Superficialità o azione malevola di chi sa di essere debole? Replica al Grande Oriente d’Italia Democratico
La mia lettera agli studenti MMT ha ricevuto una replica dal parte del Grande Oriente d’Italia Democratico. L’autore sottolinea due passaggi, li contesta e ne trae una illazione molto offensiva e una conclusione palesemente falsa, come sa chi abbia letto, ancorché in piccola misura, ciò che andiamo scrivendo.
L’autore mi imputa l’uso della parola “nemico” con riguardo a tutti gli unionisti, compresi coloro che vorrebbero, da un lato, riformare l’Unione europea rendendo la BCE acquirente residuale dei titoli degli stati e, dall’altro, applicare a livello di unione europea politiche espansive. Osservo che poco sopra avevo utilizzato la parola “politicamente avversari”, ponendo l’espressione in grassetto. Quindi il mio critico possedeva gli elementi per concludere che il termine “nemico” era una scelta linguistica, magari infelice, ma volta esclusivamente ad enfatizzare l’espressione precedentemente utilizzata e posta in grassetto.
L’uso della parola “nemico”, nel contesto linguistico indicato – ossia dopo aver utilizzato l’espressione “politicamente avversari” in grassetto – avrebbero dovuto rendere più cauto – molto più cauto – il Grande Oriente d’Italia Democratico, che invece, nella inattesa replica, troppo distrattamente (o malevolmente?), evoca la dialettica amico-nemico di Carl Schmitt, si permette di avanzare l’ipotesi che io sia un social-nazionalista o un nazional-socialista, e ipotizza che io voglia “mitragliare (metaforicamente o meno)” coloro che non la pensano come me. Come avrebbe potuto chiarire Gioele Magaldi, sono un socialista patriottico. Sanno i membri del Grande Oriente d’Italia democratico che l’appello alla resistenza di Concetto Marchesi era patriottico? Che l’ANPI ha sempre qualificato i partigiani come patrioti? Che la rivista dell'ANPI fu chiamata "Patria indipendente"? Che la bandiera delle Brigate Garibaldi era la bandiera italiana con la stella rossa al centro? Che Togliatti e Nenni sostennero in assemblea costituente, non importa se a torto o a ragione, che la resistenza era stata un secondo risorgimento? Sanno che il Pci votò compatto contro i trattati europei affidando ad Ingrao questa dichiarazione: “Votando contro questi trattati intendiamo indicare alla classe operaia una prospettiva di autonomia e di lotta, intendiamo chiamare la classe operaia a battersi assieme a tutte le forze sane e minacciate da questi trattati per dare un corso diverso alla politica internazionale”? Per loro chiunque sia contro gli Stati Uniti d’Europa è un nazionalista? Sono asini (e non lo sono) ingenui (e non credo lo siano) o malevoli?
Se i membri del Grande Oriente d’Italia Democratico, sono soliti trattare tutti gli avversari politici (o forse soltanto rivali) come hanno trattato me, allora vuol dire che la logica amico-nemico è introiettata nel loro animo uterino e sono pericolosissimi. Bene a sapersi.
Ed effettivamente il dubbio mi resta e anzi si scioglie perché attraverso un percorso non troppo lineare, che non riesco a seguire, e che passa di nuovo per la qualifica di socialista-nazionale o social-nazionalista (non credo che siate così superficiali; siete proprio uterinamente malevoli), gli autori finiscono per approdare a questa assurda conclusione: “Si giunge pertanto al paradosso che nel medesimo campo dell’anti-europeismo (di fatto o di diritto) militano tanto intellettuali come Barnard e D’Andrea, quanto gli stessi piccoli architetti di una UE e di una BCE attuali che rappresentano rispettivamente l’aborto di una confederazione europea e l’aborto di una banca centrale degna di questo nome”. Orbene, chiunque legga qualche post pubblicato su Appello al Popolo (ma credo che il medesimo ragionamento valga per Paolo Barnard, anche se non tocca a me prendere posizione per lui) si avvede che l’idea politica che avversiamo non è l’idea di un’Europa politicamente unita, che reputiamo meno di una chimera e specchietto per le allodole (in un intervento videoregistrato la abbiamo definita “fuffa”), bensì l’Unione europea: realtà concreta, diabolica, distruttiva, frutto del pensiero e della volontà di elites perverse.
Invito il Grande Oriente d’Italia Democratico a leggere il Documento di Analisi e proposte dell’Associazione Riconquistare la Sovranità, così capiranno qual è la posizione mia e quella dell’ARS. Ulteriori fraintendimenti, veri o finti, non saranno tollerati. Anzi, dopo che avrete letto il Documento, suppongo che vorrete porgere le scuse, salvo che siate pseudo-antifacisti in realtà fascisti nell’animo.
