Elisir di Lunga Crisi
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
L’emergenza sanitaria mantiene in vita il governo, in attesa dei Salvatori europei
“Finché c’è questa crisi, abbiamo un domani”: queste parole valgono solo per chi sta al governo e spera così di continuare a sopravvivere.
“Non abbiamo un domani, con questa crisi”: queste parole valgono invece per tutti noi, nessuno escluso. Perché nessuno ne uscirà vivo. Andando avanti così: un’ondata dopo l’altra, un virus dopo l’altro, senza cure e senza vaccini.
“Arriva l’Europa! E sistema tutto”: così replicano, e chiudono la bocca a chi si preoccupa per come stanno andando le cose.
Intanto, cadremo tutti, come tanti burattini senza fili: prima i piccoli commercianti condannati alla chiusura dei loro esercizi per evitare i contagi, poi gli artigiani ed i professionisti, poi i dipendenti delle ditte private che verranno licenziati, infine i dipendenti pubblici ed i pensionati. Sono privilegiati, e vanno messi a regime pure loro: crolla il gettito fiscale e quello previdenziale.
Un po’ alla volta, si finirà tutti nel gorgo, banche comprese. Ed anche le Borse, per quante acrobazie potranno fare le banche centrali.
Nessuno oggi se la sente di contestare duramente la gestione sanitaria e soprattutto le risposte che si affastellano un giorno dopo l’altro, mettendo sul piatto miliardi di euro ogni volta solo per tamponare, per chiudere gli occhi davanti alle conseguenze catastrofiche che si sono già determinate.
Se qualcuno si oppone, la domanda beffarda è la stessa: “E voi, al posto nostro, che cosa fareste?”. Non ci sono cure, non ci sono ancora vaccini.
Sono tutti Sovrani: decidono con DPCM, Ordinanze di Ministri, Presidenti di Regione, Sindaci, Presidi di istituto: un marasma.
La crisi ha bloccato anche la dinamica politica: bisogna remare tutti insieme, tutti dalla stessa parte. Il governo non può essere lasciato solo, anche l’opposizione deve sostenerlo in qualche modo: servirebbe un tavolo di confronto per verificare le iniziative in via preventiva. Il Parlamento non serve ad altro se non a mettere un timbro formale su decisioni che, una volta adottate per decreto, non sono più modificabili.
Non parliamo delle spese, delle provvidenze, dei bonus: una vagonata che si arricchisce ogni settimana di più mentre l’economia va a picco.
Sono entrati in un gorgo infernale: la emergenza sanitaria legittima provvedimenti straordinari, come la sospensione di gran parte delle attività economiche e sociali; l’economia soffre, ci sono centinaia di migliaia di persone che non riescono più a lavorare, e dunque il governo è costretto rimediare con provvedimenti a cascata, finanziati a debito. Nel frattempo le entrate fiscali non possono che flettere, peggiorando il deficit.
Nel momento in cui, quasi per miracolo, l’epidemia dovesse cessare, si dovrebbero fare i conti, a cominciare con i debiti accumulati. Ma non si può: ci sono ancora tanti soldi da gestire, da quelli del MES sanitario a quelli del Recovery Fund, una manna che ancora non arriva mai ma che il governo non vuole lasciarsi sfuggire. Quando arriveranno i fondi da Bruxelles servono bei canestri per raccoglierli e per distribuirli agli amici, ed agli amici degli amici. Ed allora, per l’opposizione non ci sarà più nessun spazio: si deciderà tutto da Bruxelles.
E’ questa la corsa folle cui assistiamo, con l’acceleratore a tavoletta verso il baratro economico, in attesa che alla catastrofe si ponga rimedio con una Unione europea più forte.
Dipendiamo sempre di più dalla BCE e dalla UE: senza, saremmo già al collasso. Sono loro i nostri Salvatori economici, i nuovi Padroni, mentre chi governa ci salva la vita.
Milioni di persone dipendono già dagli aiuti pubblici ed il loro futuro dipenderà dalle decisioni europee. Più grave è la crisi, più volentieri sarà accettato il cambiamento, la cessione definitiva della sovranità all’Unione europea.
Un gioco pericoloso, molto pericoloso. Perché non prevede l’ipotesi che l’Unione imploda, vittima di insanabili contraddizioni.
Pensate davvero che Francesi, Tedeschi, Austriaci ed Olandesi metteranno mano al portafoglio per aiutare gli Italiani?
Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2020/11/25/elisir-di-lunga-crisi-1.html?p=2#.X77gCGTSKDY
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