La sintesi di ciò che sta accadendo alle nostre morenti democrazie
Anche se può non sembrare, il delicato rapporto fra l’uomo e la tecnica è il dato politico principale del nostro tempo.
Si pone allo stesso livello della questione relativa alla sovranità, che a ben vedere ormai da troppo tempo non appartiene più ai cittadini, alla politica, alle Istituzioni, allo Stato di diritto.
Il “vecchio mondo” post Seconda Guerra Mondiale aveva partorito la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ma non è riuscito a realizzare completamente una realtà a sua immagine e somiglianza, ha anzi lasciato enormi spazi al deterioramento di quella che è stata solo una parziale attuazione dei diritti umani, politica, giuridica e culturale.
Il vecchio mondo sta quindi lasciando il passo alla definitiva eliminazione degli stati sovrani, in realtà dello Stato di diritto tout court, e sta definitivamente aprendosi alla totale manipolazione tecnocratica della vita e della persona, sull’onda di un “fideismo transumanista”.
Di fatto, rimane pochissimo tempo per costruire una politica alternativa che, nonostante il regime autoritario biopolitico vigente, abbandoni definitivamente ogni velleitarismo rivoluzionario per parlare a società civili distratte, confuse e mal informate: il vero obiettivo dovrebbe essere quello di recuperare e migliorare lo Stato di diritto, in piena trasparenza.
Dato che la rivoluzione la sta facendo il sistema in ogni settore, armato appunto della tecnica, dobbiamo puntare a far capire che solo restaurando le conquiste della democrazia rappresentativa ed i valori di un “diritto umanistico” abbiamo una chance di fermare la deriva tecnocratica globale.
L’uomo prossimo venturo, sempre più identità digitale, vedrà ogni sua sfera mediata elettronicamente dalle corporazioni della tecnica, i nuovi padroni di un mondo in cui la politica sarà solo e definitivamente mera esecutrice, mentre il diritto sarà completamente traslato, come già denuncia Ugo Mattei, nell’accettazione contrattuale alle applicazioni tecnologiche.
L’uomo di oggi, abbacinato dalla tecnica, sembra essere disposto a sacrificarle la sua stessa umanità, per trasformarsi in un ente sempre più “infettato” da segnali ed applicazioni tecnologiche, cedendo alla promessa di una “vita” più lunga e di una realtà “aumentata” più “intrigante”, intelligente e prestazionale.
Ciò che avrà, in realtà, sarà un controllo totalizzante del pensiero, della creatività, della libertà e della sua identità, proprio quando crederà di non essere stato mai così libero ed “evoluto”.
Di fronte alla pressoché totale disponibilità a sottostare a questo disegno da parte delle nuove generazioni, cullate e cresciute dalle corporazioni globali, capirete che il sacrificio dello Stato di diritto e delle conquiste civili e politiche passa in secondo piano, dimensioni neanche percepite o prese in considerazione, considerate un retaggio di un mondo “imperfetto” che ancora non conosceva gli algoritmi.
Ecco servito, in sintesi, lo scenario prossimo venturo che dovrebbe chiamare le persone ancora consapevoli ad uno scatto d’orgoglio, culturale e politico.
Uno sforzo sovrumano di volontà politica necessario, prima che le spire del REGIME TECNOCRATICO DI CONTROLLO GLOBALE si stringano sulle nostre illusioni.
Questi non possono più fermarsi ormai, sta a noi farlo, consapevolmente, politicamente, subito!
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FONTE: https://www.massimofranceschiniblog.it/2021/11/26/uomo-vs-tecnica/
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