Ci saranno le misure sulle concessioni balneari, non gli interventi contro il rincaro delle bollette. È quanto trapelare da fonti di Palazzo Chigi in merito al consiglio dei ministri che si dovrebbe tenersi domani. La convocazione ancora non c’è, quindi non è dato sapere l’eventuale orario inizio della riunione di governo. Il tema, invece, è noto ed arriva dopo che in giornata la maggioranza ha cercato il dialogo alla Camera per definire una possibile mozione unitaria sulla direttiva Bolkestein, in concomitanza con la discussione in Aula della mozione presentata da FdI proprio su questo tema, da sempre molto caro al centrodestra. Di mozione unitaria ha parlato Sergio Battelli, del M5s, invocando lo stop a eventuali proroghe. Alessandro Battilocchio, di FI, nel suo intervento ha elencato “gli impegni che Forza Italia chiederà di sottoscrivere alle altre forze politiche nell’ambito di una eventuale mozione. Sono le ragionevoli richieste del settore”. La Lega, con Matteo Luigi Bianchi, ha spiegato che sulle concessioni “è necessario un intervento di riordino, una procedura organica ampia che comprenda non solo i balneari ma anche il codice di navigazione, con una ricognizione ortografica delle aree demaniali. Le proposte della Lega sono le uniche concretamente percorribili”.

In tal senso la mozione presentata da Fratelli d’Italia (prima firma della stessa Giorgia Meloni) sull’applicazione in Italia della direttiva Bolkestein in sostanza chiede di escludere i balneari e gli ambulanti dalla direttiva e, in attesa di un intervento normativo ad hoc, di prorogare di altri 15 anni le concessioni demaniali in essere. Per quel che riguarda il voto, potrebbe slittare nei prossimi giorni ma anche alla prossima settimana. In attesa dell’esame dell’aula ci sono infatti alcuni decreti (proroga stato di emergenza da Covid e milleproroghe) che l’aula deve approvare prima della scadenza.

Il tutto arriva nel giorno dell’ennesima protesta di Federbalneari, che ha avviato un’attività di mappatura con il proprio centro studi per supplire a quella che è definita una grave lacuna del governo. Il riferimento è al fatto che l’esecutivo ha esteso la riforma delle concessioni balneari anche a laghi e fiumi, con la legge del 13 ottobre 2020 n. 126, ma nella mappatura dell’esistente non ha tenuto conto dei (grandi) numeri che riguardano queste realtà e che modificano drasticamente la prospettiva di tutta l’impalcatura regolatoria. Nella fattispecie, si parla di 25mila km di coste invece di 7.500, oltre 150mila concessioni invece di 30mila. Federbalneari indirizza una nota, a firma del presidente Marco Maurelli, al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi per informarlo di questo aspetto sin qui trascurato dal Governo, che nelle more della norma deve procedere alla mappatura della costa, del mare, dei laghi e dei fiumi.