L’antifascismo militante è un’ossessione?

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11 risposte

  1. Simone ha detto:

    Sai Stefano, non condivido questa tua posizione poichè mi sembra che vi operi una sostanziale gerarchizzazione dei nemici sulla base del quadro logico numerosità-pericolosità che, a mio parere, non può bastare a spiegare la questione. Intendiamoci, da marzialista (nel senso di praticante di arti marziali) riconosco a tale schema concettuale una grande forza esplicativa ma parliamo appunto di schemi di combattimento, non di analisi politica.
    Nell'analisi politica, non posso attribuire un livello di pericolosità o attribuire ad "quantum" di capacità di nuocere solo sulla base del fatto che i fascisti sono "gruppuscoli". Intanto, posso dirti che l'area neofa a Roma è stimata pari a alcune decine di migliaia (tra simpatizzanti, militanti, sostenitori, ecc.) ma non  è neanche questo il punto.
    Il fascismo è antropologicamente e politicamente avverso e nemico ad ogni istanza di liberazione sociale, civile, economica e politica. Il richiamo alla "nazione" è falso nella sua essenza, una sorta di identità posticcia che serve a coprire la gerarchizzazione sempre presente nella sua "narrazione". Non è un caso se il nazionalismo nei paesi latinoamericani si sia nutrito di Gramsci, di Martì e di Bolivar mentre le dittature che dagli anni '60 agli anni '80 hanno infestato quel continente inneggiavano al fascismo europeo…
    Ecco perchè ti dico che considero il fascismo antitetico ad ogni reale pensiero e pratica sovranista, perchè loro sono i primi che la Patria l'hanno venduta ed hanno utilizzato la retorica della "comunità di popolo" del Sangue e del Suolo per occultare e disinnescare le contraddizioni iscritte nei rapporti sociali e produttivi capitalistici.
    Ovviamente tutto ciò non per dirti che con il PD si deve coesistere, amministrare insieme territori, ecc. Loro sono europeisti, hanno massacrato i balcani nel nome dell'ingerenza umanitaria, lo stesso hanno fatto in Iraq, in Afghanistan, Libia, ecc. Per non parlare di Israele.
    Semplicemente, l'ideale e la pratica sovranista di nemici ne hanno tanti, e tanti più ancora ne avremo quando tale pensiero e tale pratica crescerà. Tuttavia, non si può essere indulgenti o meno che antifa contro i fascisti perchè sono veramente altro da noi, portatori di una idea di umanità (dis-umanità) che non solo non ci appartiene ma che non è neache funzionale a perimetrare tatticamente territori sovranisti più estesi.
    Il patriottismo dei fasci è quello che vuole riportare a casa i due marò che hanno ucciso dei pescatori indiani a casa loro, mentre lavoravano!!! Il mio patriottismo è quello che riconosce il diritto di poter lavorare liberamente senza vedere militari stranieri spadroneggiare per cieli acque o terre. Sta qui la differenza tra il nostro ed il loro. E non è poco, è dirimente.
    Un abbraccio
    Simone

  2. Tonguessy ha detto:

    L'errore sta nel non considerare alcuni aspetti storici, antropologici e politici.

    Questo periodo storico è definito dai criteri globalisti della dottrina neocon. Ora lo so che gli amici di destra si ribelleranno, ma sono anni che chiedo di dimostrare che l'ideologia neocon sia di sinistra. Perchè è inutile prendersela con la globalizzazione criticando da destra, quando è da destra che arriva il problema.

    Ma neanche a sinistra c'è la soluzione. Nè in Italia nè all'estero, da quello che si vede.

    In realtà come c'è stata l'epurazione della sinistra nazista con la notte dei lunghi coltelli in cui vennero recise tutte le istanze socialiste presenti nel nucleo originario della NSDAP, c'è stata anche l'epurazione della sinistra comunista e socialista a sinistra. Cioè dai comunisti e socialisti stessi. E siamo arrivati ad oggi, quando non esiste più una vera sinistra, ma esiste solo un grande centro di variegate aspirazioni (centro destra e centro sinistra, ma politicamente identici) ed esiste ancora una destra, da Storace alla Mussolini passando per Fiore e soci vari.

    Quindi la domanda: ma se non esiste più una sinistra (non si può chiamare di sinistra un partito che bombarda popoli con cui ha avuto buoni rapporti, dalla ex-Yugoslavia alla Libia) ed esiste solo una destra (seppure marginale ma poi non sono sicuro nemmeno tanto), a chi va consegnata la coppa di sopravvissuto?

    E con quali meriti va loro riconosciuto il fatto di essersela cavata se non grazie proprio alle innumerevoli tecniche (mediatiche, politiche, sociali, militari etc..) della destra? Il comunismo non è riuscito a sopravvivere al capitalismo, prendiamone atto.

     

    Fatto questo preambolo mi sento di fare una previsione: se l'attuale calo ideologico destra-sinistra ha sancito la vittoria della destra, questa situazione non è detto che possa durare a lungo. Infatti dal cadavere ormai putrescente dell'attuale regime politico si stanno sviluppando nuove consapevolezze, che dovranno per necessità di cose confrontarsi con il passato, ovvero con la Storia.

