Di: FEF ACADEMY (redazione)
Secondo Philip R. Lane, capo economista della BCE, l’istituzione monetaria di Francoforte continuerà a mantenere condizioni di finanziamento globali a livelli favorevoli fino alla fine della crisi da coronavirus, ma anche successivamente la fine della crisi, ovvero anche dopo che le “pressioni disinflazionistiche causate dalla pandemia saranno state sufficientemente contro-bilanciate” (secondo l’economista, tramite gli interventi di QE-pandemico).
In particolare e “novità” importante, Lane afferma che la BCE lo farà seguendo un *approccio olistico* che guardi, cioè, alle condizioni di finanziamento vigenti *sia all’interno del sistema bancario che all’interno dei mercati finanziari*.
Lane spiega che il mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli per tutti i settori dell’economia rappresenta una condizione necessaria (*sebbene per null’affatto sufficiente* – aggiungeremmo noi) per poter contenere con successo il virus e per poter contribuire a generare una crescita economica sostenibile.
In particolare, Lane spiega che la curva dei rendimenti OIS* e la curva dei rendimenti sovrani (sui titoli di Stato) “giocano ruoli fondamentali nella trasmissione della politica monetaria [*che è esattamente quello che FEF Academy spiega da sempre*; ndt], e meritano particolare attenzione nell’ambito di un approccio olistico e poliedrico al monitoraggio delle condizioni finanziarie”.
E aggiunge: ” *le nostre misure di politica monetaria possono contribuire a preservare la curva dei rendimenti OIS e la curva dei rendimenti sovrani ponderati per il Pil a livelli favorevoli*.”
Possono e lo hanno fatto, come possiamo notare nel grafico sotto che mostra le due curve, dei rendimenti OIS (linea gialla) e dei rendimenti sovrani (linea blu), all’interno dell’euro-area durante gli anni 2019 e 2020.
Quanto spiegato dal capo economista della BCE, non solo è in linea con quanto spiegato dal team di FEF Academy, ma è esattamente in contrasto con quanto propagandato dai “competenti neoliberali” secondo i quali i rendimenti sui titoli di Stato e gli spread non dipenderebbero, in ultimo, dalle operazioni (di politica monetaria) della BCE, ma dalla speculazione dei mercati finanziari.
Quanto spiegato dal capo economista della BCE è esattamente in contrasto con l’idea propagandata dai “competenti neoliberali” secondo cui non dovrebbe essere un affare della BCE quello di ridurre e stabilizzare rendimenti e spread sui titoli di Stato in euro.
Quanto spiegato dal capo economista della BCE è in linea con quanto spiegato più volte, sin dall’inizio della crisi, dal team di FEF Academy, ossia che le operazioni di sostegno e di stabilizzazione della BCE non rappresentavano affatto un regalo temporaneo che “Babbo Natale-BCE” stava dando ai governi degli Stati nazionali, dato lo scoppio della crisi.
Piuttosto, tali misure espansive di politica monetaria rappresenta(va)no un insieme di operazioni essenziali (e non discrezionali) ai fini della garanzia della stabilità finanziaria sistemica (e della stabilità del sistema dei pagamenti) dell’area-euro (ovvero ai fini della tenuta del sistema monetario dell’euro), oltre che, appunto, essenziali ai fini del mantenimento di condizioni di finanziamento e di ri-finanziamento favorevoli.
Ancora una volta possiamo notare uno scarto enorme tra la realtà istituzionale, politica ed economica e la narrazione mediatico-liberista degli “economisti competenti”, i quali, oramai, letteralmente invadono tutti gli spazi mediatici ogni giorno e ogni sera che il buon Dio ha comandato.
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