Università of Austin baluardo di libertà, almeno nell’Occidente superliberista progressista, globalista e genderfluid. Un gruppo di accademici, emarginati o addirittura dimissionati da diversi campus americani, hanno deciso di uscire dal guscio e reagire, come riporta il Giornale di oggi.
Università di Austin e la lotta per la libertà negli atenei americani
Citiamo direttamente il pezzo de il Giornale sul tema: “E se fra gli accademici la situazione è drammatica in tema di pensiero critico, fra gli studenti universitari va addirritura peggio. Ad esempio, nel Campus Expression Survey 2020 della Heterodox Academy, il 62% degli studenti universitari intervistati ha convenuto sul fatto che il clima nel loro campus “ha impedito agli studenti di dire cose in cui credono“. I docenti che si oppongono ai dogmi del politicamente corretto e della neolingua vengono emarginati e boicottati. Dorian Abbot, uno scienziato dell’Università di Chicago che si è opposto all’azione positiva come strumento che mira a promuovere la partecipazione di persone appartenenti alle minoranze, non ha potuto tenere un’importante conferenza pubblica al Mit sul clima; Peter Boghossian, professore di filosofia alla Portland State University, si è dimesso lo scorso settembre dopo anni di pressioni da parte dei colleghi per le sue prese di posizione (“la sinistra regressiva ha preso il sopravvento sul mondo accademico“, dichiarò); a questi si aggiunge il caso di Kathleen Stock, professoressa lesbica e femminista delll’Università del Sussex, la quale si è recentemente dimessa dopo che le associazioni trasngender l’hanno apertamente minacciata per le sue dichiarazioni su sesso e genere. “Pensavamo che una simile censura fosse possibile solo sotto regimi oppressivi in terre lontane. Ma si scopre che la paura può diventare endemica in una società libera” sottolinea Kanelos. È il volto feroce e totalitario del progressismo liberal e della politica identitaria che certa sinistra ha sposato negli ultimi anni.”
Il pensiero unico nelle sue forme peggiori: quelle che formano le menti dei giovani
Grazie, University of Austin. Siete una goccia in un oceano, ma è dovuto ogni sostegno a quanto state cercando di fare, se non altro una reazione a un pensiero, quello “unico politicamente corretto”, ormai incontrollabile nelle sue follie totalitarie e repressive di ogni forma di dissenso. Non so se basterà allo scopo, viviamo in un’epoca in cui il politicamente corretto domina ogni settore della cultura mainstream. Ma è senza dubbio un punto di partenza da sostenere e da approfondire. E se la Baylor University la scorsa primavera si era inchinata, c’è qualcuno che, con coraggio, resiste.
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