    Un ritorno alle vecchie polarità destra-sinistra diverrà inevitabile se assisteremo al crollo dell'ideologia globalista, ed ogni nuova formazione che pure non avesse preso in considerazione tale dicotomia sarà costretta a prendere posizione. In alternativa la formazione che non lo volesse fare ricadrebbe nel consueto calderone di centro.

    Adesso i tempi sono ancora poco maturi per questo confronto e non è quindi il caso di anticipare il confronto che si renderà inevitabile con l'evolvere della situazione. E a tempo debito ognuno di noi avrà l'obbligo di non mentire a sè stesso nè agli altri, e dichiarare la propria scelta.

  3. Simone ha detto:

    Si, ma vorrei avere fin d'ora contezza di chi marvia al mio fianco. A volte "l nemico marcia con i piedi nelle tue stesse scarpe quindi anche se le tracce non le vedi è sempre dalla tua parte".

  4. Eugenio Orso ha detto:

    Si dovrebbero torutrare i pidiini che hanno sostenuto la guerra di Libia (e che probabilmente sosteranno quella di Siria).
    Molto bene, concordo.
    Ma i pidiini devono essere torturati (e poi soppressi?) anche per molti altri motivi, come, ad esempio, il sostegno ai genocidi per conto terzi Monti e Fornero che stanno distruggendo il diritto del (al) lavoro e introducendo la libertà di licenziamento.
    Dovrebbero essere torturati a morti per la futura svendita del patrimonio pubblico residuo (un piano che è anche della Bundesbank, fra l'altro) e per l'acqua privatizzata.
    Dovrebbero essere seviziati per la distruzione del "socialismo dei comuni" e la privatizzazione integrale delle municipalizzate che già si prospetta, con ulteriore, drammatica emorragia di posti di lavoro.
    Dovrebbero essere bruciati vivi per aver permesso che si tolga l'assistenza ai malati (e ad anziani malati) con il vile pretesto che sono "proprietari di immobili".
    Eccetera, eccetera, eccetera.
    Motivi per torturarli ce ne sono moltissimi.
    Sono loro il vero nemico politico interno, la quinta colonna dei globalisti, i vili sicari del capitale finanziario, i leccapiedi di Mercati&Investitori.
    Eugenio Orso

  5. Dario Romeo ha detto:

    Caro Stefano, 
    cominciamo col dire che il tuo post è completamente fuori luogo, dal momento che ancora una volta hai alterato a tuo uso e consumo il motivo del nostro dissenso, e per verificarlo basta leggere la discussione su FB. Ti inviterei dunque, con tutta la serenità possibile, a non continuare a travisare il mio pensiero. Solo così la discussione può mantenersi su binari costruttivi. In secondo luogo dici di non farne una questione personale ma poi mi citi sei o sette volte. Ti ricordo che io aderisco all’ARS formalmente a titolo individuale, ma sostanzialmente come Indipendenza, per cui le mie non sono posizioni personali. Inoltre, la sensibilità intorno a certi temi e la preoccupazione in merito alle tue posizioni a riguardo sono condivise da vari iscritti all’ARS, non solo da quelli di Indipendenza. Ragion per cui evita di continuare sul terreno della delegittimazione personale, fatta di attacchi plateali negati il capoverso successivo. Prima dici che sono un ossessionato dall’antifascismo, poi che l’antifascista militante è l’uomo più stupido della terra, un idiota, un malato. Poi però ti affretti a precisare che non farei parte della categoria. Scusa Stefano, sei in grado di portare avanti una discussione in maniera corretta, senza insultare –più o meno velatamente- il tuo interlocutore?

    Veniamo al merito della tua mistificazione. Non ho mai detto –e lo ripeto per l’ennesima volta- che in questa fase l'urgenza primaria fosse quella di combattere i fascisti, né ho identificato in essi il nemico principale. E ciò sia in virtù di chi oggi detiene le leve del potere, sia in virtù del peso numerico complessivamente scarso del neofascismo odierno, sebbene alcune realtà locali -come ad esempio Roma- facciano eccezione. In questi ultimi casi (le eccezioni) il fascismo diventa a tutti gli effetti anche un nemico materiale. Prova ad andare a fare politica -sempre per fare un esempio- in uno dei quartieri "neri" della capitale e poi ne riparliamo. Ci sarebbero poi da fare altre considerazioni, perché l’influenza di una forza politica può non essere limitata al peso elettorale. Il variegato mondo della destra radicale gode di numerosi “agganci” con la destra liberista, da cui riceve appoggio, concessione di spazi, ecc. In cambio di che cosa? Di bassa manovalanza anzitutto, e di voti (vedi Casa Pound-PDL). A proposito poi di manovalanza. Negli anni della Prima Repubblica il MSI ha veleggiato intorno a una media del 5-6%. Un peso elettorale comunque limitato, superiore sì ma non in maniera decisiva alla destra radicale odierna. Ora, ti sentiresti di affermare che negli anni della strategia della tensione l’influenza politica del neofascismo fosse scarsa come la percentuale di voti che raccoglieva nelle urne? Andrei perciò molto più cauto prima di fare analisi liquidatorie sulla base unicamente dei numeri.
    Ad ogni modo, resta il fatto che il fascismo vada respinto sul piano dei contenuti, senza se e senza ma. Sulle motivazioni di questo rifiuto mi sembra che siano stati scritti veramente fiumi di parole, per cui non sto a ripetere concetti ripetuti già mille volte.
     
