Oggi l’Italia, stando nell’euro, è destinata a fare tale fine, il crack, se i prezzi delle commodities continueranno a stare dove sono. Dopo aver patito 2 decenni di deflazione sul proprio PIL.
In effetti l’unico motivo per cui i prezzi delle commodities potrebbero scendere sarebbe un crollo cinese, ossia un’implosione del maggior consumatore energetico mondiale. In tale caso, sigh, l’Italia in primis, come paese eurodebole, indebitato e da sempre preda dei vicini invadenti, è destinato comunque al tracollo, visto che “crollo cinese uguale crollo dell’export” nell’unico paese mondiale che ancora è in grado – in teoria – di comprare beni in abbondanza dall’estero in quantità rilevante, solo a volerlo.
*****
Gli USA commercialmente hanno già vinto
In realtà, come abbiamo ripetuto innumerevoli volte su questo sito, gli USA hanno già vinto la guerra commerciale, l’inflazione gigante è solo la ciliegina sulla torta. Va infatti rilevato che il mondo anglo, diciamo USA+UK, genera un deficit commerciale di merci per qualcosa come 600-700 miliardi di dollari annui, beni comprati dall’estero. Tale valore è superiore all’intero export, per farvi capire, di Cina e Germania messi assieme, i due più grandi esportatori seriali mondiali.
La ratio in fondo è semplice:
blocchi l’import di beni da tali due paesi ed il mondo globalista implode, checchè si lamentino e sbraitino i diretti interessati, in primis l’EU franco-tedesca a letto ormai con Pechino.
Gli USA lo sanno bene.
E dunque colpiscono dove fa male. Ecco spiegato lo stop all’import di merci negli USA, in forza di un deliberato quanto non pubblicizzato rallentamento nello scarico dei porti (la fila di navi containers negli harbours USA è smisurata); fatto che sta ingenerando inflazione in loco, edulcorata lato americano però da un dollaro forte, vedasi oltre.
Ovvero è in arrivo uno tsunami di proporzioni bibliche prima di tutto in Europa, made in USA. Infatti alla riduzione dell’export europeo in USA causa rallentamento dello scarico merci si aggiunge l’inflazione indotta, sempre dagli USA, verso il resto del mondo. E, in più, detto problema inflattivo viene moltiplicato – per chi ha l’euro – dal dollaro forte.
Ovvero, se Washington avrà inflazione “mainstream” ossia “statistica” ovvero “governativa” (per inciso: ovunque nel mondo l’inflazione reale è ben più alta di quella indicata dal goiverno, ndr) in crescita di 4-5 volte rispetto al 2020/21 (da 2% a 8-10%, conto della serva; oggi in USA siamo già oltre il 6%), l’EU a regime avrà un’inflazione “mainstream” ossia “statistica”, ovvero “governativa” aumentata di 6-8 volte (da 1.5 a 9-12%, sempre conto della serva, oggi in Germania siamo già attorno al 5%). Ed in più non si avrà clienti per i propri beni da export.
A meno di disintegrare i consumi locali in EU, appunto, work in progress (prima lockdown e poi blackout, vedasi oltre)
La Cina ‘ogni modo si salverà, chiaramente grazie al mercato interno, che è florido ed assorbirà per inerzia gran parte i suoi stessi prodotti, sebbene ci sarà una costrizione verso una minore produzione di beni anche là, regno del partito dirigista comunista con Xi eletto a vita. L’EU invece….
*****
Da una EU austera ad una EU repressiva?
L’EU invece sta esasperando e esaspererà il dirigismo interno, per sottrarre di fatto ricchezza ad es. ai paesi eurodeboli, da far confluire al centro dell’Impero.
Ieri, ultimo esempio: la direttiva EU che vuole imporre il blocco di affitti e vendite di case se no efficienti energeticamente, un regalo a chi vorrà comprare a basso prezzo gli assets real estate nel sud EU; dove – lo ricordo – il problema energetico è tecnicamente assai meno sentito che nel nord EUropa, visto che mediamente le temperatura sono più miti. Un controsenso solo apparente, anzi voluto, certamente da Bruxelles e Berlino.
