Inps: solo il 21,7% dei dipendenti privati lavora al Sud e nelle Isole
di DIARIO DEL WEB
I dati del 2018 mostrano una crescita dei lavoratori dipendenti del settore privato (+2,6% rispetto al 2017), con una retribuzione media di 21.530 euro
ROMA – Nel 2018 il numero di lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici) con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 15.713.289 (+2,6% rispetto al 2017), con una retribuzione media di 21.530 euro e una media di 243 giornate retribuite. Il numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (che includono anche gli apprendisti, salvo una piccolissima quota classificata tra gli stagionali) nel 2018 è pari a 11.549.023 lavoratori, corrispondenti a più del 73,5% del totale, in leggero aumento rispetto al 2017 (1,2%), con una retribuzione media annua di euro 25.845 e 277 giornate medie retribuite. E’ quanto emerge dall’Osservatorio dell’Inps.
Con riferimento alla distribuzione per qualifica, nel 2018 è prevalente la componente degli operai che con 8.729.609 lavoratori rappresenta il 55,6% del totale, contro il 36,6% degli impiegati, il 3,8% degli apprendisti, il 3,0% dei quadri e lo 0,8% dei dirigenti. Da rilevare la variazione positiva, rispetto al 2017, degli apprendisti (+15,1%) favorita anche dalla conclusione delle agevolazioni contributive previste per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato effettuate nel 2016.
Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2018, la classe di età modale è quella tra i 45 e i 49 anni con 2.203.056 (14,2% sul totale), la classe tra i 40 e i 44 anni è di poco inferiore. Rispetto al genere, i lavoratori maschi rappresentano il 57,5% della distribuzione. La retribuzione media annua nel 2018, pari a 21.530 euro nel complesso, risulta molto differenziata sia per età sia per genere. In particolare aumenta al crescere dell’età, almeno fino alla classe 55 – 59, ed è costantemente più alta per il genere maschile (24.759 euro contro 17.156 euro per le femmine).
Il differenziale retributivo per età è strettamente connesso alla presenza di lavoro stagionale o a termine, rilevante soprattutto nelle classi di età più giovani. Infatti, rispetto alla media complessiva di giornate retribuite nel 2018 pari a 243, si riscontrano valori molto bassi tra i lavoratori sotto i 20 anni (79 giornate) e nella classe 20 – 24 anni (171 giornate). Il differenziale retributivo per genere, invece, sembra più correlato alla maggiore presenza di lavoro part time tra le femmine. Infatti il numero di lavoratrici che nel 2018 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 3.414.791, contro 1.993.261 maschi. Nel 2018 circa il 22% dei lavoratori maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale mentre tra le femmine la quota di lavoratrici che ha avuto almeno un part time nell’anno è pari a circa il 51%.
Nel 2018 crescono del 19,9% i lavoratori intermittenti
Nel 2018 il numero medio di lavoratori dipendenti intermittenti è stato pari a 235.224 (+19,9% rispetto al 2017). Il mese di giugno, con 259.609, è stato quello con il maggior numero di lavoratori. Tutti i mesi del 2018 risultano in forte aumento rispetto al 2017 con la punta massima nel mese di gennaio (+74,1%). Non si rilevano differenze significative nella distribuzione per genere, sia nel 2017 sia nel 2018.
Nel 2018 l’88,4% del numero medio di lavoratori dipendenti intermittenti aveva la qualifica di operaio. Analizzando infine la variabile territoriale, nel 2018 il 34% degli intermittenti lavora nel Nord-est, segue il Nord-ovest con il 33,8% , il Centro con il 20,6%, il Sud con il 9%, fino al 2,7% nelle Isole. La retribuzione media annua nel 2018, pari a 2.161 euro nel complesso, aumenta all’aumentare dell’età e risulta poco differenziata per genere; la classe di età con la retribuzione media più elevata è quella tra 60 e 64 anni con 3.424 euro. Nell’anno 2018 il numero medio di giornate retribuite è pari a 45, crescente al crescere dell’età con il valore massimo, pari a 59 giornate, ancora in corrispondenza della classe di età tra 60 e 64 anni.
Il contratto di lavoro intermittente è il contratto, nella maggioranza dei casi a tempo determinato, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi, anche con riferimento alla possibilità di svolgere le prestazioni in periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno
Al Sud lavora solo il 16,4% dei dipendenti privati
Nel 2018 quasi un terzo dei lavoratori dipendenti del settore privato(31,9%) lavora nelle regioni del Nord-ovest. Segue il Nord-est con il 23,8%, il Centro (21,0%), il Sud (16,4%) e le Isole (6,8%), solo lo 0,1% lavora all’estero. Le retribuzioni medie nel 2018 presentano valori più elevati nelle due ripartizioni del Nord: rispettivamente 25.154 euro nel Nord-ovest e 22.747 nel Nord-est con un forte divario rispetto alle ripartizioni del Mezzogiorno, le quali sono contrassegnate anche da valori più bassi di numero medio di giornate retribuite nell’anno.
Nel 2018 sono 3,3 milioni i lavoratori pubblici, -0,1%
Nel 2018 il numero medio mensile di lavoratori pubblici è stato pari a 3.326.283 (- 0,1% rispetto al 2017); il picco è stato raggiunto a marzo (3.397.492 lavoratori). Nel 2018 in termini di media nell’anno la quota di lavoratori con contratto a tempo determinato è stata pari al 9,4% del totale, in crescita rispetto a quella registrata nel 2017 (8,7%). Analizzando la variazione dei lavoratori pubblici sempre con riferimento al dato medio, osserviamo che tra il 2017 e il 2018 i lavoratori a tempo determinato sono aumentati del 7% mentre quelli a tempo indeterminato sono diminuiti dello 0,8%.
Nel 2018 il numero medio di lavoratori pubblici con un orario di lavoro a tempo pieno è stato di 3.094.718, pari al 93,0% del numero medio totale, valore del tutto stabile rispetto all’anno precedente (93,1%). La principale forma di lavoro a tempo parziale è il part-time orizzontale che nel 2018 ha raggiunto la cifra di 183.763 lavoratori medi, con un incremento rispetto all’anno precedente pari all’1,4%. Molto più bassi sono i livelli del part-time verticale con 41.286 lavoratori medi nel 2018 e del part-time di tipo misto (orizzontale e verticale) con 6.517 lavoratori medi. La composizione per genere evidenzia che il part-time è una peculiarità prevalentemente femminile: nelle tre forme di part-time, orizzontale verticale e misto, la componente femminile nel 2018 rappresenta rispettivamente l’83,1%, l’82,3% e l’82,8%.
Fonte:https://www.diariodelweb.it/economia/articolo/?nid=20191114-544400
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