    Ora, il problema che ti ho posto non è se oggi la nostra preoccupazione debba essere quella di combattere gruppuscoli insignificanti di fascisti (ma quando mai?), per cui non mi attribuire posizioni che non ho mai espresso. Il problema che ti ho posto è se l'ARS debba pensare di cercare adesioni o collaborazioni (magari un giorno alleanze?) con gruppi, o con singole persone legate a questi gruppi (nel presente), che portino avanti posizioni fasciste, indipendentemente dal fatto che si auto-attribuiscano o meno l'etichetta. Oppure se come credo dobbiamo mettere dei paletti chiari. E -ci tengo a sottolinearlo- dei paletti politici e culturali, non giuridici. Essere inclusivi è una cosa, fare del confusionarismo è un'altra.

    Non ci sarebbe molto altro da aggiungere -anche alla luce di quanto già espresso negli altri commenti- però non posso fare a meno di notare che, se già hai travisato il mio pensiero nel tuo scritto, ancora più inappropriato ai fini della nostra discussione suona un passaggio come questo, ripreso da un tuo commento apparso su FB: «Immaginiamo che alcuni associati dell'ARS organizzino un incontro cittadino, al quale siano invitati cittadini di ogni parte politica. Le relazioni degli oratori dovranno attaccare il sovranismo di destra, proprio di gruppuscoli o gruppetti, o l'Unione Europea, Monti e il PD? (…)» Certo che i relatori dovranno attaccare l’Unione Europea, Monti, il PD (e non solo il PD, ma su questo tornerò più avanti). Mettiamo però che qualcuno, persuaso dalla critica ma perplesso sulle soluzioni prospettate, ti obietti che questi discorsi sulla sovranità, il patriottismo, il  protezionismo, ecc. gli fanno venire in mente il fascismo. Cosa gli risponderesti tu? Gli faresti capire che non hanno niente a che vedere con esso, spiegando le incompatibilità tra il sovranismo fascista e l’idea di sovranità che porta avanti l’ARS? Oppure gli diresti che i fascisti oggi non sono il nemico (magari spiegando quanto la politica economica del nazismo -solo la politica economica, per carità- in fondo fosse buona), magari per fare in modo che così i filo-fascisti eventualmente presenti tra il pubblico non si sentano a disagio? Questo è il punto. Non ciò di cui hai parlato tu.

    Apro poi una parentesi su un punto della tua analisi che non capisco. Quali sono le forze politiche che dall’inizio degli Anni Novanta a oggi hanno assunto il ruolo di fedeli esecutrici delle direttive europee in chiave liberista? Quelle che hanno partecipato a tutte le guerre imperialiste? Sono state indistintamente quelle di centro-destra e di centro-sinistra, in perfetta continuità tra loro. Certo, a seconda dei casi si è andati in una certa direzione con una velocità diversa, si sono colpiti con maggiore virulenza settori differenti. Ma le finalità erano e restano le medesime. E allora? Perché il nemico si riduce al solo PD? Dici di voler fare analisi concrete. Bene: oggi chi sostiene il Governo Monti? PD, PDL, centristi (questi ultimi veri e propri “talebani” del montismo). Tutto il resto (implosioni varie, su cui io non metterei la firma) per ora sono ipotesi. Quindi?…
    Noto poi una contraddizione: proprio tu che sei il primo a sostenere in linea teorica che bisogna superare ogni distinzione tra destra e sinistra, consideri come nemico principale la sola “sinistra”.
    Mi lascia poi francamente interdetto l’atteggiamento per cui anche il semplice “cugino che vota PD” diventa il nemico. Dato che le politiche imperialiste, liberiste, guerrafondaie sono state portate avanti da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per coerenza dovrebbe essere nemico più o meno tutto il corpo elettorale. Ma se così fosse l’ARS a chi si rivolgerebbe? A un’Italia immaginaria? E allora è bene fare una distinzione tra dirigenti, militanti e semplici simpatizzanti. Uno dei principali obiettivi di chi fa politica (o ha l’ambizione di farla) dovrebbe essere quella di spostare i consensi.

    Concludo ricordandoti che la questione non preoccupa solo me, ma credo che tu lo sappia bene. Nella discussione su FB sono intervenuti altri iscritti all'ARS sostenendo le mie stesse posizioni. Altri ancora non sono intervenuti, ma sono perplessi quanto me riguardo le tue affermazioni sull'argomento. Non so quanti di essi ci saranno il 23, ma so per certo che alcuni di coloro che hanno scelto di non esserci lo hanno fatto anche in virtù di queste perplessità. Quindi, anziché preoccuparti delle tre tessere che una simile discussione potrebbe far perdere all’ARS, perché non ti preoccupi delle tante tessere che si perderebbero in prospettiva non affrontando nei tempi e nei modi opportuni il tema? E soprattutto, al di là dei numeri, perché non ti preoccupi anche della tipologia dei compagni di viaggio che nei due casi ti sceglieresti? Perché devi essere consapevole che, al contrario di ciò che pensi, non potrai mai includere tutti indistintamente.

