Il Leviatano getta la maschera. Macron chiede a XI: “rispetto per l’unità europea”
di L’ANTIDIPLOMATICO (Giuseppe Masala)
Credo che dovremmo salutare con grande felicità gli esiti del vertice Macron-Xi (allargato alla Merkel e a Junker) tenutosi in questi giorni a Parigi. Il tema non è dibattere se Macron abbia firmato affari più lucrosi di quelli firmati a Roma dalla Cina. Dovremmo essere soddisfatti perché finalmente sia dal punto di vista simbolico sia dal punto di vista delle dichiarazioni si fa piena luce sulla natura attuale della UE.
Simbolicamente il vertice allargato tra Xi e il terzetto Macron-Merkel-Junker che si sono arrogati il diritto di parlare “a nome dell’Europa” senza manco avere la compiacenza di interpellare gli altri soci chiarisce perfettamente cos’è l’Europa, quali siano i suoi centri decisionali reali e quali siano le relative visioni di indirizzo politico: Berlino e Parigi comandano e il Presidente della Commissione Europea redige diligentemente il verbale. Cosa peraltro ampiamente ribadita con tanto di trattato firmato ad Aquisgrana. Un trattato che va a minare alla radice la lettera e lo spirito di tutti i trattati istitutivi della UE che volevano un unione dove tutti gli stati e tutti i popoli avessero pari potere e pari dignità. E’ chiaro che non è più così anche se le anime belle (e anche le anime compromesse che hanno interesse a credere alla favola della UE come unione tra pari).
Come se non bastasse Monsieur le Président si è lasciato andare a dichiarazioni sconcertanti: “Ci vuole rispetto per l’unità europea”. Insomma, ha detto apertis verbis a Xi che “colpi di testa” come il memorandum Cina-Italia non vanno bene, tutto deve passare dalle scrivanie di Berlino e Parigi.
Il resto d’Europa non ha diritto di parola e tanto meno di firmare accordi commerciali o politici con chicchessia. Il resto d’Europa è – secondo Macron – terreno di pascolo della Francia e della Germania [poi in realtà Macron è un povero illuso velleitario: la Germania non divide nulla con nessuno e tantomeno con i suoi debitori che hanno – peraltro – il grave difetto di essere anche latini. E per valutare quanto possa essere vera questa affermazione non dico di aprire un libro di storia, è sufficiente andare a vedere il deficit strutturale della bilancia commerciale francese e domandarsi chi gli finanzia il disavanzo. Al momento opportuno, ovvero quando Berlino avrà raggiunto i suoi obbiettivi militari e diplomatici sanciti nel Trattato di Aquisgrana, pagheranno tutto con gli interessi].
La cosa peggiore di questo orientamento esternato da Macron non è peraltro sapere se la Francia e se la Germania saranno equanimi nel condurre la politica estera e commerciale [la Storia comunque ci da una risposta anche su questo frangente] ma il fatto che secondo la Diarchia franco-tedesco la politica estera è di loro competenza. Conseguentemente la Democrazia nei paesi vassalli è di fatto abolita: un mero gioco delle parti in un teatrino buono per fare spettacolo e ascolti televisivi. Tutto è deciso a Berlino e Parigi, conseguentemente l’unico voto che conta è quello dei cittadini francesi e tedeschi. Noi votiamo persone che evidentemente sono destinate ad essere solo dei pupi.
Questa è la situazione in cui ci hanno portato i Competenti che si sono alternati al governo negli ultimi 30 anni (fino al 4 Marzo del 2018).
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