Adozione e famiglia: un uomo ragiona con un’ostetrica su “love is love”
Di La Croce quotidiano (Rachele Sagramoso)
Cara Rachele, sai quante volte mi sono chiesto se sia vero, come tanti dicono, che “Un bambino ha bisogno di amore, non di una coppia etero”? La mia esperienza, però, mi ha fatto riflettere.
A sei anni, dopo che ero rimasto orfano da altrettanti, nel momento in cui fui adottato e dovevo essere portato in Italia, vi fui portato da due coppie – bianche, etero e sposate -, che erano lì per prendere i propri di figli. Una delle due coppie che conobbi un po’ più approfonditamente (in un modo in mai era accaduto prima) mi ci legai talmente tanto e con tanta naturalezza che credevo che mi avrebbero adottato loro, pur non avendo capito concretamente cosa significasse “essere adottati” (per quanto le suore avessero cercato di spiegarmelo). Oggi i benpensanti direbbero che ero “retrogrado” nel cervello o che sto facendo una ricostruzione solo col senno del poi, perché un bambino, a loro dire, non è in grado di crearsi autonomamente questi ‘costrutti ideologici’, ovvero vedere come naturale che un bambino stia con un uomo ed una donna. Ma è un fatto: io provai un’immediata simpatia per queste persone e non desideravo altro che il legame si approfondisse. Sto inventando tutto di sana pianta col senno del poi, in riferimento al dibattito attuale? Parola mia di chi la pensa così, che nemmeno c’era. Ma è la scienza stessa ad insegnarci che sin dal concepimento nasce una relazione con la madre e che la relazione con i genitori (madre e padre) nasce a livello istintivo, primordiale, ancestrale: questo spiegherebbe in modo intuitivo la condotta che ho tenuto, quando non avevo sovrastrutture mentali. Ergo i benpensanti chiamano ‘costrutto sociale’ qualcosa che è tutto tranne che invenzione artificiosa.
Naturalmente, quando poi conobbi i miei in aeroporto, passai un momento di shock per l’incomprensione di fondo che ero destinato – nel senso più alto – ad essere loro figlio; ma poi, una volta che mi presero, regalandomi il primo peluche, fu amore incondizionato. Salii su quella macchina bollente (all’epoca non era scontato avere l’aria condizionata) stanco morto com’ero, e ancora dovevo realizzare pienamente cosa stava accadendo alla mia vita.
Avrei accettato una situazione diversa rispetto a vivere con una coppia eterosessuale, bianca e sposata? Mi sarei adattato come mi ero adattato (parliamo di un bambino: lo ricordo) a cambiare in tutto tre orfanotrofi in tre anni – cambiamenti paralleli alla progressione della mia pratica di adozione, naturalmente -. Ma il legame istintivo che ebbi con la coppia e poi coi miei non possono essere relativizzati.
Noto, inoltre – pur essendo stato fino ad allora “tabula rasa” – che feci fin da subito un’operazione di preferenza tra le due coppie: nel senso che ai miei occhi erano perfettamente equivalenti – ero stato abituato, specialmente a Calcutta, a vedere visitatori stranieri -, ma il mio istinto mi portava a preferirne una rispetto ad un’altra, operazione che mai avevo fatto con degli adulti. Perché questo? Perché finalmente avevo ricevuto un’attenzione che non avevo conosciuto, e ciò, in un bambino, crea delle aspettative, da cui è derivato il resto.
L’amore, in qualunque modalità si presenti – superficiale come nel caso specifico, profonda, breve o lunga – è scegliere, scegliersi, e non indifferentismo; l’amore è esigente, non gioca a ribasso. Inoltre non sceglie “perché l’altro che non scelgo è brutto e cattivo”, ma “perché lui/lei è la persona con cui desidero condividere la mia vita” nelle diverse forme di amore (paritario o filiale).
Sono contro i diritti di qualcuno?
No, non sono contro i diritti di nessuno, ma sono per l’Amore: unico, esclusivo, regolato da norme molto precise, così come è precisa la regola che determina la delicata forma di un fiocco di neve o quella minuscola di un atomo. In Amore non si approssima. Ed è per questo che, col cuore in mano, ribadisco che ogni bambino ha anzitutto bisogno di Mamma e Papà e, per questo, ha diritto ad avere sua mamma e suo papà.
Ogni altra situazione deriva da una perdita e, se creata a priori, comporta inevitabilmente delle domande interiori, delle sofferenze indicibili che si ripercuotono sull’intera persona.
Parlo da naufrago sopravvissuto, a cui il Cielo ha voluto dare un’opportunità di vita. I bambini non sono né retrogradi, né progressisti: sono semplicemente bambini e seguono i propri atavici bisogni. Siamo noi adulti a doverci piegare a loro, non loro a noi.
F.
Carissimo F.! Che bello che un uomo mi scriva a una posta femminile… ma d’altronde siamo tutti nati da una madre! Io ringrazio Iddio che ti ha affidato a delle madri spirituali come le suore di Calcutta e a mamma e papà in carne e ossa, che ti hanno amato, ti hanno dato una famiglia. La bellezza dell’adozione, la perfezione del gesto di amare un bambino perché è questi ad aver bisogno e diritto ad essere allevato ed educato, è veramente importante.
Potremo ancora dire che mamma e papà sono il meglio per un bambino? Potremo ancora dire che l’adozione è molto meglio della fecondazione extracorporea? Potremo ancora affermare che il diritto dei bambini è quello di avere dei genitori che lo accolgono comunque?
Grazie infinite, F. Resisteremo il più possibile.
Fonte: http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2021/05/28/societa/adozione-famiglia-love-is-love
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