    Salutandoti, ti dico quindi in tutta franchezza
    – Non è con gli attacchi personali, facendo una caricatura del mio pensiero e dipingendomi come l’antifa ossessivo e fuori dalla realtà, che puoi pensare di eludere la questione
    – La divergenza su chi sia il nemico principale effettivamente esiste, ma lo scopro ora: per te è solo il PD, per me (per noi di Indipendenza, e credo non solo noi) sono in questa fase PD-PDL-centristi, ovvero chi sostiene il governo Monti.
    – Per noi comunque i nemici sono i dirigenti di partito, l’intellighenzia culturale che appoggia certe forze e in subordine i militanti (non necessariamente tutti). Non gli elettori, che sono quelli che dobbiamo portare dalla nostra parte, e appunto non tutti i militanti. Tu del resto ci hai detto di essere stato europeista fino al 2003. Oggi non lo sei più. Vedi che le persone possono cambiare?
    – In merito al fascismo la divergenza non è quella che hai lasciato intendere, ma se l’ARS sia disponibile ad accogliere i sovranisti di stampo fascista e le posizioni che essi portano avanti, o a collaborare politicamente con loro. Oggi o in futuro. Se vuoi far finta di non capire fai pure, chi legge comunque non è stupido.
    – Che a tale proposito mi sembra che questa  sia una delle questioni di cui si possa parlare il 23. Nello specifico, il punto quindi non è se le mie o le tue opinioni possano avere entrambe cittadinanza nell’ARS, ma i meccanismi attraverso cui l’associazione definisce la propria linea politica. Ovvero “chi” la definisce e in “che modo”.

    A presto
    Dario Romeo

  6. stefano.dandrea ha detto:

    Caro Dario,

    Io avevo scritto questo post come uno stato da pubblicare su facebook e, nel testo iniziale, spiegavo che mi sarei interessato di un solo profilo del dibattito, perché troppi punti erano stati toccati. Essendo diventato un post "autonomo", dedicato a un preciso tema, ho eliminato il riferimento ad altri profili della discussione che tu, non io, avevi toccato. Mi sono invece limitato a trattare un tema che avevamo toccato in due.

    Hai letto male l'articolo, perché io non ho scritto che tu avevi asseritoche "in questa fase l'urgenza primaria è quella di combattere i fascisti", né ho scritto che tu identifichi nei fascisti "il nemico principale". Ecco come ho riportato le niostre posizioni: "io asserisco che oggi i fascisti non sono miei avversari, in ragione del fatto che sono pochi e tenuto conto dei miei obiettivi politici: essi, infatti non mi avversano; non si frappongono al raggiungimento dei miei obiettivi politici (chiarisco al lettore che stiamo utilizzando la parola fascismo in senso stretto; ci riferiamo ai fascisti fascisti). Dario sostiene che il fascismo è un nemico materiale, ossia un nemico che esiste, anche se è secondario, in ragione del limitato numero di fascisti".

    Io non mistifico, perché la tua posizione è esattamente questa e non è vero che non avessi scritto niente in proposito. Copio e incollo da facebook: "Si può dire che i neofascisti non siano oggi i nemici principali, ma solo perché sono numericamente quasi irrilevanti, non certo perché sul piano dei contenuti ci possa essere una qualche comunanza. E soprattutto, vorrei sottolineare che il non essere "il nemico principale" vuol dire solo che di nemico secondario si tratta, e ciò unicamente in virtù dei rapporti di forza contingenti. Ma sempre e comunque di nemico si deve parlare" E poi, rispondendo anche ad altri: "Riprendo poi la metafora usata tempo fa proprio da Fabrizio: vedere oggi nei fascisti il nemico principale "è come impegnarsi nello stanare i topi di fogna mentre le tigri stanno per sbranarci. D'altro canto ciò non significa auspicare l'alleanza con i topi di fogna, fuor di metafora, con i fascisti.".

    Dunque, sotto il profilo che mi interessava trattare (devo parlare di quello che desideri tu?), tu avevi scritto proprio l'opinione che ti ho attribuito.

    A questo punto il dialogo che ti avevo proposto avrebbe dovuto continuare con la tua presa di posizione su questi problemi:

    1) "se definisco topo di fogna un imbecille che vuol fare la guerra per riconquistare l'Istria o che tiene appeso in camera il post di Mussolini perché il nonno gli ha raccontato che il Duce era tanto bravo, o che prende a schiaffi un ragazzo perché è omosessuale (e in quest'ultimo caso io sono d'accordo con la qualifica), come devo definire un piddino che ha sostenuto la guerra di aggressione alla Libia, guerra che ha provocato una immane tragedia umana?" La risposta non la hai data. Mi auguro che la darai (puoi sempre dire che è un compagno che sbaglia).

    2) "Una persona che cerca la lite con i fasci, perché li odia (e non ho detto che faccia male ad odiarli), e dopo averne preso a pugni uno, la sera va a cena con un piddino che è stato favorevole alla guerra contro la Libia (e magari è anche favorevole a ripetere l'espeimento in una guerra contro la Siria) è razionale, è logica, è ragionevole, possiede la suitas, è malato, è acuto, è mosso da un forte sentimento di giustizia"? Anche a questa domanda hai rifiutato di rispondere. Eppure era evidente che io ti avevo posto anche questa domanda.

