Il vuoto
Il vuoto
di Luciano del Vecchio
Nello schieramento che, per pigrizia mentale, si usa ancora definire “di sinistra” sono in molti a non rendersi conto che la difesa dei ceti medi e popolari è possibile soltanto se si recede dai Trattati europei. Questi documenti, intrisi della dottrina economica liberista, impongono la libera circolazione di merci servizi e capitali; e sono un’aggressione continua alle condizioni di vita e di lavoro delle classi meno abbienti. Sono Trattati non emendabili perché i principi in essi contenuti costituiscono l’essenza e la natura dell’Unione europea. I ceti dominanti li hanno imposti proprio con il fine di fronteggiare le temute reazione popolari alle misure drastiche di macelleria sociale, delegate ai “tecnici esperti”. La difesa dei ceti popolari esige il rifiuto totale di questi vincoli.
Di questo è difficile convincere molte persone che, specie a sinistra, oppongono una forte resistenza psicologica all’invito di considerare, non la necessità, ma la semplice possibilità di fuoriuscire dai Trattati europei, perché questi, come anche la moneta unica, sono considerati “Europa” e dunque indiscussi e indiscutibili. Le ragioni di questo rifiuto a ridiscutere l’Unione europa vanno forse cercate nella reazione suscitata dal crollo del Muro di Berlino nel 1989, quando la sinistra, in particolare quella comunista, è rimasta senza un ideale a cui appigliarsi. L’”europeismo” sostituì il comunismo, l’ideale che venne a crollare insieme con il Muro. Ci si attaccò a questo vuoto ideale europeista per allontanare il terrore di scoprirsi senza più una identità. Un bisogno psicologico spinse ad accettare acriticamente o inconsapevolmente la conseguente impostura linguistica che usa “Europa” per dire Unione Europea.
Ma l’Unione Europea è una congerie di organismi e di trattati sovranazionali che reggono un livello della finanza internazionale anglo-americana e il suo gradino franco-tedesco. Mentre l’Europa è l’insieme dei suoi popoli e degli suoi stati nazionali così come si sono storicamente e culturalmente formati e geograficamente assestati e consolidati. E tuttavia nella sinistra sensibile all’afrore della finanza si continua nella mistificazione che si esprime nelle ricorrenti litanie “più Europa”, o “ce lo chiede l’Europa”.
Dalla quale l’Italia rischierebbe, a parere degli eurofanatici, l’estromissione. Ma l’Italia non può uscire dall’Europa semplicemente perche l’Italia è l’Europa, fa cioè parte di una realtà storico culturale che è tutt’altra e nobile cosa da quella montagna giuridica di carte prodotte dalla dottrina economica liberista. Dopo il crollo del Muro la sinistra italiana si è smarrita e per non perdersi, ha cercato un appiglio a cui attaccarsi ciecamente, si è rifugiata per disperazione nell’Unione Europea. Il suo gruppo dirigente invece, pienamente convinto della deriva liberista e mercatista a cui politicamente aveva deciso di aderire, finse che l’Unione fosse l’Europa e, pur consapevole dell’equivoco, lo agevolò inculcando la finzione a iscritti e simpatizzanti.
Fu la stessa cieca “passione” che D’Alema e Prodi, pendolari Italia-USA, alimentarono imponendo, per legge, l’esibizione di una lugubre bandiera con le stelline su tutti gli edifici pubblici d’Italia (zelo unico in Europa!), pur sapendo che quel drappo non rappresenta nessun popolo o nazione, ma è semplicemente un logo bancario o societario, e che soltanto il cattivo gusto può aver suggerito di sventolare a rappresentanza del nulla istituzionale.
Lo stesso cattivo gusto che ha prodotto la statuona dell’euro collocata ai piedi dell’edificio sede della Banca Centrale Europea. Per la prima volta nella storia, con involontaria ridicolaggine, una moneta, non coniata da nessuno stato e per di più transeunte, viene onorata con una statua, manco fosse un santo, un generale, uno statista, un poeta, o almeno un totem che nelle società arcaiche rappresentava l’animale nume tutelare della tribù. Un tempo, gli stati, i regni, gli imperi nascevano da un mito, da una leggenda, da un gesto eroico, da un emblema, da un simbolo, carichi di significati politico-religiosi, o comunque segni che evocavano legami con un gruppo umano, una terra, un eroe, un dio. Se oggi l’icona fondante un ipotetico e non auspicato super-stato antidemocratico, autoritario e classista è il tozzo euro nel cortile della BCE, molto simile ai pupazzetti disneyland, possiamo ragionevolmente sperare di non dover mai vedere un simile stato insediarsi nel corso delle nostre esistenze, e in quelle dei nostri figli.
Interessante e credo puntuale la ricostruzione del tragitto bipolare che ha spinto la sinistra (per ridere) fra le braccia della dittatura europea.
