Pensieri sparsi sulle piazze in Italia
di Resistenze al Nanomondo (redazione)
Da Trieste alla Sicilia, in tantissime città di tutta Italia, centinaia di migliaia di persone ogni sabato riempiono le strade e le piazze che vengono immancabilmente censurate e infangate dalla propaganda nutrita da staff scientifici a libro paga dal comparto bionanotecnologico e dei Big Data e da poteri sempre più legati a precisi interessi e agende sovranazionali che ormai scandiscono i passi da compiere soprattutto sui temi fondamentali.
È la prima volta che un tale numero di persone – non inquadrabili nei soliti schemi partitici o organizzazioni sindacali – scende in piazza con questa continuità. Non ci sono d’aiuto le vecchie distinzioni e categorie per descrivere lo sviluppo e le forme di questo variegato dissenso contro questo stato di cose. Questo inedito scenario porta a interrogarci su ciò che queste piazze trasmettono e sui contenuti che esprimono.
“Libertà, verità” sono alcuni degli slogan urlati nelle piazze contro le restrizioni e il Green Pass. Ma libertà e verità per cosa? Libertà e verità consapevoli o rivendicazioni reazionarie legate all’agenda diretta e confezionata altrove?
In gioco c’è molto di più di un tessera verde e di un siero genico sperimentale.
“No Green Pass” urlano le proteste, ma il “no” non dovrebbe esaurirsi a questo lasciapassare, dovrebbe estendersi a quel modello di mondo e di umanità verso cui ci stanno traghettando. Questo sarà importante anche per comprendere quando, una volta terminato il suo compito, questo lasciapassare si trasformerà in altro.
Il limite che vediamo in molte di queste contestazioni è che sono circoscritte al Green Pass senza la comprensione di ciò che questo rappresenta e del processo in cui è inserito. Senza questa comprensione sfugge la posta in gioco e non si riescono a cogliere le attuali trasformazioni che non solo trasformano le nostre esistenze, ma prendono possesso dei nostri corpi ad uso e consumo degli apparati biotecnomedicali e vi penetrano al loro interno.
Il Green Pass è una tappa verso una società cibernetica dove i codici QR identificheranno e tracceranno non più solo le merci, ma anche noi: sotto quella scansione passeranno i corpi tutti, ma quando l’infrastruttura digitale a velocità 5G e 6G sarà pronta, dall’esterno entreranno dentro i nostri corpi come già avviene negli altri animali.
C’è un filo che unisce questa pseudo pandemia: i sieri genici, il nuovo paradigma a mRNA, il Green Pass, la rete 5G e l’Identità Digitale ID2020. In questo processo il Green Pass è un graduale e progressivo avvicinarsi alla realizzazione dell’Identità Digitale: un codice unico universale che racchiuderà tutti i nostri dati anagrafici, biometrici e biologici e che grazie alla rete 5G – all’Internet delle cose e all’Internet dei corpi comunicanti – protocollerà e orienterà in tempo reale tutta la nostra esistenza. Stiamo andando verso il modello di Credito Sociale cinese con un punteggio che decreterà le persone di serie A e di serie B: dal gennaio 2022 nel Regno Unito un’app nello smartwatch monitorerà i dati sulle abitudini alimentari e l’attività fisica e formulerà dei consigli da seguire. Chi si comporterà nel modo ritenuto più salutare e seguirà i consigli avrà un punteggio alto che permetterà degli sconti per cinema, palestra, negozi alimentari e in un secondo momento chi avrà un punteggio basso dovrà attendersi l’esclusione sociale.
Il fine ultimo è dirottarci verso una società transumanista con una trasformazione ontologica e antropologica dell’essere umano. Intelligenza artificiale, editing genetico, riproduzione artificiale, bionanotecnologie, Internet delle cose e Internet dei corpi comunicanti. La trilogia post-umana è così completata: trasformazione fisica, biologica e digitale, in una convergenza che chiude il cerchio di controllo e manipolazione dell’intero vivente, verso una società post-umana e post-natura.