Il contrasto politico è tra chi vuole recedere dai trattati europei e riconquistare la sovranità e chi vuole che l’Italia resti dentro l’Unione europea. Gli associati dell’ARS sono disposti ad allearsi per un lungo periodo e persino a militare nel medesimo (auspicato) partito o movimento con coloro che vogliono recedere dai trattati europei per poi costruire un’altra Europa. Non siamo così sciocchi da lasciare agli avversari persone che hanno compreso quale perversa gabbia d’acciaio sia l’Unione europea, sanno che essa è irriformabile nella direzione di un aumento di democrazia e giustizia sociale e tuttavia non vogliono rinunciare a un sogno (l’Europa unita) che hanno coltivato per decenni e che si è rivelato un incubo. Il tempo dimostrerà alle persone in buona fede che “un’altra Europa” è meno di una chimera.
Invece non siamo disposti ad allearci politicamente con coloro che intendono minacciare di uscire dall’Unione europea, al fine di ottenere una determinata riforma della UE. Questa posizione è del tutto ingenua: chi intendono minacciare? quanto tempo intendono concedere ai minacciati? Se si tratta di cinque anni diciamo no. Se si tratta di sei mesi, diciamo: minacciateli immediatamente e poi tra sette mesi, constatato che la vostra minaccia si sarà rivelata inutile, aderite senz’altro all’auspicato movimento sovranista.
Qualora tutte e due le linee politiche (recedere e minacciare) fossero molto deboli e si paventasse la necessità di una lista unica che raccogliesse le posizioni critiche nei confronti della UE, sarei disponibile a sostenere questa lista (è una opinione personale) ma, ovviamente, si tratterebbe di alleanza elettorale, imposta dalla legge elettorale e dalla contingente debolezza dei due movimenti rivali, e non di vera alleanza politica. Mi auguro, però, che questa ipotesi non si verifichi.
Una entrata a gamba tesa, come quella del Grande Oriente d’Italia Democratico, scomposta, immotivata, inelegante deve avere una motivazione. Credo che essi, piccola minoranza come noi, si rendano conto che la prospettiva sovranista sta facendo proseliti e li sta facendo tra quelle persone che essi speravano potessero rivoltarsi a Monti in nome di non ben definiti Stati Uniti d’Europa. Si tratta, dunque, di un attacco a posizioni politiche rivali, considerate come avversarie e trattate come nemiche. Gli europeisti sanno che il “fogno” (le intuizioni linguistiche di Bagnai sono geniali) europeo sta per finire. Il loro mondo di elites che costruiscono gli stati uniti d’europa progressisti e democratici – in realtà stati che sono governati da elites democratiche e progressiste – è ormai consumato e allora scalciano scompostamente. Invece l’idea sovranista è appena sorta e ha un grande futuro.
Ci libereremo dell’Unione europea e da tutti coloro che pensano che i sistemi politici debbano essere governati da elites che non siano espressione del popolo, per quanto democratiche e progressiste. Ci libereremo.
Stefano D'Andrea
Condivido pienamente.
Condivido del tutto. Obiettivo: sovranità italiana.
Premettendo che anch'io, nel mio piccolo e per motivi ben meno importanti, ho avuto modo di cozzare contro l'arroganza del GOD, voglio esprimere la piena solidarietà all'ARS e a Stefano D'Andrea e provare a enucleare alcune considerazioni di fondo. Sono convinto che la reazione del GOD sia da attribuire ad un dato politico rilevante: il sovranismo (o sovranitarismo, per accontentare D'Andrea), sta prendendo piede nella società e non solo più nelle "elites" intellettuali e tecniche (economisti) e si propone non più soltanto come movimento ideale, ma potenzialmente come movimento POLITICO. Ed è questo a spaventare (da qui l'acredine) il GOD. La massoneria, quella democratica incarnata da Magaldi, minoritaria e contrapposta a quella liberista di Monti, per fare un nome, NON si discosta sull'idea di Unione Europea se non nel TIPO, nel concetto di costruzione, e pertanto qualsiasi intoppo in questo processo che vede l'abbandono del concetto di Stato Nazione, viene visto come un pericolo e uno sviluppo da osteggiare. Il tirar per il colletto la MMT (che riscuote consensi ed adesioni trasversalmente) è la spia che la preoccupazione per i movimenti cosiddetti globalisti nei confronti di qualsiasi progetto che porti in primo piano il discorso sulle SOVRANITA' nazionali, è abbastanza elevata. Quello che, anche per motivi ben più futili ho già "consigliato" al GOD, è di mettere da parte la spocchia e ricercare il dialogo (se gli obiettivi sono comuni), altrimenti, bando alle ambiguità (di cui la massoneria non certo difetta) e si chiariscano le posizioni. L'ambiguità è un male nelle relazioni interpersonali, figurarsi in politica. (per chi voglia leggere la mia personale polemica con il GOD, può leggersi il mio articolo attaccato http://francescosalistrari.blogspot.it/2012/07/cui-prodest.html , la risposta di GOD http://www.grandeoriente-democratico.com/Commento_di_GOD_a_Cui_prodest.html e la mia controreplica http://francescosalistrari.blogspot.it/2012/08/non-e-tutto-massone-quel-che-luccica.html).