La dirigenza del vecchio PCI fin dai primi anni 70 aveva intrapreso la rincorsa per cambiare padrone e passare sotto il patriarcato statunitense, in parte per la poca appetibilità del socialismo reale, ma soprattutto perché gli apparati sbavavano per riempirsi le tasche di soldi come vedevano fare ai loro colleghi dei partiti al governo (e intanto mandavano i figli a fare i dirigenti bancari mettendosi definitivamente sotto tutela capitalistica).
L'unico freno al compimento di questo processo, già evidente nel progetto di compromesso storico, era la necessità di traghettare le masse (ancora in larga parte comuniste) dall'altra parte della barricata. Per riuscirci sono stati utilizzate due leve:
1) la mitologia europeista, progettata per instaurare la dittatura dell'alta finanza ma presentata al gregge come Sol dell'Avvenire di riserva: un sole abbastanza generico ed apolitico da essere fruibile alle generazioni del riflusso.
2) la sostituzione del focus dell'azione politica dai diritti reali, quelli sociali ed economici, ai diritti per ridere, quelli civili. Per cui essere di sinistra per il PD non è difendere i lavoratori dalla miseria in cui li precipita il turbocapitalismo, ma fare le quote femminili e legislare reati di opinione per difendere i culattoni. In questa chiave le élites ex-PCI hanno manipolato temi e sensibilità sessantottini.
Qui ci starebbe tutto un discorso per appurare quanto esse abbiano pervertito il retaggio della contestazione, e quanto gli attuali sviluppi non fossero già impliciti nell'individualismo dei figli dei fiori e del potere all'immaginazione.
Infine mi pongo una domanda… che la dittatura europea non sia riformabile siamo tutti d'accordo. Più difficile è decidere se sia riformabile l'attuale umanità europea.
Lorenzo,
non vedo ragioni per non chiamare gli omosessuali con il loro nome, salvo volerli offendere – tra l'altro credo che culattoni indichi al più una parte del tutto. Dunque è termine impreciso oltre che dispreggiativo. Che la sinistra si sia trasformata in destra liberal è vero e che abbia sostituito i diritti civili ai diritti sociali e la libertà dei costumi al socialismo è vero (lo dimostrano anche le difese delle tre ragazze, pseudo-artiste, condannate in russia) . Ma non vedo perché essere razzisti. In ogni caso non vedo perché si debbano esprimere in casa altrui le proprie idee razziste. Vuoi esprimere le tue idee, nel fondo giuste, o infastidire e mandar via i nostri lettori?
Sottoscrivo le osservazioni di Stefano.
Il PD ha fatto di alcuni diritti civili dei surrogati per ben altre battaglie che non è mai stato in grado di combattere; ma non per questo tali diritti cessano di essere sacrosanti, né per questo i soggetti che li reclamano hanno diritto a minor rispetto.
Che sia un'esigenza reale lo dimostra proprio il modo, piuttosto greve, con cui Lorenzo ha liquidato la questione.
Peccato, il resto del suo commento mi sembra del tutto condivisibile.
Qualche osservazione:
– il razzismo coi froci non c’entra nulla, salvo nella sua accezione iperestesa mediaticamente allo scopo di demonizzare ogni sgarro alla political correctness.
– Un conto è trovarsi in casa altrui, un conto è esprimersi su un sito dedicato al confronto politico. E di confronto politico si tratta, perché la c.d. tutela delle minoranze forma la quintessenza del trapasso dalla tutela dei diritti sociali alla quella dei diritti civili di cui si parlava. In una sezione del PCI degli anni cinquanta e sessanta l’idea che chiamare gli omosessuali culattoni fosse poco di sinistra non sarebbe venuto in mente a nessuno.
– Il tuo concetto di rispetto è ricalcato sulla complessione ideologica del regime, e quindi inconsistente. Ogni agente politico, impostando relazioni sulla base della dicotomia amico/nemico, tenderà a raffigurare le istanze che condivide in termini lusinghieri e quelle ostili in termini diffamatori. Ecco che tu, mentre reclami considerazione per gli omosessuali, non ti periti di chiamare bastardi i nazisti.
– Guardiamo la cosa da un’altra prospettiva: mi risulta che il regime stia progettando nuovi reati di opinione e uno di questi dovrebbe tutelare proprio gli omosessuali. Vi gusta l’idea? Peccato che un'altra ipotesi di reato miri a tutelare l’unione europea, criminalizzando le opinioni ad essa avverse. Se gli omosessuali invocano "rispetto" perché l’unione europea non può fare altrettanto? Forse la nozione andrebbe un attimino approfondita.
