USA-Cina: nave da guerra statunitense nel Mar Cinese Meridionale
di SICUREZZA INTERNAZIONALE.IT (Maria Grazia Rutigliano)
Washington ha comunicato che una nave da guerra statunitense è transitata nei pressi dell’atollo di Scarborough, nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale, rivendicate dalla Cina. Tale mossa rischia di mettere ulteriormente a rischio i rapporti già tesi con Pechino.
Il cacciatorpediniere americano, Preble, ha effettuato tale operazione nella giornata di domenica 19 maggio, secondo quanto ha riferito un portavoce dell’esercito americano all’agenzia di stampa Reuters. “La Preble ha navigato entro 12 miglia nautiche dalla barriera corallina di Scarborough in un gesto di sfida contro le rivendicazioni marittime eccessive nell’area e per preservare l’accesso ai corsi d’acqua come disciplinato dal diritto internazionale”, ha dichiarato il comandante Clay Doss, portavoce della Settima flotta statunitense. Si è trattato dell’ultima operazione militare di Washington in un area divisa e caratterizzata da tensioni. La più recente di queste operazioni risale al 6 maggio, quando due navi da guerra statunitensi avevano transitato nei pressi di alcune isole contese della regione.
Il Mar Cinese Meridionale è un’area fortemente contesa tra gli Stati del Sud est asiatico. Questa, rivendicata in toto da Cina e Taiwan, parzialmente da Vietnam, Filippine, Malesia e Brunei, fornisce le rotte a un fiorente commercio del valore di circa 5.000 miliardi di dollari all’anno ed è ricca di giacimenti minerari. La Cina frequentemente ammonisce gli Stati Uniti e i loro alleati per le operazioni navali che svolgono vicino alle isole occupate dalla flotta di Pechino. Washington ha espresso preoccupazione per questo fenomeno, che ha chiamato “militarizzazione del Mar Cinese Meridionale”, poiché la potenza asiatica sta costruendo installazioni militari su isole artificiali e barriere coralline. La Cina difende le sue costruzioni perché necessarie per l’autodifesa, affermando poi che sono gli Stati Uniti ad aumentare le tensioni nella regione, inviando navi da guerra e aerei militari vicini alle isole rivendicate da Pechino. Da quando il presidente americano, Donald Trump, è entrato nella Casa Bianca, gli Stati Uniti stanno conducendo una politica più aggressiva, mandando frequenti pattuglie militari nelle acque contese.
Tale operazione va ad aggravare un clima particolarmente teso tra Pechino e Washington, dovuto alla guerra commerciale in atto tra i due Paesi. L’ultima escalation ha visto l’applicazione di ulteriori dazi da entrambe le parti e nuove difficoltà nel negoziare un accordo. Il 13 maggio, la Cina ha annunciato che aumenterà le tariffe su una serie di prodotti provenienti dagli Stati Uniti, per un totale di 60 miliardi di dollari. Tuttavia, il 10 maggio, gli Stati Uniti avevano per primi imposto una serie di nuovi dazi sui prodotti cinesi, per un valore di 200 miliardi di dollari. Queste sono le ultime mosse nella guerra commerciale in atto tra le due potenze, cominciata il 23 marzo 2018, quando Washington ha imposto dazi del 25% e del 10% sulle importazioni cinesi rispettivamente di acciaio e alluminio, per costringere Pechino a modificare il proprio atteggiamento, ritenuto estremamente scorretto, sui mercati globali.
La Cina ha risposto applicando a sua volta misure protezionistiche e l’amministrazione Trump ha reagito aumentando i dazi e i prodotti tassati. Oggi dopo più di un anno di guerra commerciale, le tariffe americane sono arrivate a colpire quasi la totalità dei prodotti cinesi esportati negli Stati Uniti e appare sempre più difficile che i due Paesi raggiungano un accordo e mettano fine alla più grande guerra commerciale della storia recente.
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