Ognuno nel suo piccolo…
di SAVERIO SQUILLACI (FSI Reggio Calabria)
È il mantra più distruttivo che il mondo globalizzato e l’ideologia liberale, tutta volta ad esaltare l’individuo, abbia creato. Un inganno degno dei più grandi geni della mistificazione della realtà utile a creare divisioni perfino sul tipo di colore che debbano avere le strisce pedonali in un paesino di mille abitanti!
Vedo gente affannarsi nel firmare petizioni online o fare donazioni per risolvere problemi a migliaia di chilometri di distanza e al contempo sentirsi impotente all’interno del proprio comune o del proprio quartiere. Illusi che pensano di poter risolvere la fame nel mondo con un click ma che si arrendono di fronte alle liste d’attesa in ospedale o ad un lavoro con dimissioni in bianco!
Sembra assurdo ma ci hanno convinti del fatto che sia più facile bloccare il riscaldamento globale di quanto lo sia pretendere una pensione o cure dignitose. Il sistema in cui viviamo ci fa credere che ognuno di noi individualmente possa risultare determinante in questioni largamente al di fuori della sua portata e totalmente ininfluente su argomenti non solo risolvibili ma molto più vicini al proprio quotidiano.
La risposta sul perché si propagandi questo tipo di teoria la lascio volutamente al lettore.
Il nostro valore individuale si misura e si determina all’interno della comunità. Soli non siamo nulla e incidiamo sulla società come una goccia d’acqua su di un incendio.
Gli individui che incidono sul tessuto sociale sono coloro che possono comprare il consenso, le leggi e, guarda caso, gli altri individui!
Per spegnere l’incendio, si sa, è necessario che le gocce d’acqua siano unite e contemporaneamente agiscano in un unico getto potente. Farle cadere ad una ad una sul fuoco non produrrebbe risultati significativi.
La demonizzazione della politica è decisamente il modo più incisivo affinché le tante gocce d’acqua agiscano separatamente e non producano effetti reali sulle scelte che riguardano il tessuto sociale.
Il diffuso astensionismo e la poca propensione all’associazionismo impegnato, ne è prova lampante.
I padri costituenti ci hanno lasciato le armi per poter essere decisivi nel portare avanti le nostre idee. Un sistema istituzionale in grado di recepire le esigenze delle varie parti sociali. Coloro che lo criticano sono consapevoli o inconsapevoli nemici della democrazia e del popolo. Bugiardi incantatori di serpenti che usano a proprio vantaggio il veleno, il disagio e la rabbia sociale.
Ognuno nel suo piccolo non può fare altro che unirsi a coloro che condividono le stesse idee e, attraverso le istituzioni, determinare le proprie istanze affinché possano avere una possibilità di essere considerate. Se quel gruppo non esiste lo si crea, se quel partito non è stato formato lo si costruisce.
Questa è l’eredità della nostra Costituzione:
Art. 49
“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Grazie a Matteo Rossini! Il concetto è suo.
L’essere umano è fatto di relazioni e in questa società alienata e individualistica, ognuno di noi, non può non sentire un intimo disagio. Il modello costituzionale di società e di paese, che i padri costituenti ci hanno lasciato in eredità, può essere attuato solo se si intende lo Stato come comunità, e ci esorta in ogni modo a stringere relazioni solidali, avendo ben chiaro che ciò è foriero di crescita spirituale, la quale è determinante nel prendere coscienza del far parte di una comunità e che perseguire il benessere collettivo è cosa ben più nobile e solidificante che perseguire esclusivamente il proprio benessere individuale.