Letta la lettera, la risposta e questo terzo articolo. Un po' "furbastro" darti del "nazionalsocialista" non trovi? E poi il paragone tra i vecchi stati regionali italiani e gli attuali nazionali europei non funziona e non regge. E anche non fosse così ci sarebbe comunque bisogno di un garibaldi in una non auspicabile versione europea.
Furbastro è la parola esatta. L'autore non convincerà nessuno. Furba è anche la prospettazione della dicotomia europeisti/antieuropeisti, che vorrebbe distinguere tra coloro che vogliono una realtà che non c'è (e che appare a dir poco inverosimile), da un lato (gli europeisti), e coloro che non la vogliono dall'altro (gli antieuropeisti). Mentre è ovvio che adesso il problema concreto, reale – la contraddizione principale – è unione europea si/unione europea no. Tra l'altro non ho mai capito per quale ragione gli europeisti credano che la UE riformata sia un mezzo per raggiungere l'obiettivo degli stati uniti d'europa. La UE non c'entra nulla con gli stati uniti d'europa e ne è la negazione (l'allargamento a 27 stati dimostra che la UE è semplicemente un mercato unico). Quindi sarebbe più logico che gli europeisti si collocassero nel campo degli antiunionisti.
Caro Stefano, che ti aspetti da degli squallidi massoni che a differenza delle cosche mafiose si attribuisce alti ideali che non possiede affatto ma persegue l'arricchimento dei propri confratelli, risultando quindi rispetto ai mafiosi decisamente ipocriti?
Riguardo ai partigiani, se fossero stati tanto patrioti non avrebbero accettato di buon grado 113 basi Nato, ops dei liberatori
Ma cosa c' entrano i partigiani con le basi nato? Gli americani sono arrivati sulla nostra penisola per un solo motivo: l' entrata in guerra di mussolini. Scusate ma prendetevela con chi è entrato in guerra a fianco di chi l' ha iniziata no? A me sembra semplice la questione. E poi l' adesione dell' Italia alla NATO risale al '49 e non mi sembra che le sinistre fossero favorevoli.
Vorrei ricordare agli eurofascisti del Grande Oriente "Democratico" che fingono di contrapporsi all'attuale forma dell'ideologia europeistica per professarne in altre altri termini gli stessi identici fini, che l'europa non è una nazione ed in quanto tale non può neanche essere assurta ad entità di Stato nazionale. Una nazione è lì dove esiste un popolo, una cultura, una identità linguistica, mentale, storica e territoriale (l'europa non esiste neanche geograficamente; ad esempio Italia e Spagna cercano di entrare in europa da qualche migliaio di anni).
Ad una entità del genere (la nazione), la filosofia e la politologia umane hanno impiegato 1300 anni per mettere indosso la migliore e più giusta (da giustizia) forma di rappresentanza, ovvero lo Stato nazionale. Lo Stato nazionale lo si può erigere dove l'entità nazione è già esistente; viceversa, lì dove l'entità nazione inesiste, essa viene generata ex novo in un calderone di etnie, culture, lingue, identità dissociate ed incociliabili tra loro che danno non-forma ad una non-nazione, come nel caso degli Stati Uniti d'America. Siccome in europa, dunque, un popolo europeo, una lingua europea, una identità europea, una geografia europea, una letteratura europea, una forma mentis europea eccetera non esistono, l'unica via da seguire per cercare di erigere uno Stato-nazione è quella della non-forma/non-nazione come nel caso degli USA. Niente lotte patriottiche dunque, nessuna guerra risorgimentale possibile; solo tecnica, tanta tecnica (ed infatti una delle tre direttrici ideologiche dell'eurofanatismo è quella della tecnocrazia).
Piccolissimo particolare: sulla via della non-forma europea c'è un ostacolo da niente rappresentato da una ventina di nazioni, popoli e culture diverse, già formate e all'apice della loro maturazione e della loro rappresentanza storica e giuridica. Il percorso della non-forma/non-nazione in questo caso dovrà quindi necessariamente passare per la distruzione e dissoluzione in stile lacrime e sangue di questi ostacoli prima di poter raggiungere la compiutezza dell'incubo eurofascista. Nessun travaso di culture, nessun melting pot di popoli è possibile attuare pacificamente in grandi praterie ed assolati deserti da questo lato dell'oceano. Eppure i massoni rimasti disperatamente avvinghiati alle strategie socio-politiche del 1800 per manifesta inferiorità nei confronti dei loro padri, non lo capiscono. Oppure non vogliono capirlo, perchè mai riusciranno a rinunciare ad un aborto ideologico come la nazione europea.
Mi fermo qui, senza voler sviscerare anche il fatto che gli euromaniaci, massoni e non, fingono di non accorgersi che cercare di vincere i nazionalismi, fonte di tanto male e tante guerre nel continente europeo (sic!), generando una nuova grande nazione europea, i primi nazionalisti fonte di xenofobia e intolleranza sarebbero proprio loro, i grandi ILLUMINATI europeisti. Solo che il loro ultranazionalismo non si richiama ad una Spagna, un'Italia, una Francia o una Irlanda, ma le g'ha su l'etichetta DOP a 12 stelle della loro europa.
Amen.