Le prime proteste in gran parte d’Italia erano concentrate al salvataggio delle piccole e medie attività economiche, c’era chi rischiava di chiudere e chi dalle restrizioni avrebbe perso molti soldi. Persone in gran parte di classe media che non avevano mai protestato in vita loro e che vedevano perdere quei minimi privilegi e sicurezze, ma chi sapeva guardare più lontano vedeva la propria estinzione, già decisa e solo rimandata da qualche aiuto economico. Aiuti economici che, di fatto, accontentando i più hanno contribuito a svuotare le prime piazze.
Difendere la propria categoria economica, il posto di lavoro e chiedere semplicemente di “poter lavorare” nel mentre viene dato l’avvio a livello internazionale a un resettaggio che macina ogni libertà senza più timore di annunciarlo quotidianamente, rende evidente il grado di degradazione umana a cui siamo giunti, infatti nelle chiusure per i più non è stato così doloroso finire nelle braccia di Amazon. Questi passaggi studiati e confermati evidentemente in corso d’opera erano ben noti all’élite mondiale che ha inaugurato con questa pseudo pandemia la più grande sperimentazione di ingegneria sociale mai realizzata.
Molte persone guardano unicamente verso sé stesse, per scampare a quello che accade, per mantenere il proprio lavoro, in poche scendono in piazza contro questo sistema in difesa delle future generazioni e dell’umanità tutta. Non vengono cercati complici, ma un sostegno per sopravvivere quando arriverà il peggio.
Anche se nel tempo molte persone presenti nelle piazze hanno acquisito maggiore consapevolezza dei processi in corso, in generale gli appelli per le manifestazioni non esprimono una visione d’insieme, focalizzandosi sul “No Green Pass” e per la “Libertà di scelta”.
Da ultimo sembra prevalere l’aspetto spirituale, dove il lavoro interiore individuale e di gruppo porterebbe una rinascita generale. Ma niente di più lontano da questo è la realtà, molto materiale, che stiamo vivendo dove, passo dopo passo, con incredibile rapidità, la cortina digitale e le nanobiotecnologie ci circondano e diventano la nuova normalità.
“No alla dittatura” si legge in molti cartelli nelle piazze, ma una reale consapevolezza di essere in dittatura dovrebbe portare a conseguenti e adeguate risposte che dovrebbero esserci nei confronti di una dittatura e non alle contraddittorie speranze di avere delle possibilità di azione con avvocati e giuristi all’interno dei recinti giudiziari. Se siamo in dittatura non dovrebbe poi stupirci che la Costituzione è stata stracciata, il non rispetto delle loro stesse norme, una carica della polizia, un’ondata repressiva. Questi che vediamo sono solo i primi accenni di una dittatura tecno-medicale che non tarderà a dispiegare interamente i suoi tratti più significativi. Un assetto politico e sociale diverso da altri periodi storici che non solo mostrerà la forza, ma che entrerà nelle nostre esistenze e nei nostri corpi. Ancora una volta le vecchie chiavi di lettura non sono più adeguate a comprendere le nuove espressioni, manifestazioni e modalità di agire di questa dittatura tecno-medicale.
“Libertà di scelta” è un altro slogan riguardo a questi così detti vaccini che recentemente sono stati sdoganati anche per bambini dai 5 agli 11 anni. Ma per noi non ci può essere libertà di scelta quando si tratta di un attacco verso i corpi. E questo slogan, anche se è considerato una strategia comunicativa vincente, in realtà è controproducente perché apre a una sperimentazione di massa e a un attacco ai corpi senza precedenti. Così come non può esserci libertà di scelta per gli OGM, perché a monte respingiamo la modificazione genetica, l’idea di essere vivente che sottendono e il mondo che vanno a costituire. Non può esserci libertà di scelta per questi sieri genici, ma solo un’opposizione totale. Parlare di libertà di scelta ancora una volta denota la parzialità di una visione che non si rende conto che il tavolo è truccato e che l’unica scelta possibile è tra quelle già predisposte.
I vaccini a mRNA sono in realtà terapie geniche, vere e proprie piattaforme di riprogettazione cellulare. “Stiamo hackerando il codice della vita” afferma il Ceo di Moderna.