In tal contesto va spiegata la frenesia di facciata del maestro di governo Mario Draghi nell’azzardare misure che fanno fin tenerezza per la sua inutilità fattuale, per il contenimento delle bollete, sforzo impossibile. Il motivo? La matematica!
Qualche numero per farvi capire:
L’Italia consuma circa 70 mld m3 di gas all’anno, di cui circa 4 mld di produzione locale (erano un multiplo di 4 solo 15 anni fa, ndr). Il prezzo del gas è passato da circa 0.17 €/smc a inizio 2021 (era più basso a fine 2020) a ca. 0.5 €/Smc, vedasi tabella sotto. A gennaio prossimo saremo a 0.75 €/Smc, con un probabile aumento verso 0.9 €/Smc nel II trimestre 2022.
*****
Il valore dell’aumento dei prezzi gas, sulla base del consumo gas italiano annuale (l’Italia importa più del 90% del gas dall’estero, ndr), è facilmente quantificabile. Sulla base dei prezzi già fatti trapelare negli scorsi giorni da fonti simil-governative (+50% di aumento gas), si arriverà a 0.75 €/Smc, i dati sono fatti trapelare per preparare la gente all’impatto. Dunque la bolletta energetica gas degli italiani aumenterà rispetto a fine 2020 di:
70 mld Smc x (0.75-0.20) = ca. 40 miliardi di € di extra costo gas rispetto a fine 2020
*****
Passiamo al power/elettricità. Il consumo nazionale è pari a ca. 300 TWh, o 300’000’000 MWh. Il prezzo è salito da circa 50 €/MWh di fine 2020 a circa 150 €/MWh per il 2020, base prezzi forward 2022. Ossia un aumento di ca. 100 €/MWh. A cui vanno poi aggiunti eventuali extra costi da CO2 da imputare in bolletta in forza di cambi regolamentari Europei (…). Tralasciando la CO2 eventuale in bolletta, ricaviamo che l’extra costo elettrico per i consumatori italiani sarà di:
300’TWh x (150-50) €/MWh = ca. 30 miliardi di € di extra costo power rispetto a fine 2020
La somma totale dei due valori assomma a circa 65-70 miliardi di euro di extra costo elettrico (stima), in bolletta, a prezzi di mercato attuali, per i consumatori italiani. Senza distinguere tra industria e clienti privati/residenziali.
*****
In paragone al 2021 si può fare una stima generale aggregata dei costi energetici, sempre prendendo a riferimento il costo di fine dicembre 2020.
Si può stimare grossolanamente che la bolletta energetica italiana, a prezzi di mercato, pagata nell’anno 2021 (i prezzi di norma vengono fissati entro fine settembre dell’anno precedente per il gas ed entro metà dicembre per il power, ndr), valesse circa 14 miliardi di euro per il gas.
A cui si somma la bolletta energetica 2021 di circa 15 miliardi di euro per il power. In totale la bolletta energetica gas+power si può stimare durante il 2021 in circa 30 miliardi di euro per il 2021 (sulla base, semplificando, di un prezzo medio per il 2021 di 0.20 €/Smc per il gas e 50 eur/MWh per il power, baseload, calcolo indicativo, stima).
Invece nel 2022 la spesa aggregata energetica power + gas sarà pari a circa 45-50 miliardi di euro per il gas e 45 maliardi di euro per il power, ossia circa 95 miliardi di euro, gas+power (stima)(almeno x3 rispetto al 2021, circa)
Un aumento di costo energetico per il Paese stimabile, 2021 vs 2022, di ca. 65-70 miliardi di euro! (ALMENO!)
*****
Il triste – quanto inevitabile – epilogo
A fronte di tali cifre che dire astronomiche è nulla, quanto sta mettendo in tavola il Maestro Draghi per edulcorare il prezzo delle bollette?