Lorenzo,
a suo tempo trovai aberrante l'idea di inserire un'aggravante consistente nella motivazione omofobica del reato, poi giustamente considerata incostituzionale, e ne scrissi pure sulla pagina fb della Alicata (PD e lesbica) prendendomi le offese della mia concittadina e deputata Paola Concia. Un conto però è dire che una certa aggravante che si vuol introdurre è incostituzionale; un conto è dire che se fossi al potere l'introduzione della unione civile tra omosessuali (alla quale sarei favorevole) è il centesimo provvedimento che prenderei (il centrosinistra invece ha dato ad esso la priorità, con le conseguenze che sappiamo), perché prima vorrei discutere e decidere almeno 99 questioni generali o relative a minoranze molto più vaste, un conto è chiamarli froci e culattoni. Quanto ai nazisti c'è una differenza enorme tra un nazista moderno, che, se è tale, teorizzerà volontà di potenza, sfruttamento di altri popoli, guerre di aggressione e altro e gli omosessuali, minoranza che reclama una tutela. Nei confronti degli stati uniti e della NATO ho lanciato anche io offese. Cosa dovrebbero fare gli omosessuali, perché tu non li offendessi: rinunciare a chiedere che la legge riconosca ad essi determinate possibilità?
Tornando all'articolo, e lasciando in pace questioni assolutamente minute come gli omosessuali: dalla mia esperienza personale non mi risulta che le persone di sinistra abbiano perso le coordinate a seguito del crollo del muro di Berlino. Tutt'altro. Si è potuto assistere al crollo del capitalismo di Stato (così viene definita l'ex URSS da parte di certa sinistra), che cede il passo al capitalismo globalista. Questo, semmai, ha determinato un tentativo di spostamento verso l'estrema sinistra, dato che la sinistra storica aveva ormai perso credibilità. Sinistra parlamentare estrema che al giorno d'oggi è enormemente più a destra di quanto si voglia comunemente dare ad intendere, dato che sta aderendo al disegno neocon in maniera sfacciata (privatizzazioni, alienazione dei beni pubblici, adesione alla totale apertura dei mercati con volatilità dei capitali nazionali etc..)
Poi voglio ancora una volta sottoporre la definitiva domanda: dato per assodato che il capitalismo neocon (reaganomics e thatcherismo negli anni passati) è una ideologia economica e politica nata in seno alla destra americana (scuola di Chicago di Milton Friedman, poi sostenuta da svariati think tank della destra USA), chi sostiene quella scuola di pensiero come può essere collocato a sinistra?
Sbagliato quindi collocare D'Alema il bombardiere del Kossovo e Prodi delle svendite dei patrimoni statali (due aspetti cruciali delle politiche neocon) a sinistra.
Sarebbe come chiamare laziale uno che ha la sciarpa giallorossa e indossa la maglia di Totti, per fare un paragone calcistico.
Se si accetta ancora come criterio per definire politicamente uomini e movimenti la tradizionale dicotomia destra/sinistra, oggi, Tonguessy, è certamente come tu dici: è molto arduo collocare D'Alema e Prodi a sinistra; ma, allora, quando il bombardiere bombardava e il liquidatore svendeva, entrambi, approfittando dello sbando seguito al crollo del Muro, si proponevano come uomini di sinistra all'elettorato comunista e, forse chissà, in segreto studiavano Friedman.
Stefano, volevo solo farti capire che il rispetto portato a una minoranza non è scontato. Ciascuno, compreso l'attuale regime, sostiene attivamente certi gruppi, altri li ignora, altri ancora li odia e li perseguita in rapporto alle proprie costellazioni ideali e di interesse.
Gli omosessuali sono una minoranza tanto quanto i pedofili. Nel medioevo il reato di omosessualità era generalmente ritenuto più grave di quello di pedofilia. Nella Svezia degli anni sessanta-settanta entrambe le minoranze erano riconosciute e tutelate allo stesso modo. Oggi gli uni sono attivamente tutelati e gli altri attivamente perseguitati. Il mondo è bello perché è vario.
Allo stesso modo il regime nazista sosteneva i razzisti e perseguitava gli ebrei, quello attuale tutela i secondi e perseguita i primi.
Io non ho nulla contro i froci. Soltanto mi ripugna adeguarmi alle regole di political correctness propalate dal regime e introiettate dal gregge. E quindi mi sforzo di parlare in italiano anziché in italiano sterilizzato.
@Lorenzo , mi sapresti indicare in che modo "gli ebrei vengono tutelati" . Perchè così posso aiutare un'amica che si trova in una situazione al limite della disperazione . In realtà lei è atea , ma suo zio è di fede ebraica : può andar bene lo stesso ? Fammi sapere .
PS : Il tuo ostentato razzismo non è segno di coraggiosa sincerità controccorrente . E' se mai il lamento di un pulcino spaventato , ed è la subcultura dominante : è questo ormai il politicamente corretto . E’ di moda , come un telefonino .