Il CLN, gli alleati locali e l’alleanza elettorale del 2023
di STEFANO D’ANDREA
Il CLN fu l’alleanza provvisoria di 6 partiti. Nessuno si adoperò per fare il CLN. Tutti si adoperarono per fare e per stare e militare nei 6 partiti. Poi il 9 settembre 1943 si riunirono a Roma Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola in rappresentanza del Partito comunista italiano, Alcide De Gasperi in rappresentanza della democrazia cristiana, Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea in rappresentanza del Partito d’azione, Pietro Nenni e Giuseppe Romita in rappresentanza del partito socialista italiano, Meuccio Ruini e Ivanoe Bonomi in rappresentanza dei Democratici per il lavoro (id. est socialdemocratici) e Alessandro Casati in rappresentanza del Partito liberale.
Nella riunione diedero vita al CLN e elessero presidente Ivanoe Bonomi. Insomma per fare il CLN basta un’oretta su zoom e una riunione di sei soggetti collettivi, rappresentati ciascuno da una persona, con diritto di voto, al più accompagnata da un’altra, senza diritto di voto. Il CLN presuppone l’esistenza di partiti, per quanto piccoli, comunque uniti, organici e coesi, i quali possano essere rappresentati da una sola persona, che sia in grado di prendere le decisioni che verranno seguite dagli iscritti.
Ho molti dubbi, dunque, quando vedo persone che non stanno in nessun partito o persone di un partito che si impegnano a fare il CLN (anziché uno dei partiti del CLN). Ci vedo sciocca furbizia (voler contare quando non dovrebbero contare) o irragionevolezza. Spero di sbagliarmi.
In secondo luogo, il CLN fu una alleanza politica e militare. Nel nostro caso non c’è bisogno di una alleanza anche militare. In verità, per alcuni dovrebbe essere un’alleanza politica e movimentista. Già ho dei dubbi ma la cosa grave è che questi alcuni sono molto pochi. In due recenti riunioni fiume, svolte sulla piattaforma zoom, coloro che per lo più si presentavano come rappresentanti di movimenti e piazze o addirittura di associazioni di movimenti, si sono divisi tra chi voleva ancora organizzare soprattutto manifestazioni (nazionali o locali), chi voleva organizzare in pari grado manifestazioni e altre iniziative (scioperi di internet; scioperi del tampone; ecc.) e chi voleva organizzare solo altro, visto che era palese la stanchezza per le manifestazioni.
Dell’alleanza politica a nessuno (o meglio, quasi a nessuno) interessava niente. Dominava, sia pure inconsciamente, la previsione, che reputo sballata, che il ceto dominante abbia colta l’occasione per costruire un regime che resterà nel tempo e che quindi l’unica cosa da fare sia la “resistenza”, non armata, bensì fatta di disobbedienza civile, azioni simboliche e scioperi.
La omicron, il rinvio dell’obbligo vaccinale in Austria, la dichiarazione di Sanchez, la scelta politica del Regno Unito, la sentenza della Corte suprema degli stati uniti sulla illegittimità dell’obbligo vaccinale deliberato dal Presidente, le dichiarazioni dell’OMS e di virologi-star contro la strategia di vaccinazioni ogni tre mesi, le recenti dichiarazioni di sottosegretari, ecc. ecc,. erano fatti non pervenuti, perché in contrasto con la insensata teoria, creduta vera da persone che purtroppo sono entrate in paranoia, a causa della oggettiva difficoltà o del carattere isterico: ho sempre detto che in paranoia erano entrate due categoria di persone: gli ipocondriaci, da un lato (la maggioranza terrorizzata dal mainstream), e o le persone che hanno perso la testa per la oggettiva difficoltà o perché psicologicamente deboli, dall’altro.
Questa stessa previsione sballata, che non fa leggere la realtà e fa trascurare l’azione politica, sta spingendo i gruppi critici contro l’Unione europea a dimenticare la ragione per la quale sono nati e quella che doveva essere la battaglia della loro vita. Essi sembrano credere, taluni per convinzione, altri per opportunismo, che la questione europea vada lasciata da parte.
Se a giugno 2022 la pandemia sarà finita, nelle elezioni del marzo-giugno 2023 si parlerà certamente di ciò che è accaduto, degli errori fatti, dei limiti rivelati, ma se ne parlerà al passato. Questa ipotesi non è nemmeno presa in considerazione dai gruppi intenti ad organizzare la “resistenza”. Ma a parte ciò, le questioni politiche sono due: l’Unione europea e ciò che abbiamo dimostrato di essere in questa pandemia (sia essa ancora in corso o no al tempo in cui si svolgerà la campagna elettorale). Qualsiasi alleanza che trascuri il primo tema è inutile, dannosa e serve soltanto a dare visibilità a “star” della controinformazione.
Per questa ragione Riconquistare l’Italia dice: noi ci siamo; siamo pronti a sederci a un tavolo con altri soggetti, due, tre o quattro o cinque, per dar vita a una alleanza di forze antieuropeiste e per la democrazia italiana, entrata in crisi agli occhi di tutti durante la pandemia (per noi antieuropeisti la crisi c’era da decenni); ognuno dirà dove ha uomini e donne, cosa sa fare, cosa ha dimostrato di saper fare, cosa mette a disposizione dell’alleanza.
Intanto, non potendo restare con le mani in mano, mentre centinaia di “soggetti” collettivi (al 95% mere sigle e negli altri casi spesso poco più che sigle) sono intenti ad organizzare la resistenza (sia chiaro che noi parteciperemo a tutte e iniziative che reputeremo interessanti, sia al livello nazionale che locale) e qualche centinaio di persone è intento a creare i CLN (ce ne sono in giro almeno 3 di CNL potenziali, tutti comprensivi di decine di sigle: i CLN delle sigle), abbiamo deciso di andare in cerca di alleati locali, ovunque noi non siamo presenti o non siamo stati capaci di costruire gruppi consistenti di militanti e simpatizzanti, capaci di candidarsi.
Cercheremo candidati indipendenti, forniti di comitato elettorale che li sostenga. Anche in questi casi staremo attenti ad accertare se la persona contattata sia sola o sia in grado di circondarsi di (almeno) una decina di amici, colleghi, estimatori, parenti che la sostengano. La cosa importante è che vi sia il gruppo coeso. Sono tutte forze che metteremo a disposizione del CLN, se e quando da uno a cinque soggetti collettivi coesi si saranno formati e assieme ad essi ci saremo seduti a un tavolo.
Se nessun soggetto collettivo si sarà formato, saremo costretti ad andare da soli. Ma se se ne sarà formato anche uno soltanto, noi siamo già da adesso pronti all’alleanza con quest’unico soggetto collettivo, e, avendo lavorato a cercare candidati indipendenti locali, potremo mettere a disposizione dell’alleanza molte più forze di quelle delle quali attualmente disponiamo.
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