Geopolitica dello Shandong, decisiva penisola a guardia di Pechino
di LIMESONLINE.COM (Giorgio Cuscito)
Dettaglio della carta di Laura Canali “Il nucleo cinese e la sua periferia”.
BOLLETTINO IMPERIALE La provincia che ha dato i natali a Confucio è stata invasa più volte nel corso della storia dalle potenze straniere. Per questo potrebbe dare il nome alla prima portaerei fatta interamente in Cina.
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Questa è la sesta analisi di “Cina-Cine”, il ciclo mensile (interno al Bollettino Imperiale) di articoli sulle aree geopoliticamente più rilevanti dell’Impero del Centro. Le prime cinque puntate sono state dedicate al delta del Fiume delle Perle, al Guizhou, allo Shaanxi, allo Yunnan e ad Hainan.
Lo Shandong è uno degli snodi culturali e strategici più importanti della Cina. La provincia che secondo la tradizione ha dato i natali a Confucio, Mencio e Sunzi si affaccia sul golfo di Bohai e protegge la capitale Pechino da possibili attacchi provenienti da est.
Nel corso della storia, questo territorio è stato più volte invaso dalle potenze straniere a causa della sua prossimità alla penisola coreana e al Giappone. Per il suo travagliato passato, lo Shandong è oggi uno dei simboli del “risorgimento della nazione” cinese dal cosiddetto secolo dell’umiliazione, intercorso tra le guerre dell’oppio (1839-1842, 1856-1860) e la fondazione della Repubblica Popolare (1949). Oggi, la provincia fa parte del Comando di teatro settentrionale dell’Esercito popolare di liberazione (Epl), malgrado sia geograficamente disgiunta dalle altre quattro entità amministrative (Mongolia Interna, Heilongjiang, Jilin e Liaoning) che compongono la struttura militare. Il porto di Qingdao, il principale della provincia, è il quartier generale della flotta navale del comando. Gli squadroni di cacciatorpedinieri posizionati qui e nel porto di Dalian sulla penisola del Liaoning fanno guardia al golfo di Bohai, pronti a intervenire in caso di conflitto nella penisola coreana o con il Giappone.
Al largo di Qingdao, il 23 aprile la Marina dell’Epl condurrà al cospetto del presidente cinese Xi Jinping una grande parata per celebrare il 70° anniversario della sua fondazione. Non è chiaro se vi prenderà parte anche la portaerei Tipo 001A. Quest’ultima è la seconda nave cinese del suo genere ma la prima realizzata interamente nella Repubblica Popolare. Significativamente, questa potrebbe essere battezzata con il nome Shandong. La Tipo 001A, varata nel 2017, sarà operativa tra due anni, ma non determina un salto di qualità tecnologico rispetto alla Liaoning, di fabbricazione ucraina, il cui ruolo è più che altro simbolico. Tuttavia, la Cina ha costruito la seconda portaerei in un terzo del tempo impiegato dagli Stati Uniti per realizzare la Uss Gerald Ford. Posto il divario che separa le Forze armate statunitensi da quelle cinesi, tale rapidità certifica gli sforzi che Pechino sta facendo per affermare il controllo sul Mar Cinese Meridionale ed espandere le ambizioni marittime lontano dalle proprie coste.
Valore storico e strategico dello Shandong
Lo Shandong si trova sul margine orientale della pianura centrale cinese. È attraversato dal fiume Giallo e dal Gran Canale, il corso d’acqua artificiale più lungo e antico al mondo. La penisola separa il golfo di Bohai a nord dal Mar Giallo a sud ed è rivolta verso la penisola coreana e il Giappone. Durante il “periodo dei regni combattenti” (475-221 a.C.), la parola Shandong identificava il territorio “a est dei monti” Taihang, luogo di culto per il taoismo. La catena montuosa si trova al centro della provincia e rappresenta il suo principale elemento orografico.
La cultura dello Shandong è indicata con il termine qilu, poiché gli Stati Qi e Lu (dinastia Zhou, 1046-256 a.C.) hanno avuto un impatto fortissimo sulla storia di questo territorio. Il periodo dei regni combattenti fu determinante in tal senso. Questa fase, culminata con la vittoria di Qin Shi Huang, primo imperatore di Cina, creò i presupposti per la fioritura delle “cento scuole di pensiero”, inclusa la filosofia confuciana, e dei “sette classici militari”, tra cui l’Arte della guerra di Sunzi. La tradizione vuole che Confucio sia nato in prossimità dell’odierna Qufu nel 551 a.C. e che il maestro Sun sia nato nel 545 a.C. nello Stato di Qi. La seta è uno dei prodotti storici della provincia.