    3) Infine, in che senso " i gruppuscoli fascisti sono di ostacolo all’obiettivo politico della distruzione dei partiti attuali, al fine della creazione di una vasta area sovranista"? (questa frase l'ho tratta, alla lettera, dal mio testo).
    Non esiste, grazie al cielo un grande partito fascista che si debba distruggere e il consenso, come tu stesso sostieni non dobbiamo trovarlo tra i fascisti, il cui contenuto di pensiero è con noi incompatibile. E allora se non dobbiamo distruggere un partito fascista (ma PD, PDL, FLI,  CCD, FDS SEL ecc.) e se dobbiamo trovare consensi in ambienti non fascisti, mi spieghi in che senso i fascistelli che esistono sono npostri avversari? In che senso vorremmo combatterli. Io credo che noi tenderemo naturalmente a trovare voti nella vecchia area comunista (siamo pieni di ex comunisti), nell'area che per ora è stata fedele al PD, poi in alcune piccole aree della prima repubblica che hanno resistito (ex democristiani seri; ex socialisti; ex socialdemocratici; ex repubblicani; persino ex fascisti che hanno abbandonato le posizioni oltranziste: sei stato tu stesso ad ammettere che il passato di una persona non ti interessa), poi soprattutto nelle persone comuni e non politicizzate. Spiegami dunque in che senso, perché, a che fine (parlo dei fini dell'ars) e in che modo nelle assemblee che organizzeremo, nei banchetti che faremo, nei volantinaggi, prenderemo posizione contro i gruppetti di fascisti. Nemmeno a questa terza domanda hai risposto. Quando abbiamo svolto l'iniziativa a Torino – ed eravamo in una sezione di rifondazione comunista – ne abbiamo parlato? Né io, né tu, né il rifondarolo che ci ospitava, né gli intervenuti. Abbiamo parlato di altri temi, affrontato altri problemi. la medesima situazione si è ripetiuta nella iniziativa al circolo dell'arci di Roma, organizzata con Francesco; e la medesima nei convegni di Frosinone e di Chianciano. Ci sarà una ragione perché in ambienti frequentati in grande maggioranza da comunisti e da ex comunisti non si parla male dei fascisti. La ragione è semplice e te la spiego io: perché i gruppi della destra radicale, oggi, e ripeto oggi, non c'entrano un fico secco con i temi e i problemi che poniamo. Prendere atto di questa ovvietà, che risalta già sul piano del pensiero (è difficile anche soltanto immaginare che trattando i temi che l'ars ha a cuore venga fuori il tema dei gruppuscoli fascisti) e che è confermata dall'esperienza di quattro iniziative, due delle quali organizzate da voi di indipendenza, non significa non essere antifascisti; è semplicemente indice di onestà intellettuale.

    Resto in attesa delle tre risposte, perché non sta scritto da nessuna parte che tu fai le domande e io devo rispondere; e passo a rispondere ad alcune questioni che hai posto.

    Mi chiedi: "Il problema che ti ho posto è se l'ARS debba pensare di cercare adesioni o collaborazioni (magari un giorno alleanze?) con gruppi, o con singole persone legate a questi gruppi (nel presente), che portino avanti posizioni fasciste, indipendentemente dal fatto che si auto-attribuiscano o meno l'etichetta".

    Alleanze non avrebbero senso. Non credo che nessuno lo abbia mai pensato. Non capisco da dove nasca il tuo dubbio. Ecco perché certe volte io penso che tutti gli antifascisti militanti sono afflitti da ossessione. Ecco perché, per esempio, io di questo tema non voglio parlare; perché lo ritengo un non tema; un problema che nasce soltanto dalla ossessione. Chi ha mai parlato di alleanze? E a che fine? Come conciliare l'inconciliabile? Chi "porta avanti posizioni fasciste" sostiene che "bisogna accostarsi alla guerra con purità di pensieri e di opere"; "che la guerra sta all'uomo come la maternità alla donna" (sono frasi di Mussolini trovate con google). Perché dovremmo allearci con queste persone per portare avanti le nostre battaglie? Io sono davvero sconvolto dalla tua domanda. Che denota anche una presunzione: che tu non ti alleeresti mai; mentre altri si.

    Collaborazioni. A che pro? Che senso avrebbe organizzare un'assemblea con gente che rivuole i marò a prescindere da ragione o torto giuridici, soltanto perché sono italiani? O che inneggia alla guerr? Ma di nuovo come ti è sorto questo dubbio? Chi ha mai avanzato una proposta di collaborazione con gruppi fascisti o neo fascisti?

    Cercare adesioni. Intanto, parliamo di adesioni cercate nella vita reale, perché sulla rete è capitato anche a me di chiedere adesioni a persone fasciste (ho chiesto adesione a 200 persone; come credi che li abbia trovati cinquanta associati?), senza che io sapessi che lo fossero, ma soltanto perché mi avevano chiesto amicizia o avevano apprezzato taluni miei articoli. Ovviamente hanno tutti rifiutato (i fascisti attuali; abbiamo, invece, due ex fascisti che hanno aderito e si tratta di persone eccellenti). Si tratta di un altro indizio del fatto che inventate problemi che non esistono.

