La quattro libertà che ci sono costate la libertà
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Se apri le frontiere dei capitali ai paesi in cui non si pagano le tasse, le frontiere delle persone e dei servizi ai paesi in cui non si paga il lavoro, le frontiere delle merci ai paesi in cui le normative ambientali e sulla sicurezza sono ferme all’Ottocento, poi devi competere eliminando le tasse (cioè smantellando lo stato sociale), riducendo il costo del lavoro (cioè smantellando i diritti dei lavoratori) e abbassando gli standard produttivi (cioè smantellando le procedure basate sul principio di precauzione).
Non c’è altro modo di competere con chi fa dumping sociale e fiscale e lo dimostra il fatto che non è solo l’Italia a subire le delocalizzazioni delle imprese, che colpisce anche Francia e Germania, in favore sempre e soltanto dei paesi a basso reddito e bassi diritti. Per tale ragione è necessario abolire queste quattro libertà su cui si fondano i trattati europei, cioè ripristinare i vincoli alla circolazione di persone, capitali, merci e servizi, ricominciando a fare una politica di stimolo dell’economia interna.
Perché per esercitare queste quattro libertà abbiamo dovuto rinunciare alla libertà più importante: quella di lavorare percependo un reddito che ci consenta di vivere un’esistenza dignitosa. Queste quattro libertà ci sono costate la vita e non c’è bene o servizio che valga la dignità umana.
Commenti recenti