Alitalia deve fallire, come L’Italia
di PAGINA FACEBOOK UGO BOGHETTA (Ugo Boghetta)
L’ALITALIA si sta avviando al suo epilogo. La fine della compagnia di bandiera è stata scritta e riscritta più volte negli uffici dell’Unione, in quelli delle grandi compagnie europee: British, Air France e Lufthansa, e in casa nostra. È la cronaca degli ultimi 30 anni.
L’Unione Europea ha sempre messo i bastoni fra le ruote alle varie ristrutturazioni. Cosa che non ha fatto con le altre. La Commissaria De Palacio anni fa ebbe a dire che in Europa dovevano rimane solo tre grandi compagnie. E qui siamo arrivati.
L’ipotesi è che la compagnia perderà il logo, il 41% della flotta, il 74% dei dipendenti, 98 slot di cui 54 su Linate e Roma, ma la Ue chiede ancora di più. Alitalia diventerà, dunque una piccola compagnia “regionale”.
La storia dell’Alitalia è cominciata nel 1950 con 4 aerei e la sua crescita ha seguito quello del paese e la sua proiezione del mondo. È diventata una compagnia di fama mondiale con le Olimpiadi del 1960. Questo dimostra come sia utile un compagnia di bandiera per sviluppare il made in Italy ed il Brand Italia nel mondo. Che l’Italia possa tollerare la mancanza di una compagnia di bandiera in un mondo globale può essere concepito solo da idioti e da una classe dirigente di nani e venduti.
I problemi sono nati dalla combinazione di tre fattori: la liberalizzazione dei cieli, Maastricht, e una classe dirigente interna incapace di fare sistema. Il fattore determinante è proprio quest’ultimo. Una compagnia di bandiera non esiste se non è supportata dal sistema paese. Infatti, mentre in Francia in Germania le rispettive compagnie sono state tutelate per motivi di interesse nazionale, questo non è accaduto in Italia. Anzi, è accaduto il contrario. Non si è difeso dal fuoco concentrico l’accordo AZ/KLM, l’ultimo tentativo di uscirne con un’alleanza internazionale estesa agli americani della Western. Si è contrapposto Fiumicino a Malpensa e; successivamente; Linate ad entrambi. A loro volta, alcuni sindaci hanno pagato Ryanair per avere il loro volo domestico! Siamo l’unico paese dove il primato nel mercato interno è di una compagnia privata straniera. Per non parlare degli sciacalli privati. Tatò di Airone ha sbolognato su Alitalia i suoi debiti. E i cosiddetti capitani coraggiosi di Berlusconi hanno combinato un altro disastro.
La recentissima morte di Domenico Cempella, ultimo vero Amministratore Delegato (nato all’interno della compagnia stessa), è quasi un segno dal cielo.
A volte si usa Alitalia come esempio di soldi sprecati costruendo così un’opinione pubblica di “Tafazzi”. La realtà sta invece in una classe politica incapace di difendere l’interesse nazionale e privati che ha lucrato sui soldi pubblici.
Il governo Draghi, ora, mette il sigillo su questo omicidio premeditato. Ma non ci sarà nessun processo ai mandanti internazionali ed ai complici interni.
Il fallimento della compagnia di bandiera è l’emblema dell’Italia in Europa: deve fallire. Deve essere serva del due carolingio.
FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3879464655423406&id=100000797283987
Commenti recenti