presidenza del Consiglio, in merito al Memorandum con la Cina sulla Via della Seta”. “Il governo è interessato a tutte le iniziative dirette a sviluppare infrastrutture per la connettività euro-asiatica, quale volano per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile. In questo quadro, l’Italia è disponibile alla collaborazione in quadro Belt and Road (BRI), così come alla collaborazione con le altre numerose iniziative in fase di sviluppo in Asia ed in Europa. L’interesse e la partecipazione italiana sono e saranno declinate in linea con i criteri e i principi condivisi in quadro UE, al cui sviluppo l’Italia ha contribuito”.
Per quanto riguarda BRI, “il Governo italiano ha discusso con le Autorità cinesi il testo di un possibile Memorandum, che non costituisce un accordo internazionale ma fissa coordinate di riferimento nella prospettiva di un impegno congiunto a favore della connettività euro-asiatica, nell’interesse delle Parti e nel rispetto delle normative nazionali, europee ed internazionali. Il testo, su richiesta italiana, imposta con grande chiarezza tale possibile collaborazione sui principi, cari a tutta l’Ue, di trasparenza, sostenibilità finanziaria ed ambientale”.
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