La puttanata del “merito”
Di MICIDIAL (Massimo Bordin)
Il merito è stato per anni il mantra valoriale promosso dalle destre. E’ stato talmente ripetuto e talmente convincente nel ventennio berlusconiano da diventare anche il mantra delle sinistre. Oramai non pare esserci più nessuno disposto a metterlo in discussione.
A tal proposito, ha fatto il giro del web l’ultima uscita del ministro Bellanova, che dal binario morto della Leopolda ha sostenuto che
«Il merito è di sinistra. Lo vogliamo dire a quelli che dicono che tutti possono avere tutto. Il merito è il nostro unico parametro di misura e su questo li sfidiamo». Firmato Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole.
Peccato che sia una sacrosanta puttanatau e chet può crederci solo un talebano liberista. Un religioso.
Benitenso, le differenze tra gli individui ci sono, eccome se ci sono, ma il merito non è affatto una differenza, bensì una virtù, che solo altri esseri umani possono attribuire ad altri esseri umani.
In altre parole, il merito non è una realtà oggettiva, ma una soggetività legata al tempo storico.
Ad esempio, passare la propria giornata calciando una sfera di cuoio come fa il miliardario Cristiano Ronaldo per molte persone è un merito, ma per altre una sonora perdita di tempo. Nessuno l’avrebbe intesa come un particolare merito, anche solo un secolo fa. E gli esempi di questo tipo, come potete ben immaginare, potrebbero continuare all’infinito. Nella scuola, ad esempio, la cosa è di una evidenza totale: c’è chi si impegna e chi meno; chi è portato per le discipline e chi meno, ma l’assegnazione del merito espressa con la valutazione non è affato oggettiva, nè lo è mai stata. Anzi, per mia esperienza, il 10 in pagella è sovente appannaggio dei leccaculo e dei nozionisti e di rado va a chi apporta veri contributi.
Ma quanfo si esalta il merito, non è certo alla scuola o al gioco del calcio che tutti fanno riferimento. Il merito è la targa che più volentieri viene affibbiata ai ricchi.
E qui siamo davvero alla bufala delle bufale!
Il modello neoliberista non favorisce per nulla l’arricchimento dei più intelligenti, ma dei più insistenti. In altri termini, diventa ricco chi è testardo, e non è chi è particolarmente bravo a risolvere dei problemi.
Il famoso youtuber Marco Montemagno nei suoi video chiama tutto ciò “incessantismo”, ed in effetti è questa la caratteristica che agevola la ricchezza. Non l’ambizione, non la produttività, non l’abilità o il genio individuali, ma l’ossessione per i soldi. In alternativa, il modello neoliberale favorisce anche l’eredità, istituto faraonico, medievale e premoderno che però ancora oggi guai a metterlo in discussione.
Ecco un tweet che ho appena trovato tramite un mio contatto social:
«I miei cani vivono in questo palazzo per cani a due piani che dispone di aria condizionata, riscaldamento, mobili di design e un lampadario. Amo profondamente tutto ciò».
A scrivere il tweet è Paris Hilton, che per ogni serata di presenza si fa pagare un milione di euro. Merito suo o del paparino che le ha dato visibilità nel corso degli ultimi anni? Da dove arriva il patrimonio di 800 milioni di dollari che condivide con la sorella? Li ha guadagnati grazie ad un’invenzione, una startup, un’impresa produttiva?
Lo so. Tutto questo ragionamento verrà tacciato da qualche ottuso di invidia, ma posso assicurare che si tratta solo di analisi, e compltamente priva di livore. Se Paris Hilton può ereditare miliardi e grazie ad essi ottenere pure una visibilità che le consente ulteriori e lauti guadagni ciò non può essere razionalmente considerato un suo personale merito, ma un sistema. Un sistema che in altri tempi ed in altri luoghi sarebbe stato oggetto di scherno e che tornerà ad esserlo, se la specie umana non vorrà estinguersi. Di certo, i cani di Paris Hilton non hanno fatto nulla per meritarsi una villa a due piani.
Fonte: http://micidial.it/2019/10/la-puttanata-del-merito/
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