La dinastia Jin (1115-1234) fu la prima a utilizzare il nome Shandong per circoscrivere un’area amministrativa. In epoca Ming (1368-1644), il territorio diventò una provincia nel senso moderno del temine, ma solo durante quella Qing (1644-1911) si dotò dei confini attuali.
Dopo le guerre dell’oppio, lo Shandong fu uno dei territori maggiormente colpiti dalle invasioni straniere. Dopo aver perso la prima guerra sino-giapponese (1894-95) e lasciato ai nipponici diversi territori, i cinesi furono obbligati a concedere alla Germania il controllo di Qingdao nel 1897 e all’impero britannico quello di Weihai nel 1898. Il resto della provincia cadde di fatto sotto l’influenza tedesca, concretizzando gli sforzi del barone e geografo Ferdinand von Richthofen il quale, avendo studiato la geologia dello Shandong, aveva proposto alcuni anni prima della conquista la creazione di una colonia della Germania in Cina per sfruttare le risorse minerarie, a cominciare dal carbone. Richthofen fu peraltro il primo a impiegare il termine Seidenstraße, cioè via della seta.
Lo Shandong fu uno dei primi teatri della rivolta dei Boxer contro l’imperialismo straniero (1898-1901), presto sedata dalle potenze occupanti. Nell’ambito della prima guerra mondiale, Giappone e Regno Unito assediarono Qingdao nel 1914 e nel 1917 la Cina attaccò la Germania sperando di riprendersi lo Shandong al termine del conflitto. Invece nel 1919, alla conferenza di pace a Versailles, la provincia venne assegnata ufficialmente al Giappone, spingendo la delegazione cinese ad abbandonare la Francia senza firmare l’accordo. Il 4 maggio di quell’anno una folla radunatasi a piazza Tiananmen protestò contro il proprio governo, incapace di riottenere lo Shandong. Si tratta di un evento molto importante nella storia cinese perché instillò il nazionalismo nei giovani intellettuali: tra i leader del “movimento 4 maggio” (che a breve compie cent’anni) vi era anche Mao Zedong, futuro fondatore del Partito comunista (1949). Nel 1922, durante la conferenza navale di Washington, il Giappone cedette lo Shandong alla Cina, salvo poi rioccuparlo nuovamente durante la seconda guerra sino-giapponese (1931-45). I comunisti guidati da Mao ripresero gradualmente la penisola nel 1945, strappandola definitivamente ai nazionalisti di Chiang Kai-shek nel 1948, dopo quattro anni di guerra civile.
Oggi lo Shandong è una delle provincie più ricche della Cina e un importante polo industriale, noto per l’impegno nell’innovazione tecnologica e nella censura digitale e la presenza di tre grandi aziende: Tsingtao, popolare produttrice di birra, nata nel 1903 da una joint venture anglo-tedesca per soddisfare la sete dei soldati europei che avevano occupato la Cina; Haier, costruttrice di elettrodomestici, che lo scorso anno ha acquisito il controllo dell’italiana Candy nel 2018; HiSense, azienda focalizzata sul riconoscimento facciale, che contribuisce allo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Cina. Inoltre, la provincia rappresenta un quinto della capacità di raffinazione di petrolio del paese, anche se il suo contributo è destinato a diminuire. Il governo cinese ha imposto una riforma per ridurre la capacità di lavorazione del greggio da 130 a 90 milioni di tonnellate annui per aumentare l’efficienza del settore e ridurre l’inquinamento.
La Cina ha invitato diversi paesi stranieri ad assistere alla parata di fine aprile, tra cui Stati Uniti, Russia, Francia e Giappone. Washington ha declinato l’invito, per non riconoscere i progressi navali cinesi e criticare indirettamente le pretese di sovranità di Pechino nel conteso Mar Cinese Meridionale e su Taiwan. L’Epl farà sfoggio del proprio arsenale – e possibilmente della nuova portaerei – per alimentare il sentimento di appartenenza nazionale in patria e dimostrare al mondo che la Cina non è più terra d’invasione.
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