Insegnamenti delle regionali in Umbria
di MARTINA CARLETTI (FSI Perugia)
Il FSI-Riconquistare l’Italia è il Partito del NOI e non dell’IO. La storia di questo partito è sintesi di due tipi di coraggio: quello dirompente ed impetuoso di chi si ribella alla consuetudine di quella politica che ci schiaccia, e quello mite e paziente, di costruzione, che ne custodisce la memoria fino a ristabilire un cammino che, se capaci di capirne evoluzioni ed implicazioni, non vanificherà l’enorme coraggio profuso.
Il risultato ottenuto (lo 0,22%, 910 voti) non è nulla di più rispetto a ciò che ci attendevamo: siamo una manciata di militanti che hanno svolto un lavoro immenso se paragonato alle forze contro le quali ci scontravamo, in un mese scarso di campagna elettorale, e con la presenza costante di “leader” nazionali che nel frattempo si erano accampati nel “cuore verde” d’Italia.
Il primo ringraziamento va ai miei sodali, irreprensibili, grazie ai quali il gruppo FSI Regione Umbria ha raggiunto una coesione senza precedenti. Grazie alle 910 persone che ci hanno stimato dando un voto significativo di vero apprezzamento, in una regione in cui eravamo sconosciuti. Grazie a tutti i militanti che, da tutta Italia e a vario titolo, hanno partecipato economicamente e con l’apporto di prezioso lavoro a questa nostra impresa: Tonio Di Donfrancesco per la parte grafica e video, Lorenzo D’Onofrio, Andrea Franceschelli, Stefano Ripamonti e tutto il comitato direttivo con suggerimenti costanti ed esplicando le linee guida. Il gruppo operativo che si è occupato degli incontri sul territorio e dei temi locali, Federico Musso e Federico Monegaglia e tutti coloro i quali ne hanno fatto parte.
Questa è stata la prima competizione elettorale in cui abbiamo ricevuto, con gioia, l’appoggio di diversi altri gruppi sovranisti e di persone che si impegnano da anni per la diffusione del movimento composto di diverse frazioni: grazie Vox Italia, grazie Nuova Direzione, grazie avv. Marco Mori, Francesco Amodeo, Diego Fusaro, Matteo Brandi, Fiorenzo Fraioli e grazie a Claudio Messora e a Debora Billi per averci ospitato nel canale Byoblu. Abbiamo raddoppiato il numero di simpatizzanti, attirato persone ed organizzazioni che si riveleranno fondamentali nei prossimi anni per la crescita del radicamento a livello locale, ma soprattutto abbiamo maturato capacità che verranno fin da subito messe a disposizione delle varie campagne elettorali che si susseguiranno, senza sosta, in tutto il paese nei prossimi anni.
Quei 910 voti sono non solo voti di stima, ma voti ideologici, raccolti esponendo posizioni politiche che sono dicotomiche, per stile e contenuti, rispetto alla totalità della propaganda che ci martella costantemente.
Sono consapevole del fatto che questo partito rappresenti un unicum nel panorama italiano, e sono consapevole di quanto sia necessario trovare gli strumenti adatti a “bucare” quel clima di inerzia e di tifo che si è andato diffondendo, e la cui radice antica deve essere scardinata in ogni modo.
Sapete che, per mia natura, non sono una cui piace tanto chiacchierare: senza una linea d’azione, complementare a quella di pensiero, da perseguire, la politica perde gran parte del suo senso. Ma so ascoltare, e sono un’avida lettrice. Il consiglio più utile, come sempre, l’ho raccolto da chi ha concorso a fare la storia di questo paese, ed è ancora in vita: “Ricordati. Primo: non confondere la politica con il desiderio. Secondo: nei momenti di difficoltà ritirati dove sei più forte. Se è la tua regione, fai il leader regionale. Se è la tua città fai il sindaco. Se non sei forte da nessuna parte, torna da tua moglie. E aspetta…”
La nostra “attesa” non può essere priva di azione, perché prima di essere cittadini siamo militanti: ebbene, “aspetterò” dedicandomi a tutte le prossime campagne elettorali, concorrendo a costruire quella che definisco con convinzione una “macchina da guerra” che potrà, spero, essere significativa nel progressivo radicarsi in tutta Italia oltre che aumentare le percentuali elettorali.
A chi, simpaticamente ed anche con stima, si “preoccupa” per me per svariate ragioni: il rischio di “bruciarsi”, la possibilità che la mia opera non risulti da qui a poco significativa, la paura che il nostro “zero virgola” tolga voti ai sogni di gloria di qualcuno, ad essi vorrei ricordare che io non sono io, io sono noi. Io non sono Martina. Io sono Manuel, Matteo, Fabio, Nicola, Andrea, Luca, Stefania, Valentina, Stefano, Riccardo. E la mia scelta, di legare indissolubilmente il mio destino al loro, l’ho già fatta.
È un atteggiamento incomprensibile perché fuori dal tempo? Già. Ed è proprio il motivo per cui quella “visione” di cui parlano molti esisterà anche tra 10 anni, quando saremo un po’ di più dello zero virgola… “Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”, diceva quel cileno che per le sue idee fu brutalizzato dagli hayekiani. E oggi, il Cile, si sta muovendo: anche grazie a lui.
Ci libereremo.
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