POSSONO BANCHE CENTRALI E POLITICHE ECONOMICHE SBAGLIATE PORTARE ALLA GUERRA CIVILE? SI
di SCENARIECONOMICI (Leoniero Dertona)
Questo Weekend negli USA ha avuto un certo riscontro fra il pubblico un’intervista a Ray Dalio, noto miliardario, gestore di Hedge Fund, cioè esperto anche di speculazione e di mercati, ha parlato della possibilità che una politica monetaria sbagliata da parte della FED, accompagnata alla politica economica del duo Yellen Biden, possa portare alla rottura del tessuto sociale degli USA:
A febbraio, ho detto che volevo un presidente che potesse “riunire il nostro paese per affrontare le nostre sfide in un modo più unito e meno divisivo”.
Volevo qualcuno che unisse le persone, cioè che non si considerasse il leader della parte vincente che impone politiche che l’altra parte troverebbe intollerabile.
Credo che siamo sull’orlo di una terribile guerra civile (come ho descritto nella serie The Changing World Order), dove siamo a un punto di svolta tra l’entrare in una sorta di inferno di lotte o il ritirarci per lavorare insieme per la pace e la prosperità che affronta la grande ricchezza, i valori e le lacune di opportunità che stiamo vedendo ora. Per questo motivo sono stato entusiasta di sentire cosa ha detto il presidente Biden al suo insediamento. È coerente con la direzione in cui la storia ha mostrato che il paese ha bisogno di muoversi.
Ora la domanda è: se il presidente ed entrambi i partiti lo faranno. Le buone parole e lo spirito non bastano. Le persone dovranno concordare sia come preparare la torta sia come dividerla bene. Ciò richiederà un cambiamento rivoluzionario.
Farlo pacificamente richiede sia bipartitismo che abilità. Non sarà facile. Il nostro paese è ancora in una situazione finanziaria terribile e terribilmente diviso.
Quello che preoccupa Dalio è l’estrema partigianeria della società USA, già vista, per esempio, nell gestione dei social media, unita alla sempre maggiore divisione che sta separando ricchi e poveri, con i primi sempre più ricchi ed i secondi sempre di più, e sempre più miserabili. esiste veramente questa possibilità? Si, anche perchè i movimenti più radicali USA non hanno lasciato le armi e la lotta, anzi assalti e vandalizzazioni sono andate avanti, come d esempio a Portland. Un continuo abuso d’indennizzi, senza la possibilità di riprendere a lavorare, potrebbe portare a una società troppo dipendente dalla politica monetaria e dal debito pubblico, portando ad una conflittualità tra mantenuti e abbandonati che porterebbe a una crisi permanente.
Invece l’Italia? Potrebbe il nostro paese cadere in una spirale di conflittualità civile sino alla guerra, magari accompagnato da qualche altro paese europeo? Sicuramente andremo verso una tensione crescente che potrebbe giungere a una forma di scontro sociale, anche se non alla vera e propria “Guerra”, in questo caso per un mix di politiche economiche sbagliate e d’illusione e bugie create ad arte per “Passare la nottata”, senza rendersi conto che, prima o poi sorgerà il giorno.
Il governo ha distrutto la classe media imprenditoriale, riducendola al lumicino e, peggio ancora, umiliandola con i vergognosi ristori. L’opinione pubblica è stata tenuto parzialmente anestetizzata con il “Recovery Fund”, promettendo centinaia di miliardi di aiuti, ma senza spiegare che sono, alla fine, solo nostre tasse che verranno spese in investimenti a scarsa produttività e che, soprattutto, obbligheranno a seguire un cammino d’investimenti poco adatto alle nostre infrastrutture, ma che vincoleranno le nostre spese e le nostre tasse per decenni.
I talk show, i messaggi politici, i giornali parlano tutti di questi miliardi piovuti dal cielo.Oggi ad un talk show banalmente politico (senz opposizione, ça va sans dire) di La, ho sentito un professore della Bocconi affermare che “Non possiamo perdere questi soldi”. peccato che questi soldi saranno tutti pagati dalle nostre tasse, ed in modo molto pesante. La lista quasi approvata da Bruxelles è la seguente :
- + 3% imposte sulle società;
- imposta sulla plastica non riciclata;
- 20% delle nuovi diritti di scambio sul carbonio (leggi Carbon tax energetica);
- dimezzamento della quota dei diritti doganali spettanti agli stati (da 20% a 10%) che poi si ripercuoteranno in più tasse per i cittadini.
A queste tasse “Dirette” della UE si aggiungono le tasse che dovranno essere imposte per seguire le indicazioni delle famose “Letterine” periodiche di Bruxelles e che si concretizzeranno in:
- un riforma delle pensioni, come sta accadendo in Spagna, dove il governo ha sfiorato la crisi e la sinistra di Iglesias ha dovuto piegarsi;
- un’imposta patrimoniale su immobili e ricchezza mobile perchè ritenuta eccessiva, rispetto al debito, da Bruxelles.
Nessuno spiega agli elettori, alla gente, agli imprenditori, che i 209 miliardi sono finti e non sono altro che tasse, nostre tasse, spese male. Anzi si diffonde l’illusione, si parla di “Necessitò di governo” per utilizzare il Recovery Fund, quando questo non è che una maggiore imposizione fiscale.
Il terreno sociale per una rivolta, o per lo meno per delle fortissime tensioni sociali, è stato preparato con attenzione dl ministro Gualtieri, che, invece di dare fondi alle categorie imprenditoriali danneggiate, ha condotto una politica di lesina e, come mostra Giuseppe Liturri, non ha emesso il debito che avrebbe dovuto per rimborsare i danneggiati, rimandando tutto al debito, ma europeo, del Recovery / RRF.
Quindi il governo ha preparato proprio bene il terreno perdei disordini sociali:
- poche risorse, e mal distribuite;
- voci di corruzione che arrivano alle più alte sfere;
- giochi di potere incomprensibili ai più, come piccoli intrighi di cortigiani in una fortezza assediata;
- illusioni di salvezze che non arriveranno;
- una prospettiva di sicura repressione economica che viene nascosta.
Cosa succederà quando la verità sarà nota a tutti? Quando i mirabolanti effetti del Recovery Fund non arriveranno? Quando, finite le misure temporanee, inizieranno i licenziamenti di massa e correranno i fallimenti? Pensate che tutto andrà liscio?
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