    Nella vita reale, ognuno cerca adesioni in chi vuole. Il problema è se le trova. Io ho provato con diversi piddini, pensando di redimerli, ma mi hanno riso in faccia, guardandomi con aria di commiserazione e sufficienza. Non è che la gente oggi aderisca ad associazioni politiche tanto facilmente. Ognuno, tra le persone che conosce, pensa a quelle che potrebbero aderire o che vorrebbe che aderissero. Io non conosco fascisti (nemmeno uno); conosco piuttosto bene due ex fascisti. Uno a mio avviso ancora lo è e non ho pensato nemmeno di rivolgergli la proposta. Un altro è un ex collega di mia madre, da lei sempre stimato, per l'impegno, le capacità, l'onestà, il rigore morale e per il disinteresse con il quale svolgeva compiti che non gli spettavano. E' stato anche assessore regionale di AN; oggi ho con lui rapporti professionali e ne ho massima stima. Non l'ho mai sentito parlare di ebrei; non l'ho mai sentito rivendicare l'Istria e la Dalmazia. Ovvio che giudica la storia secondo criteri diversi dai miei. Gli ho accennato alla nostra iniziativa e gli ho detto che gli avrei fatto leggere i documenti. Poi ho pensato che fino a quando il numero di iscritti non sarà sufficientemente alto, non conviene coinvolgere una persona che ha avuto importanti ruoli politici. E ho rimandato.

    C'è un punto della tua frase che mi preoccupa molto:  "gruppi, o con singole persone legate a questi gruppi (nel presente), che portino avanti posizioni fasciste"?  Non mi è chiaro se l'essere "legato" (magari a titolo di parentela o di lunga amicizia) a gruppi che portino avanti posizioni fasciste per te sia un dato negativo. Insomma non mi è chiaro se vorresti escludere anche i non fascisti "legati" ai fascisti. Mi auguro di no. Perché sarebbe quanto di più fascista si possa pensare.

    In  conclusione, il problema non esiste. O meglio è inverso a quello che tu poni: coloro che rifiutano l'etichetta ma sono esaltatori della guerra o convinti che l'Italia abbia o debba avere un grande destino di supremazia, o che vogliono una nuova costituzione economica (anziché voler ridare forza all'attuale) o che odiano gli ebrei, non entreranno mai nell'associazione, come tu non ti iscriveresti a Casapaund se un amico te lo chiedesse. Seppure qualcuno rivolgesse ad essi la proposta, rifiuterebbero, sia che si dichiarino fascisti siano che non si dichiarino tali. Invece può accadere che una persona si dichiari fascista perché è di famiglia fascista, perché il padre gli ha raccontato che il Duce era bravo e buono; perché crede che la gerarchia sia un valore fondamentale nell'organizzazione dei rapporti umani, perché ha un'alta concezione della famiglia tradizionale. Questa persona, che si autoqualifica fascista, se non è razzista, se non è imperialista, se non è guerrafondaia, se condivide in pieno il documento di analisi e proposte, per quale ragione non dovrebbe essere invitata? Quanti comunisti conosci che secondo te non sono per niente comunisti? Non può capiotare anche con i fascisti?

    Quindi il problema è molto semplice. Nessuno può essere accusato per aver rivolto la proposta a chicchessia, perché rivolgere una proposta è o può essere anche una volontà di suscitare nel proposto un cambiiamento di idee e posizioni politiche (altrimenti noi non potremmo rivolgere la proposta a un piddino). Un fascista in senso stretto non entrerà mai e rifiuterà la proposta che eventualmente gli sia stata fatta, magari incautamente. Se non la rifiuta e milita nell'associazione con diligenza e correttezza e non pronuncia mai una frase razzista o nazionalista-imperialista, vorrà dire che l'associazione lo avrà redento. Se viola la clausola dello statuto che sai, verrà sanzionato. L'autoqualifica di fascista non conta nulla. Contano le posizioni politiche che assume all'interno dell'ars. Ad entrare entrerà facilmente anche l'infilrato, perché noi non facciamo le analisi del sangue al nuovo socio e non assumiamo un atteggiamento sbirresco. Vedrai che nei prossimi tre anni la famosa clausola dello statuto la dovremo applicare si e no una sola volta. A quel punto mi darai ragione e concorderai che ti eri bloccato su un problema inesistente.

    Sul resto ti rispondo un'altra volta. Cerchiamo di fare come ho fatto io. Affrontare un profilo alla volta.

  7. Tonguessy ha detto:

    Caro Stefano,

    tu scrivi: "Io credo che noi tenderemo naturalmente a trovare voti nella vecchia area comunista (siamo pieni di ex comunisti)".

    Sono sicuro che questo rappresenti un primo problema per due motivi:

    1-probabilmente si tratta di comunisti veri che hanno assistito sgomenti alla svolta del PCI nel PD, e non hanno voluto sostenere questo cambio politico epocale. 

    2-quell'area (ammesso il mio punto 1 sia valido) è decisamente sensibile al problema dei rapporti con il fascismo. Ricordo a titolo di esempio che nel 1960 a Genova ci furono dei fatti molto gravi perchè fu concesso all' MSI di organizzare il proprio congresso nella città con forte presenza comunista. Nell MSI militava Carlo Basile, prefetto di Genova sotto il fascismo, responsabile della deportazione nei campi di sterminio nazisti di alcune centinaia di lavoratori genovesi.

    Sandro Pertini lanciò un accorato appello in quei giorni: "La polizia sta cercando i sobillatori di queste manifestazioni, non abbiamo nessuna difficoltà ad indicarglieli. Sono i fucilati del Turchino, di Cravasco, della Benedicta, i torturati della casa dello studente".

