Il dovere delle politiche di piena occupazione
di STEFANO D’ANDREA (Presidente RI)
“Fondata sul lavoro” e “partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” non significano nulla e sono pura falsa coscienza e vuote declamazioni ideologiche, senza il dovere della Repubblica di adottare istituti di diritto dell’economia e porre in essere scelte di politica economica volte ad assicurare a “tutti i cittadini il diritto al lavoro” e a promuovere “le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
La norma fondamentale della nostra Costituzione è quella che riconosce il diritto al lavoro, ossia la norma che impone al Governo e al Parlamento “il dovere di perseguire e mantenere la piena occupazione” (questo significa “diritto al lavoro”), a costo di inflazione, a costo di limitare il diritto dei cittadini di investire o giocare il risparmio ovunque nel mondo, al costo di limitare le importazioni di beni e servizi, al costo (certo) della repressione della rendita finanziaria, e al costo di una impresa pubblica relativamente inefficiente e vasta.
Un numero enorme di ceti sociali, non soltanto i disoccupati, ma tutti gli occupati pubblici e privati, nonché gli autonomi che vendono beni e servizi sul mercato interno, hanno interesse alle politiche di piena occupazione.
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