Stando ad alcuni riferimenti di stampa, si può stimare che il governo sembra abbia messo sul tavolo 4,2 miliardi nei due precedenti interventi. Ipotizziamo, tenendoci larghi, che il governo aumenti di circa ulteriori 2 miliardi la posta da mettere sul tavolo per edulcorare il caro bollette. E senza contare che tali poste si tradurranno di fatto in un aumento delle tasse, visto che tali risorse o verranno sottratte dalle spese correnti dello Stato o saranno maggiori tasse (o, come dice qualcuno, c’è un tesoretto di miliardi che ogni tanto spunta più che sulle scrivanie dei ministeri, nelle redazioni dei giornali, forse dietro impulso romano).
Come capite, a fronte di aumento della bolletta elettrica di circa 60-65 miliardi di euro per l’Italia nel 2022, il Maestro Draghi sta mettendo sul piatto circa 6 miliardi di euro, forse.
A cui si aggiungono i problemi soliti, in primis quello della disoccupazione galoppante e i traballanti conti dell’INPS, da sovvenzionare ogni anno con oltre 100 miliardi di euro.
*****
Alla fine la conclusione è semplice: giratela come volete ma nel 2022 l’Italia farà un buco nei conti che svuoterà il Mar Mediterraneo.
Da qui le uscite di Giorgetti sul blackout, un modo – secondo il tipico metro di chi studia poco e di malavoglia, i leghisti sembrano eccellere in improvvisazione, vedasi la tragica gestione della crisi COVID in Lombardia – “più onorevole” per salvare le aziende italiane, ma mettendo sul lastrico il resto del Paese, le famiglie prima di tutto, che chiaramente non so come verranno pagate se non lavorano.
Anche perchè l’energia è la punta dell’iceberg: ed il resto delle materie prime, di quanto sono aumentate?
Vi vedete aumentare i listini industriali di 3 o 4 volte, chi comprerà tali beni in ambito di crisi economica in addivenire?
Alla fine, vedrete, è solo questione di tempo prima che la gente in Italia si ribelli.
O che si instauri un regime dittatoriale direi apparentemente sanitario, altra faccia della stessa tragica medaglia, ma che ha ben altre radici.
Se a ciò aggiungete la spinta alla vaccinazione forzata con un vaccino che non è chiaro se farà danni o meno come effetti collaterali di medio-lungo termine (tali dati sui vaccini sono ad oggi pressochè sconosciuti, ndr) capite che la situazione è a dir poco ESPLOSIVA.
Il punto però è un altro, permettetemi: la classe dirigente prettamente romana che ha causato il disastro è la stessa che oggi pretende di dirigere le operazioni di ripartenza.
Chiaramente costoro, Draghi incluso, faranno più ben attenzione, nel marasma in arrivo, a salvare i propri mirabili lati B che fare qualcosa di veramente utile per il Paese. Ad esempio con i blackout (Draghi non può smettere di essere Premier, visto che già si sa che ci sarà enorme caos prossimo anno in Italia, tra gennaio e marzo, tra lockdown e blackout, …).
Meglio detta, gli scellerati politici italiani+boiardi di stato+ballerine e cabarettisti annessi, gli stessi che hanno causato il sacco dell’Italia, saranno i primi interessati a nascondere prima di tutto le loro colpe, vis a vis con chi dovrà pagare il conto, ossia 60 milioni di italiani.
Dunque aspettatevi di tutto nel 2022, inclusi blackout, vaccinazioni di massa senza emergenza sanitaria, confisca dei vostri beni, passando per disarmare gli italiani che detengono armi. Si rischia insomma una moderna forma di repressione a tutto tondo.
Ed il motivo, notate bene, NON sarà il virus, tutto sommato una scusa. Ma un motivo prepotentemente economico: vista la dimensione della crisi in arrivo, e vista la forza relativa francese data da centrali nucleari a costo fisso di energia, ecco perché siamo così spaventati dal Trattato del Quirinale.
Non come una ingerenza politica sull’Italia, ma direttamente come scusa per una eventuale intromissione materiale negli affari interni italiani come si fa nelle colonie, una volta che il crack italico sarà conclamato.
Commenti recenti