La bio-tele-nano medicina sarà il nuovo paradigma che trasformerà la stessa concezione di salute e malattia, con inserti genici a mRNA a livello preventivo per qualsiasi patologia, farmaci da remoto, microchip all’interno dei nostri corpi, impianti cerebrali, app che monitoreranno in tempo reale ogni aspetto delle nostre vite. Le nostre esistenze, dalla nascita alla morte, saranno costantemente sottoposte al volere degli algoritmi in una società cibernetica tecno-medicale.
Dai semi OGM ai corpi tutti modificati geneticamente e resi sterili per generalizzare pratiche eugenetiche di selezione embrionale e la riproduzione artificiale delle future generazioni nelle stanze dei laboratori.
“Giù le mani da bambini e bambine”. Su questo aspetto le proteste sono compatte e la difesa dei figli e dei bambini è un punto fondamentale per lottare contro la disumanizzazione e mutazione antropologica, tante le madri in piazza decise a non cedere.
Viviamo una situazione nuova e strana, dove saltano i punti di riferimento a cui un tempo eravamo abituati, in cui i contesti di sinistra, dai più moderati ai più radicali – a parte poche eccezioni – organizzano tamponi a poco prezzo controllando più dei controllori di Stato, scendono in piazza urlando a gran voce “vaccini” per tutti e tutte – slogan che ci rimanda alla PMA per tutti e tutte – organizzano presidi fuori dalle sedi delle multinazionali farmaceutiche e biotecnologiche, identificando i brevetti e gli alti profitti delle multinazionali come gli unici problemi di questi “vaccini”.
Per quanto riguarda i contesti anarchici, quelli che da sempre hanno considerato marginale o addirittura deriso una critica e una priorità di lotta verso le tecno-scienze adesso si trovano a non avere gli strumenti per comprendere cosa significa questa campagna vaccinale, il nuovo paradigma a mRNA e per comprendere questo attacco senza precedenti di tecnocrati transumanisti eugenisti che si spinge fino all’interno dei nostri corpi e che distruggerà le future generazioni.
Solo più recentemente è stata posta una maggiore attenzione per l’introduzione del Green Pass, ma con uno sguardo separato dal processo complessivo analizzandolo solo attraverso la lente di un maggior controllo da parte dello Stato, dimostrando un’incapacità nel comprendere le attuali trasformazioni analizzate – a parte poche eccezioni – attraverso vecchie chiavi di lettura che non colgono l’intera società che si sta trasformando.
Come agire nella realtà attorno a noi se non si è in grado di comprenderla e se non si riconoscono le direzioni di questo sistema tecno-scientifico transumanista?
Sicuramente tutto oggi non può non passare attraverso i processi che si stanno velocizzando con il pretesto di questa pseudo pandemia. Non può esistere critica alcuna all’interno della narrazione dominante e senza un’opposizione a questi sieri genetici: perché non ci stancheremo mai di ribadirlo, se non saremo in grado di difendere i nostri corpi non saremo mai in grado di fermare la deriva transumanista.
L’interrogativo non dovrebbe chiedersi chi scende nelle piazze e chi si sta opponendo verso questo stato di cose, piuttosto dovrebbe essere il chiedersi chi invece, da mesi che sono diventati anni, sta a guardare quello che succede quando non ne diventa complice e la complicità, in tempi di dittatura, vale anche per chi tace.
I tempi dello smarrimento dovuto ai morti e ai bollettini di guerra ormai non possono più essere l’alibi per nascondere la propria inerzia e un eterno timore di prendere una posizione chiara e netta come quella contro i sieri genetici. Non è possibile neanche trincerarsi dietro alla mancanza di conoscenza, il programma della Grande Trasformazione viene ormai svelato passo passo senza timori. Se quindi ormai sappiamo cosa ci aspetta, se abbiamo capito che non siamo di fronte ad una pandemia, ne tanto meno ad un grave problema sanitario, allora chi ha conservato un po’ di pensiero critico dovrebbe spostare il piano ed indicare la vera natura del problema che ci troviamo ad affrontare. Se continueremo a stare su un piano tecnico-sanitario non riusciremo a far capire la portata del problema, dando un’impressione che vi siano delle manchevolezze da parte del sistema stesso, come se quelli di Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e tutte le altre compagnie biotecnologiche fossero errori e non disastri annunciati. Intendiamoci, la controinformazione ha sempre la sua notevole importanza, ma non speriamo nelle contraddizioni per demolire i loro piani, queste compagnie sono come lo sviluppo della società tecno-industriale: si nutre di catastrofi ecologiche e sociali per riorganizzare il proprio assetto e giustificare la propria imprescindibile presenza.
