Crimea sulla linea del fronte
di FULVIO SCAGLIONE (www.fulvioscaglione.com)
La prima spiegazione che viene alla mente è che, al di là delle belle parole e delle buone intenzioni espresse a Ginevra, la Nato non abbia affatto rinunciato a testare la prontezza e la decisione dell’apparato militare russo. Niente di strano, nulla di cui scandalizzarsi. Avviene ogni giorno, per terra, cielo e mare, e la Rete è affollata di video con il caccia di Tizio che pedina o intercetta quello di Caio. Nel caso del «Defender», stupisce solo che il test sia stato così clamoroso e rischioso. Perché su una cosa la Russia non è disposta a transigere, ed è la questione ucraina. Quel che noi vediamo è la riannessione della Crimea e la secessione del Donbass appoggiata dal Cremlino. Quel che vedono i russi, invece, è la legittima reazione di Mosca una manovra americana per fomentare la rivolta di Maidan del 2014, cacciare da Kiev un presidente filorusso (ma democraticamente eletto) e insediarne uno pronto a piazzare dei bei missili Usa ai confini con la Russia e delle portaerei altrettanto Usa nel porto di Sebastopoli.
Il vero problema, oggi, è che queste schermaglie, compresa quella malaccorta del «Defender», si svolgono ai bordi dell’Europa. E qualcuno, a Bruxelles, dovrebbe preoccuparsene. Nel Mar Nero e in Ucraina le cose sono già abbastanza complicate e proprio non si sente il bisogno che vadano a metterci le mani pure gli inglesi. Sono usciti a spintoni dalla Ue, non hanno alcun legame né provano alcuna timidezza verso le politiche di Bruxelles e, semmai, hanno tutto l’interesse a mostrarsi i più fedeli alleati degli Stati Uniti. Insieme con la tradizionale russofobia inglese, questi elementi fanno molta fatica a combinarsi con il nazionalismo russo e con quella parte dell’apparato putiniano al quale prudono le mani assai più che al presidente.
Dopo l’incidente nelle acque di fronte alla Crimea, Dmitro Kuleba, ministro degli Esteri dell’Ucraina, è tornato a invocare la mobilitazione della Nato. Ma è proprio quella prospettiva che, in casi come questi, fa scattare la reazione russa. Il messaggio di Mosca è semplice, persino brutale: volete portare la Nato fin qui, a 7 minuti di missile da Mosca? Ok. Ma preparatevi al peggio.
FONTE: http://www.fulvioscaglione.com/2021/06/24/crimea-sulla-linea-del-fronte/
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