Tremonti smonta Greta Thunberg: “Non è fenomeno spontaneo”
di OLTRE LA LINEA
L’ex ministro Giulio Tremonti smonta il fenomeno Greta Thunberg. Ospite del programma L’Aria che Tira su La7, Tremonti ha sottolineato come quello di Greta Thunberg non sia affatto un fenomeno spontaneo:
Esistono problemi di cambio climatico, di inquinamento, di ridisegno dell’industria nel mondo. Il cambio climatico c’è sempre stato: uno può chiedersi perché Groenlandia si chiama così. Era verde ed è diventata grigia. Il cambio climatico è parte della storia del pianeta e dell’umanità. Poi c’è l’nquinamento. Io inviterei Sua Eccellenza Bertinotti a leggere la storia del clima negli ultimi 1000 anni. Un conto è il cambio climatico, un conto è l’inquinamento.
E poi c’è Greta Thunberg. Tremonti affonda il colpo:
Se uno pensa che Greta Thunberg sia un fatto spontaneo e naturale, forse non ha idea di quale macchina politica e mediatica sta dietro Greta, non è mica Giovanna D’Arco, è un fenomeno complesso, con un investimento di capitali straordinario alle spalle ed è il tentativo di ridisegnare la struttura industriale fatta con la globalizzazione
Tremonti: Ecco cosa c’è dietro il fenomeno Greta
L’ex ministro nel suo intervento spiega perché è nato il fenomeno Greta:
L’idea è: non produrre più dove il lavoro costa poco ma le merci non vengono più comprate più lì e devono essere trasferite inquinando, facciamo la produzione dove ci sono anche i consumatori e questo, di fatto, è un modo per battere la Cina
Chi muove i fili di Greta
L’esplosione del fenomeno Greta Thunberg ha lasciato attoniti gli osservatori più attenti che si domandano: chi muove i fili dietro la ragazzina svedese?
Cominciamo col spiegare chi è lei: Greta Thunberg, classe 2003, dal 20 agosto 2018 inizia la sua protesta di fronte il Parlamento di Stoccolma. Il suo slogan, scritto sul cartello che è solita tenere in mano, è: Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). A completare il quadro c’è inoltre la Sindrome di Asperger, malattia di cui Greta Thunberg è vittima, molto simile all’autismo ma con effetti e complicazioni meno gravi. Ebbene, com’è possibile che una ragazzina come molte altre, che porta avanti una battaglia perlopiù legittima, sia diventata in poco tempo un fenomeno globale?
Perché Tremonti ha ragione
Basiamoci sui fatti, cominciamo col dire che Greta è figlia della celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Sui social vanta una pagina facebook intorno ai 200.000 like. A distanza di soli quattro giorni dalla prima protesta (24 agosto 2018) pubblica un libro dal titolo Scenes from the Heart. Casualità fin troppo emblematica.
Non è finita, la strategia di marketing sarebbe fin troppo banale se fosse finalizzata alla promozione di un semplice libro da parte della madre. Capita quindi che alla giovane Greta Thunberg e alla celebre madre si affianchi anche un terzo personaggio: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità.
Da quel che risulta Ingmar Rentzhog è proprietario della startup We Do not Have Time. Il 24 novembre 2018 l’esperto di marketing ha pensato bene di inserire la stessa Greta Thunberg nel board della società. Solo 3 giorni dopo la società ha lanciato una campagna di crowfunding che ha raccolto 2,8 milioni di Euro.
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