Qui in Italia l’esperienza di questi mesi insegna che il tempo stringe, la nuova normalizzazione, capitanata dai migliori esperti di robotica, telecomunicazioni 5G, digitale, fa dell’Italia il primo laboratorio sperimentale al mondo. Piccoli passi per resistere alla Grande Trasformazione sono un inizio, ma solo se nella direzione giusta. Occuparsi di 5G senza considerare l’Internet delle cose è parziale e apre a una società cibernetica, chiamare vaccini le piattaforme di riprogettazione cellulare biotecnologiche apre ai microchip nei corpi e alle nuove cure basate sulla nanobiomedicina, parlare di diritto alla salute nel pieno di un resettaggio globale che ha come fulcro di partenza e di mantenimento proprio la salute intesa come obbligo alla salute, apre per i dissidenti le porte non delle prigioni, ma delle cliniche psichiatriche.
Dobbiamo tornare ad organizzarci nei territori con la consapevolezza di portare non solo qualcosa di impopolare, ma contenuti che dalla maggior parte delle persone vengono considerati come folli, “complottisti” o “no vax”. Il cambiamento che vedono intorno è troppo grande e veloce, i più faticano a seguirlo e a fermare i pensieri. La propaganda massiccia lavora su ogni livello possibile e altre Task force lavorano quotidianamente nell’ombra per creare un vero sequestro emotivo che è un misto di paura, impotenza, rabbia repressa, speranza che le cose cambieranno anche se tutto l’orizzonte rivela una cosa diversa. Banalmente abbiamo scoperto che a numeri sorprendenti di persone è bastato farsi garantire il lavoro, lo sport e un po’ di svago, non tanto per cedere ad un sistema sfruttatore e assassino, ma per confermare e sviluppare i sintomi di quella che era già una società erosa nelle sue forme vitali. L’infezione al pensiero libero si è solo aggravata, i tempi prossimi diranno se questo male si è fatto conclamato: le tecno-scienze aprono al non ritorno.
Durante la Germania nazista erroneamente si crede che vi fu poca o addirittura nessuna resistenza, qualcosa ci fu, di molto piccolo, ma molto significativo non solo per quel paese, basti pensare alla storia dei giovani della Rosa Bianca ghigliottinati dal regime mentre spargevano semi di libertà dando l’esempio e la vera speranza. Oggi di fronte a tutto questo dobbiamo, perlomeno, trovare una misura del coraggio che hanno mostrato i giovani della Rosa Bianca se l’umanità vorrà sopravvivere.
L’Agenda di oggi è “l’ingegneria dell’anima” nella sua massima espressione con le sue tecno-scienze che ci spingono giù dal precipizio con l’obiettivo finale della completa estirpazione, lacerazione e soggiogazione dello spirito più profondo dell’essere umano, per costituire un’umanità artificiale. Dobbiamo essere disposti al sacrificio. Abbiamo poco tempo per agire e le scelte sono dure: agire in solidarietà contro questa megamacchina o siamo finiti come umanità, in una lotta che non può accettare compromessi.
“Gli studenti di Monaco che nel Febbraio del 1943 proclamarono per mezzo di volantini la verità sulla tirannia ed incitavano al sabotaggio dell’industria bellica, non erano degli uomini politici. Essi erano dei giovani cristiani pieni di vita… Combattevano contro un fuoco gigantesco a mani nude, con la loro fede, con il loro povero apparecchio da ciclostile contro l’onnipotenza dello Stato. Non poteva finir bene, ed il loro tempo fu breve. Anche se fossero stati soli nella resistenza tedesca i fratelli Scholl ed i loro amici, da soli essi sarebbero bastati per salvare una parte della dignità degli uomini che parlano il tedesco”.
Thomas Mann
Fonte: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/pensieri-sparsi-sulle-piazze-in-italia/
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