    I fatti di Genova, durissimi, portarono alle dimissioni del governo Tambroni e alle successive dure repressioni poliziesche contro i manifestanti, culminate con i morti di Reggio Emilia.

    Nelle parole di Pertini: 

     

    «  È Genova che ha riaffermato come i valori della Resistenza costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico. »

     

    Ora ho detto chiaramente che il problema dei rapporti con le destre è ancora troppo immaturo per essere considerato in profondità. Ma è altrettanto chiaro che se, per vari motivi, c'è un bacino elettorale nell'area dei (veri o ex) comunisti, questo pone delle pregiudiziali già dall'inizio. E infatti tali pregiudiziali sono evidenti in questo scambio con Dario.

    Credo d'altronde che un ritorno alle ideologie sia inevitabile per recuperare un minimo di dinamismo politico. Sinceramente non vedo alternative. Sinistra (degna di questo nome) da una parte e destra dall'altra, ognuno con il proprio passato e proposte politiche. Restare nell'indifferenziato rischia di far naufragare l'intero progetto politico, creando disaffezione nel bacino attualmente più importante e non riuscendo (causa mancanza di inciuci e clientelarismi tipici) di attingere voti nelle altre aree.

    Ripeto la mia posizione: preferisco attendere l'evolversi della situazione, sperando in una rapida crescita del movimento. Nel frattempo però noto come le tematiche che sarà obbligatorio considerare attentamente siano già ben presenti già da ora. Abbiamo una Storia cui rendere onore e con cui dobbiamo confrontarci: teniamo in debita considerazione questo fatto.

     

    PS gradirei che termini come antifa tipici di Casapound non venissero usati nei nostri discorsi.

    E mi dolgo nel non avere potuto leggere lo scambio avvenuto su Facebook, ma ho una repulsione verso i social network e, come già detto, nessuno riuscirà a convincermi a frequentare siti che assimilo ai centri commerciali: lager mediatici. Sì, è ideologia. Del peggior tipo.

     

     

  8. Emilio ha detto:

    In questo dibattito tengo a dire che, a mia volta, dovrei sentirmi alquanto imbarazzato nel trovarmi come compagni di strada dei comunisti che, là dove hanno governato, hanno conculcato religione e proprietà privata che sono valori in cui fortemente credo ( per inciso sono anche antidivorzista e antiabortista ).
    Mi considero appartenente alla destra cattolica e  per questo assolutamente antitetico all’ideologia liberista, neocons e globalista ( e poi, forse che i democratici USA e i labour inglesi non siano nella sostanza altrettanto liberisti e globalisti? Certo nel giochetto della democrazia rappresentativa ognuno deve recitare una parte per accalappiarsi i voti dei gonzi ma democratici e labour hanno, più o meno, governato come repubblicani e tory…) che ha le radici ben piantate nella Riforma e imbevute degli esiti settari e nichilisti dalla stessa generati.
    Con queste premesse ho aderito ad ARS perché mi è parso di capire che l’intento di Stefano fosse quello di creare un fronte antitetico al nemico principale che per dirla con de Bennoist “oggi è rappresentato dal capitalismo e dalla società di mercato sul piano economico, dal liberalismo sul piano politico, dall'individualismo sul piano filosofico, dalla borghesia sul piano sociale e dagli Stati Uniti sul piano geopolitico(………….) Alcune persone sono convinte che la cosa più importante sia sapere " da dove si viene" o " da dove si parla" : sono quelle che, quando la casa brucia, ritengono più urgente chiedere prima i documenti a coloro che vengono a spegnere il fuoco. In nessun caso, ai loro occhi, i nemici dei loro nemici possono essere loro amici. Io la penso esattamente al contrario : i nemici dei miei nemici non sono necessariamente miei amici, ma sono necessariamente degli alleati(…………………) Chi ragiona diversamente, non ha il senso delle priorità né quello delle poste in gioco. A meno che non sia semplicemente un complice."
     
    Vorrei che questa linea, se ben l’ho interpretata, continuasse ad essere quella di ARS e concordo con Stefano quando scrive che contano le posizioni politiche che si assumono all’interno dell’Associazione. Per me, questo vale sia per il fascista che crede ancora alla razza e alla riconquista dell’Istria e della Dalmazia sia per il comunista che ancora vuole chiudere le chiese e statalizzare tutti i beni.
    Più probabilmente che forse le molte diversità, ed in particolare quelle di carattere etico, non ci permetteranno di essere compagni di viaggio per tutto il percorso, possiamo tuttavia provare ad esserlo per un buon tratto, soprattutto se concorderemo sull’identificazione del nemico principale e a questo proposito, credo che potrebbe aiutare la redazione di uno specifico documento.
    A presto, Emilio.

  9. ferraioli domenico ha detto:

    ma esistono ancora i fascisti che vogliono clonare  il duce i suoi discorsi e suoi metodi?
    vedo piuttosto persone che hanno attegiamneti e modi fasciti sia che si ritengono della destra sociale o della sinistra o si dichiarano centristi
    poi se vogliamo ragionare se il nemico che abbiamo di frontre a noi questo  si chiama partito unico liberista  in questo partito militano centro/destra/ sinistra ovvero le caricature di essere di centro di destra o di sinistra.
    resta il fatto che l'antifascismo è un concetto in antitesi con soppraffazione violenza imposizione del potere,democrazia,esclusione del diverso,
    cosa diversa è il nazionalismo.

