Bce indietro tutta, Lagarde chiede scusa con un maxi piano da 750 miliardi: potrà acquistare Btp senza limiti, all’angolo i falchi tedeschi
di BUSINESS INSIDER ITALIA (Vittorio Da Rold)
Christine Lagarde, Presidente della Bce ed ex n° 1 del Fmi. Thomas Lohnes/Getty Images
L’Eurotower lancia un piano “di guerra” di acquisti d’emergenza per 750 miliardi di euro per fronteggiare la crisi provocata dal Coronavirus e mette nell’angolo i falchi tedeschi come Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Non solo si torna alla politica interventista dopo lo scivolone di Lagarde sugli “spread che non sono compito della Bce“, ma si va oltre i limiti (che formalmente rimangono in vigore ma che possono essere usati con maggior flessibilità) che Mario Draghi aveva dovuto “autoimporsi” per volontà della Bundesbank.
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Nella nota della Bce si legge che l’Eurotower è pronta a rivedere i limiti che si è data agli acquisti di bond “nella misura necessaria a rendere la sua azione proporzionata ai rischi”. Rimuovere i limiti consentirebbe di superare il 33% di acquisti su ciascuna emissione e la clausola che prevede acquisti per ciascun Paese proporzionati alla quota nel capitale della Banca centrale. La norma che impone di acquistare Btp in proporzione alla quota nella Bce anche quando c’era bisogno di superare quel limite per ridurre gli spread. Ora la Bce avrà le mani più libere.
“Nella misura in cui alcuni limiti autoimposti potrebbero ostacolare l’azione che la Bce è tenuta a intraprendere per adempiere al suo mandato, il Consiglio direttivo prenderà in considerazione la possibilità di rivederli nella misura necessaria per rendere la sua azione proporzionata ai rischi che dobbiamo affrontare”. La Bce, aggiunge la nota, “non tollererà alcun rischio per la trasmissione regolare della sua politica monetaria in tutte le giurisdizioni dell’area dell’euro“. Insomma la Bce con maggior libertà di quanto potesse fare Mario Draghi.
- La presidente della Bce Christine Lagarde insieme all’ex governatore Mario Draghi. ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images
Il nuovo quantitative easing è di dimensioni massicce, 750 miliardi di euro di titoli da acquistare per sconfiggere l’emergenza economica innescata dal coronavirus. La Banca centrale europea – dopo una lunga conference call dei governatori in seduta notturna – va dunque finalmente nella giusta direzione di fronte al crollo delle Borse e alla fiammata degli spread che rischiava di rimettere in discussione le fondamenta della mneta unica come avvenne nel 2012 con la crisi dei debiti sovrani. “Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie“, ha spiegato la presidente francese della Bce Christine Lagarde. “Non ci sono limiti all’impegno della Bce per l’Euro”, è la frase che, significativamente, va a sostituire, e allo stesso tempo confermare, il ‘whatever it takes‘ di Mario Draghi del 2012 a Londra che proprio Lagarde non aveva voluto far propria pochi giorni fa.
La ‘riunione di guerra’ – dopo una giornata sull’ottovolante che aveva visto lo spread italiano schizzare fino a oltre 320 fra dichiarazioni contrastanti che avevano costretto Francoforte a prendere posizione – vara il ‘Pandemic Emergency Purchase Programme‘. Un nuovo quantitative easing che mira a mettere all’angolo i falchi nordici e soprattutto tedeschi, a rassicurare i mercati e a dare liquidità a famiglie e imprese dopo che i 120 miliardi in più della scorsa settimana avevano profondamente deluso. La sigla scelta è ‘PEPP’, la Bce comprerà titoli pubblici e privati, inclusi anche i titoli greci finora esclusi dagli acquisti e i ‘commercial paper’ come ha annunciato la Fed: le cambiali, i prestiti a breve che tengono in vita molte aziende e che l’effetto dirompente del coronavirus sta mandando in tilt. Siamo di ronte a una crisi che colpisce la domanda, l’offerta e il mercato finanziario. Una massa di liquidità che verrà utilizzata – si legge in una nota dell’Eurotower – “finché la Bce non giudicherà che la crisi del Covid-19 è finita, ma in ogni caso non terminerà prima di fine anno“. Insomma anche temporalmente mani libere. E anche se resterà in vigore il criterio della ‘capital key’ che prevede acquisti commisurati al peso di ciascun Paese nel capitale della Bce, saranno permesse “fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, fra classi di asset e giurisdizioni”. Significa che gli acquisti potranno mirare a far crollare lo spread dei Btp o dei titoli francesi Oat a secondo delle esigenze contingenti.
A costringere la Bce ad agire è stata la fiammata dello spread italiano sopra 320, nonostante l’Eurotower – tramite Bankitalia – da giorni stesse comprando Btp a pieno ritmo. Segno che per gli investitori, si stava materializzando il rischio che un’Italia che va verso un calo del Pil 2020 fra -6 e -10%, e un debito spedito come un treno verso il 150 del Pil, si avvitasse in una spirale senza ritorno. Ma nel giorno in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di “una sfida storica, la più grande dal dopoguerra”, a spingere per la riunione d’emergenza è stato anche il governo francese, con il ministro delle Finanze Bruno Le Maire che aveva chiesto un intervento “veloce e massiccio” e il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy che aveva anticipato un’azione “assolutamente determinata” visto che anche gli Oat francesi erano stati colpiti tornando a pagare un rendimento positivo a causa della frase infelice della Lagarde.
- Bruno Le Maire, ministro dell’Economia e delle Finanze francese – ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images
Perché accanto allo spread italiano, in questi giorni, si sono allargati anche i differenziali dei paesi ‘core’, come Francia, appunto, o Olanda. Segno che il coronavirus rischiava di rimettere in discussione sotto l’onda della speculazione la tenuta dell’Eurozona. Una mossa – dettata da stime d’impatto del virus che danno il Pil dell’Eurozona in calo anche del 5% quest’anno – che di fatto mira a cancellare il consiglio direttivo della scorsa settimana, accolto male dagli investitori, specie in Italia per la frase “non siamo qui per chiudere gli spread”. E una mossa che di fatto fa guadagnare tempo prezioso ai governi, che ancora non hanno trovato l’accordo su come usare il fondo di salvataggio ‘Mes’ da 410 miliardi di euro di potenza di fuoco e a cui Lagarde aveva chiesto di spingere sulla leva dello stimolo fiscale.
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