  10. Peppe Meola ha detto:

    Come si può pensare di uscire dalla gabbia politica, economica e culturale della “euro-globalizzazione” se ancora si è prigionieri dei manierismi ideologici del ‘900?
    Sarò sicuramente meno edotto di molti di voi sulle questioni dottrinario-escatologiche delle ideologie antinomiche “fascismo-socialismo-comunismo”…ma di una cosa sono certo: non è andando dietro a queste discussioni che ci salviamo dal disastro economico-sociale che incombe sulle nostre teste!

    Il mio blogghettino mi ha fatto entrare in contatto con gente di diversa estrazione sociale e politica; ma in tutti ho ritrovato la stessa voglia di uscire da questo inferno. E per me è questo che conta. I beauty-contest ideologici sono un esercizio fuorviante in questo momento: disssipano energie e fanno perdere tempo.

    Qualche mese fa sono stato invitato a parlare di crisi dell’euro in un convegno organizzato da dei ragazzi di Forza Nuova, perchè gli erano piaciuti alcuni post del blog. Ci ho pensato un pò ed ho accettato. Non ho trovato degli esaltati neofascisti; non ho trovato segni di nostalgia; non ho visto saluti romani ed amenità varie. Ho visto solo ragazzi come tanti, seriamente interessati a capire cosa gli/ci sta fottendo il futuro.

    Non mi è capitato ancora, ma se dovesse chiedere la mia (modestissima) collaborazione il centro sociale della mia città (ovviamente sui temi a noi cari) mi ci fionderei allo stesso modo.

    Qui si tratta di “arruolare” uomini, coscienze e massa critica elettorale. Ed al più presto. Il tempo per i distinguo sul “bon-ton” filosofico-politico si troverà quando sarà messo al riparo il futuro della nostra società. E non mi si venga a dire che sono i fascistelli di provincia che lo stanno compromettendo…

    Mi era sembrato di capire che lo spirito dell’Ars fosse questo. Se ho preso una cantonata, ditemelo prima di Sabato…

    Saluti,

    Peppe

  11. Matteo G ha detto:

    Leggendo le posizioni di certuni  mi sono chiesto nei giorni scorsi se ne valesse la pena impegnarsi nell'immane sforzo di creare una forza politica partendo da zero, senza supporto di alcun media che non sia qualche blog e forum. Chiaro che è un'impresa titanica, quasi impossibile e che richiede moltissimo tempo da parte di chi intende perseguire obbiettivi ambiziosi come il "manifesto politico" ARS.
    Sin da ragazzino ho militato per un partito che ritenevo di estrema sinistra, ero cosciente che l'ideale comunista non avrebbe mai preso il sopravvento nel nostro paese, tuttavia, ritenevo (erroneamente) che dando forza alla sinistra avrei potuto spostare l'ago della bilancia a favore di chi ha meno possibilità, a favore di quella classe da cui io provengo,  a favore di quella classe che secondo alcune forze politiche doveva fungere da forza lavoro per il benessere di altri.
    Negli anni ho visto tradire i miei sforzi anche da quella parte politica, un tradimento fatto di nepotismo, raccomandazioni, gerarchia… nulla di differente da quello che ritenevo fossero le forze politiche a me avverse.
    Signori, siamo in guerra! Non è una guerra fatta di fucilate, non è lotta armata, è una guerra fatta di rapina, di ignoranza, di indolenza e di ignavia. Il nemico che dobbiamo combattere è un nemico potente, sta rubando il nostro tempo, il nostro futuro e quello dei nostri figli, inoltre, sta facendo scempio dell'ambiente in cui viviamo, non solo il territorio, anche la società.
    Da tempo pensavo che il popolo avrebbe dovuto riconoscere il nemico e combattere unito, per questo sarei stato disposto ad allearmi anche con quelle classi e quelle persone per cui provavo repulsione, anche loro vittime di quel comune nemico, ma non avevo iniziativa, sufficiente cultura, tempo per promuovere una mobilitazione in tal senso…  aspettavo di incontrare persone più capaci e piu colte a cui avrei offerto il mio aiuto, cercavo di individuare quelle forze che potessero raccogliere adesione.
    Faccio appello a quelle persone che vengono dal basso come me, quelle persone che ritengono di sinistra e che si sono battute perchè il figlio dell'operaio e del contadino avessero le stesse possibilità del figlio del notaio e dell'industriale: non è questo il momento. Ci stanno schiacciando, stanno terminando la distruzione di quelle infrastrutture e di quelle garanzie per cui noi e i nostri padri ci siamo battuti, con noi e i nostri figli verranno schiacciate anche quelle persone che sono sempre state nostre avversarie politiche. Diamoci da fare, non si tratta di dimenticare da dove veniamo e in cosa crediamo, si tratta di ricostruire la possibilità di realizzarlo che giorno dopo giorno si allontana. C'è un programma con degli obbiettivi ben precisi, l'appoggio di qualunque persona, di qualunque parte politica che condivida è una risorsa. Non si tratta di tradire o di modificare quelli che sono obbiettivi comuni.
    Matteo G.

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